Incurante dell’aspetto estetico, con il volto orgogliosamente solcato dalle rughe e i capelli grigi, a 75 anni continua a posare per campagne di moda. Nel 2018 è stata insignita del Premio Victoria, riconoscimento che viene dato da Procter & Gamble alle donne over 50 che hanno avuto il coraggio di reinventarsi e liberarsi dai diktat degli stereotipi, riscrivendo la propria vita.
Oggi Benedetta Barzini, la prima modella italiana ad affermarsi, negli anni sessanta, sulle passerelle di New York, può dire a gran voce di amare le sue rughe e che la vecchiaia è un dono. Un messaggio rivolto a tutte le donne che con il passare degli anni tendono a nascondere il loro viso, il loro corpo, o a mascherare gli anni, persino modificando i lineamenti.
L’angoscia delle donne
Alle mie rughe, dice in un’intervista a Famiglia Cristiana (20 dicembre), «non ci bado, mi lavo la faccia e neanche mi guardo allo specchio. Ho lasciato che la natura scrivesse sul mio volto. Il tempo ti modifica, ma chi se ne frega, nessuno vuole essere amato perché è bello ma perché è una persona».
E’ inevitabile che il giudizio sulla chirurgia estetica sia negativo. «Le donne rifatte mi fanno una tenerezza immensa, vorrei poterle aiutare a pensare ad altri valori. E poi è triste vedere l’angoscia delle donne, la loro insicurezza, sfruttate dai medici».
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Dopo i 50 anni
D’altro canto, lei stessa ha ribadito che la vita e i suoi valori più autentici, si iniziano a comprendere dopo i 50 anni.
«Prima di quell’età pensi di avere tanto tempo davanti, anche per rimediare agli errori. Poi cominci a capire che il tempo è prezioso, che ogni giorno conta. Nel processo di maturazione si diventa più selettivi, rallentano i ritmi, si comincia riettere, a osservare i dettagli».
I quattro figli
Una cosa che però è rimasta immutata è il rapporto con i suoi quattro figli. «Di sicuro – ha concluso Barzini – al contrario di quello che hanno fatto i miei genitori con me, li ho molto amati, li ho allattati al seno fino ai tre anni, e poi ho lasciato la casa aperta, affinché ci fossero sempre i loro amici».
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