Il terzo motivo per cui il Natale non è una finzione è che nella Chiesa Gesù arriverà davvero il 25 dicembre.
La Chiesa è il luogo in cui l’eternità incontra il tempo e i due si fondono. A Messa, e in ogni sacramento, Gesù è davvero presente. Padre Robert Spitzer usa l’immagine utile del tempo che “collassa”: “Dio trascende il tempo, e può prendere qualsiasi evento del futuro e del passato e farlo collassare in un evento nel presente”.
Questo Natale sentiremo come i pastori vennero radunati ad adorare Gesù Cristo dagli angeli che cantavano “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Quando poi arriveranno i Magi sentiremo come si inginocchiarono davanti a Lui e lo adorarono.
A Messa, però, ascolteremo proprio quelle parole, e poi incontreremo esattamente lo stesso Gesù Cristo avendo esattamente la stessa reazione. “Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento dell’altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione”, dice il Catechismo. L’Eucaristia riceve l’adorazione di latria, ovvero l’adorazione riservata solo a Dio, ricorda il Compendio del Catechismo.
E allora celebriamo la venuta di Gesù Cristo nel mondo.
Mettiamo insieme tutte queste verità e capirete che quando cantiamo “Venite adoriamo” non intendiamo che lo adoriamo in un presepe o ricordiamo qualche suo stato precedente – stiamo adorando il vero Bambino Gesù, realmente presente a Betlemme, in cielo e nel sacramento.