E il santo che dopo San Francesco, visse il rapporto più speciale con il presepe. Vi spieghiamo perchè
A parte san Francesco d’Assisi che allestì il primo presepe a Greccio, c’è un altro santo nato in Veneto ma vissuto a Napoli a cui il presepe deve molto. San Gaetano nacque in provincia di Vicenza nella famiglia Thiene nel 1480 e morì a Roma il 7 agosto 1547.
Devoto del presepe e della passione del Signore, con Pietro Carafa, il futuro Paolo IV, fondò la Congregazione dei chierici regolari comunemente detti Teatini, da Teate, il nome latino della città abruzzese di Chieti della quale era Vescovo. Erano chierici che trovavano nella Divina Provvidenza la soluzione ad ogni problema. Coadiuvato da tre compagni prese i voti presso la tomba di san Pietro, in Vaticano, intendendo ricreare lo spirito della primitiva comunità cristiana.

Dal Veneto a Napoli
I Teatini ebbero un ruolo significativo nella controriforma cattolica insieme ai Gesuiti, ai Barnabiti e ai Cappuccini e il loro esempio molto significativo per la Chiesa in tempi in cui il monaco tedesco Martin Lutero, contemporaneo di san Gaetano stava lacerandola irreparabilmente. Quando a Roma scesero i Lanzichenecchi durante le tragiche giornate del sacco di Roma del 1517 da parte delle truppe di Carlo V, Gaetano fu da loro seviziato e imprigionato nella torre dell’Orologio in Vaticano, mentre il papa fu costretto a rifugiarsi in Castel S. Angelo difeso dalle Guardie Svizzere. Dovette poi tornare a Venezia. Qui poco dopo scoppiò l’epidemia della peste che costrinse i Teatini a propagarsi in altre città dove, insieme ai Gesuiti, operarono per la Controriforma cattolica.
Nel Veneto moltiplicò le sue opere apostolica e assistenziali accettando tra l’altro l’invito del noto tipografo veneziano Paganino Paganini di avviare all’arte della stampa tipografica, inventata dal tedesco Giovanni Gutenberg. In seguito si trasferì a Napoli dove svolse una multiforme attività diretta a formare il popolo alla pietà e all’integrità dei costumi nonché alla riforma delle comunità claustrali femminili. Egli fondò ospizi per anziani, incrementò l’assistenza all’Ospedale degli incurabili, stette accanto al popolo durante le carestie e le ricorrenti epidemie come il colera, che flagellarono la città in un periodo di sanguinosi tumulti e riavvicinò i fedeli al sacramento della riconciliazione. Si deva a lui la fondazione del famoso Monte di Pietà per giusti prestiti ed elargizioni, un istituto bancario pensato per le vittime degli strozzini e degli usurai, dal quale in seguito ha avuto origine il Banco di Napoli, il più grande Istituto bancario del Mezzogiorno.
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La sua devozione per il presepe
Nella sua vita, l’attrazione per la devozione verso il presepe fu perenne. Egli la trovò in famiglia, per averla colta nel cuore della sua stessa Mamma, Maria Porto, la quale, in un codicillo aggiunto al proprio testamento, aveva ordinato e comandato che ogni anno, per Natale, dopo la sua morte, fossero dati dieci ducati “a certi dispensatori (e cioè i domenicani di Santa Corona) lì indicati” che dovevano “essere elargiti per scopi pii”.