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#XmasFacts: sai cos’è il Dies Natalis Solis Invicti?

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IUSVE Cube Radio - pubblicato il 24/12/19
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Ventiquattresima puntata di una produzione di Cube Radio dello IUSVE, che uscirà tutti i giorni fino a NataleIn quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».
(Lc 1,67-79)

🔊Ascolta qui l’audio della puntata 🔊


Sai cos’è il Dies Natalis Solis Invicti?
Fino all’anno 200 vi erano diverse ipotesi sulla data di nascita di Gesù, dal 28 agosto al 20 maggio.
Secondo una tesi più accreditata i cristiani avrebbero sovrapposto la data di nascita del loro
Maestro alla festa del Dies Natalis Solis Invicti la festa del sole che rinasce, stabilita nell’anno 274
a Roma dall’imperatore Aureliano in onore di Mitra, la divinità vincitrice delle tenebre. Secondo i
calcoli astronomici di allora il 25 dicembre era la data del solstizio d’inverno e dunque il momento
dell’anno in cui le giornate ricominciavano ad allungarsi. La chiesa Ortodossa, invece, celebra il
natale il giorno 6 gennaio, feste dell’Epifania che in greco significa “manifestazione”.

Risplendere nelle tenebre
Ci sono giorni neri in cui sembra che vada tutto storto, dallo studio, al lavoro, agli affetti. Eppure
basta poco per cambiare umore. Basta accendere un fiammifero per orientarsi in una stanza buia.
Basta un tocco, un bacio, una carezza, una parola mai detta per cambiare la giornata di ci sta
accanto. Sta a noi scegliere se camminare in una stanza buia per non vedere il disordine, ma
rischiare di inciamparsi e farsi male, o accendere la luce e sistemare ciò che andrebbe ricomposto
per vivere con più libertà.

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