A Natale si acuisce il senso di solitudine e disperazione di molti. Come aiutare chi soffre di disturbi mentali che possono portarlo al suicidio?
Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno circa 800.000 persone si tolgono la vita. È una cifra terribile, che porta le amministrazioni pubbliche a chiedere una maggiore presa di coscienza relativamente alla salute mentale.
800.000 persone sono tantissime – equivalgono all’intera popolazione di città come San Francisco, Indianapolis, Chihuahua, Frankfurt, Amsterdam o Cracovia.
La salute mentale continua ad essere un tabù radicato di cui si parla poco. Dire che soffriamo o abbiamo sofferto di depressione o crisi di ansia suscita ancora rifiuto.
In molti contesti lavorativi, la pressione è tale che i lavoratori non osano confessare sintomi di depressione o che si stanno curando per paura di essere licenziati, e questo contribuisce ad aumentare la tristezza e la frustrazione, insieme a insonnia, angoscia e ansia. Risultato: la persona affonda in una depressione ancor maggiore.

Le reti sociali possono essere ingannevoli
Questo contrasta con l’apparenza che conta tanto sulle reti sociali, e può essere compatibile con selfie sorridenti su Facebook o Instagram.
Anche nelle famiglie, il suicidio è spesso una bomba che scoppia senza che nessuno se lo aspetti, e lo stesso vale nella cerchia di amicizie.
Apparentemente, la persona che si è suicidata “stava bene”, o almeno così diceva.
L’importanza di creare legami di fiducia
Per combattere il suicidio, è fondamentale creare legami di fiducia. Bisogna stabilire un clima tale da far sì che la persona che sta soffrendo sia in grado di aprirsi e spiegare cosa le accade e come si sente dentro.
A Natale, molte persone sentono la solitudine in modo più marcato. Non hanno nessuno, e la tentazione di disperare è maggiore.