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Dio prende sul serio i bambini e li chiama a cose grandi

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Olha Ukhal - Shutterstock

Missionarie di San Carlo - pubblicato il 30/12/19

Una missionaria alle prese coi bambini dell'asilo ricorda a tutti che fin da piccoli Dio semina nel cuore di ciascuno un progetto, una chiamata, che nel tempo dà frutto.

di Marilú Arbesú

“Sister Lu, puoi fare lo squalo?”. Sono venuta a Denver, negli Stati Uniti, con il desiderio di fare la missionaria e mi trovo tutti i giorni a fare lo squalo per i bambini dell’asilo della nostra parrocchia, dove lavoro insieme alle mie sorelle da quasi un anno. Questo lavoro mi fa tornare spesso con la memoria al mio primo incontro con Cristo.

Quando avevo tre anni e vivevo a Città del Messico, iniziai la scuola in un asilo affidato ad un ordine di suore. Ricordo il giorno in cui ci portarono a vedere la cappella: una suora ci spiegò che, accanto al tabernacolo, c’è sempre una lucina rossa che indica che Gesù è presente e sottolineava che Lui è lì sempre. Quel momento ha cambiato la mia vita perché da quel giorno non mi sono più sentita sola. Ricordo soprattutto che, durante le notti in cui avevo paura, la mia mente e il mio cuore andavano da quel Gesù che era lì, sempre, per me.




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Oggi, trent’anni dopo, riguardo quel momento e mi colpisce vedere come una persona, anche così piccola, può fare esperienza di Dio e che questa esperienza rimane e può crescere nel tempo. Forse Dio mi ha donato quel momento perché sapeva che più avanti sarei stata mandata da bambini di quell’età. Questo ricordo fa sì che io prenda i bambini sul serio: loro stanno già vivendo cose che daranno alle loro vite una direzione precisa, e sono contenta di essere accanto a loro proprio in questo momento.
Iniziare ad andare a scuola non è una cosa semplice. Il primo giorno ci è voluto un sacco di tempo per far stare i bambini in fila. La maestra ripeteva loro: “Mettetevi in fila!”, “State in fila!”, “Seguite la fila!”. Ad un certo punto, uno dei bambini mi ha guardata e ha detto: “È proprio difficile questa cosa della fila!”. La prima esperienza fuori casa per questi bambini è un momento importante: sto imparando da loro la semplicità nel fidarsi, che è fondamentale per conoscere. Le lacrime per la mancanza della mamma diminuiscono man mano che si crea un rapporto tra loro e noi adulti. In questa esperienza, inizio a scoprire il volto di Cristo come maestro, che ci guarda con tanto amore, pieno del desiderio che i nostri cuori possano aprirsi per incontrarlo e conoscerlo, in tutte le situazioni della vita.




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QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA FRATERNITÀ SAN CARLO

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