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Cosa vuole Dio da me?

woman walks in the park in autumn

By Robsonphoto|Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 23/12/19

Prendi le tue decisioni senza paura, Lui ti accompagna sempre

Vorrei essere capace di scandagliare i misteri e scoprire la volontà di Dio. Oggi ascolto: “Ascoltate, casa di Davide! (…) Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”.

Un segno. Non è facile interpretare i segni. Come capire se quello che accade nella mia anima è di Dio o no? Diceva Sant’Ignazio:

“È proprio di Dio e dei suoi angeli, nelle loro mozioni, dare vera allegria e gioia spirituale, eliminando ogni tristezza e turbamento indotti dal nemico”.

Ci sono mozioni nell’anima che danno pace e gioia. Queste mozioni derivano da Dio. Sono insinuazioni, passioni che si risvegliano, desideri dell’anima.

Ma non è tanto semplice. Sant’Agostino diceva che il demonio è la scimmia di Dio, perché lo imita. Ed è vero. Mette nel cuore pensieri negativi che mi avvelenano:

“Non vali niente. Cadi sempre negli stessi errori. Non ti sforzare oltre, tanto non riuscirai. Guarda, gli altri non ti valorizzano. Ignorali. Guarda i loro peccati, parla male di loro. Giudicali. Perché tu vali più di loro”.

E l’anima a poco a poco si avvelena. Si riempie di rancori. Il demonio non violenta, fa semplicemente sì che mi metta al centro di tutto e perda la mia forza, la mia capacità di amare e di donarmi completamente.

Approfitta della mia tristezza e della mia amarezza, della mia violenza e della mia sfiducia. Si serve del mio peccato e mi fa sentire responsabile del disordine morale.

Dio mi guida in un altro modo. Nella mia debolezza, nel mio peccato, nelle mie mancanze, mi fa credere in me. Mi fa comprendere che il mio “Sì” è importante. La mia dedizione, il mio amore. Che se sono fedele il modo cambierà in un modo inimmaginabile.

Lo sguardo di Dio sulla mia anima è quello che mi eleva sopra la Terra e mi fa aspirare al cielo. Le sue insinuazioni mi danno pace e mi rallegrano. È così che guida la mia vita. I suoi sussurri sono voci che mi parlano.

Come prendo le decisioni?

Vivo con paura. Temo di sbagliare strada. Di allontanarmi da Dio. Di seguire strade che non vuole. Questa paura mi avvelena. Mi toglie la pace. Come se fossi un funambolo che cammina sul filo e qualsiasi passo potesse significare la mia morte.

Non voglio vivere con questa paura. Voglio confidare in quel Dio che mi dice che viene a vivere con me, ad abitare nella mia stessa dimora.

Quel “Dio con noi” non è un Dio che vive aspettando i miei errori. Piuttosto mi cerca, mi accompagna, cammina al mio fianco per sostenermi.

E quando vago e mi allontano segue i miei passi perché torni a vivere alla sua presenza. Quello sguardo di Dio sulla mia vita mi dà tanta pace… Le decisioni sono sempre con Lui.

Come decido cosa devo fare ogni giorno? Non più nelle grandi decisioni, ma in quelle piccole. Nella quotidianità. È allora che la sua voce mi parla nell’anima e nelle cose che mi accadono e nelle parole che ascolto.

Anche così non è facile sapere cosa mi chiede. Giuseppe non lo sapeva. Prende una decisione giusta nell’ignoranza. E Dio gli parla in sogno:

“Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati»”.

Giuseppe è un uomo di Dio. È innamorato di Lui e vuole fare solo la sua volontà. Ma non sa quali strade seguire. Cerca di interpretare il volere di Dio e decide di ripudiare Maria.

Ma Dio interviene, e come con Abramo a Moria evita che metta in atto la sua decisione. Anche se è giusta. Nel sogno gli rivela la verità. E Giuseppe comprende. Nei sogni gli dice di chi è quel bambino che cambierà la storia.

E Giuseppe crede. Si fida dei sogni. Confida nelle parole dell’angelo che gli rivelano una verità tanto difficile da assimilare. Ma lui, come un bambino, si fida.

Mi commuove la fede di Giuseppe. Non si turba, non si riempie di paura, semplicemente accetta la verità impossibile. Sì, il Figlio di Dio, il Dio che abita nella mia stessa tenda. Quel Dio fatto carne della mia carne.

Magari mi apparisse sempre in sogno il volere di Dio! Anche nei sogni Dio mi dice delle cose, ma non ricordo i sogni o non interpretarli.

Cerca molti modi per farmi seguire una strada concreta, ma posso decidere di seguirne un’altra diversa. Le sue insinuazioni sono desideri che semina nella mia anima.

Posso ascoltarle e metterle in pratica. Posso comprendere ciò che vuole da me e accettarlo, o seguire nel mio libero arbitrio un cammino diverso.

Non è facile sapere quello che desidera davvero da me. Capirlo non solo nelle grandi decisioni in cui si gioca la mia vita, ma in quelle quotidiane. Quelle che prendo quasi senza pensarci.

Voglio imparare a vivere la fede pratica nella Divina Provvidenza di cui mi parla padre Josef Kentenich. Dovrebbe esserci in me una seconda natura che mi fa cercare dei segni, e osservare Dio nella vita per sapere cosa fare, che strada seguire. Per vedere se devo agire o rimanere tranquillo, parlare o restare in silenzio. Vorrei dire come leggevo giorni fa:

“Mi getto tra le tue braccia, come una bambina piccola, accetto la tua volontà”.

È quello che voglio – confidare nelle vie che scopro. Nella volontà di Dio per la mia vita.

Le persone che amo, che mi amano, mi aiutano a interpretare quelle voci, e soprattutto la profondità della mia anima in cui cerco il volere di Dio. Non è facile. La vita è una scuola per imparare a interpretare il volere di Dio. Come Giuseppe, ogni giorno.

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