Un esame di coscienza ben fatto aiuterà a trovare la rispostaNervoso/a, insicuro/a, ansioso/a. Vi sentite così prima di confessarvi? Sappiate che non siete soli. Questi sentimenti sono comuni a molte persone, perché il fatto di aprire il nostro cuore a qualcuno, anche se è il proprio parroco di fiducia, può essere impegnativo.
Padre Cido Pereira ha scritto al riguardo nella sua rubrica sul quotidiano O São Paulo, dell’arcidiocesi brasiliana di San Paolo, rispondendo al dubbio di un lettore che non sapeva cosa dire al sacerdote al momento della Confessione.
Ecco cosa ha detto il sacerdote:
“I sette sacramenti della Chiesa, segni sensibili della grazia di Dio per tutta la nostra vita, sono divisi in sacramenti dell’iniziazione cristiana – Battesimo, Cresima ed Eucaristia –, sacramenti di cura – Penitenza e Unzione dei Malati – e sacramenti di servizio – Ordine e Matrimonio.
Questa divisione è perfetta, perché entriamo nella famiglia di Dio mediante il Battesimo. Veniamo confermati nella fede dalla Cresima e nutriti dall’Eucaristia. Nella Penitenza, il Signore cura le ferite che il peccato provoca nella nostra anima, e l’Unzione dei Malati cura le ferite del nostro corpo. Nel Matrimonio, uomini e donne vengono uniti da Dio per servire l’umanità. L’Ordine consacra i prescelti da Dio per servire, come Gesù, santificando, insegnando e governando il Popolo di Do.
Tu hai una certa difficoltà con il sacramento della Penitenza. Penso che se decidi di seguire un itinerario illuminato dalla fede approfitterai maggiormente della forza di questo sacramento.
Il primo passo è la consapevolezza del peccato, la certezza di non aver amato Dio e i fratelli e di non aver rispettato la Legge che Dio ci ha donato. Diciamo così: sentiamo nel cuore di aver detto un “No” consapevole a Dio, respingendo la sua volontà nei nostri confronti.
L’esame di coscienza sincero e senza inventare scuse ci mostrerà in cosa abbiamo deviato dal cammino, a quale distanza ci siamo posti rispetto a Dio e alla sua santa volontà. I comandamenti del Signore ci aiutano nell’esame di coscienza.
Scoprire in cosa pecchiamo non basta, dobbiamo compiere un altro passo: pentirci e decidere di tornare al Padre come ha fatto il figliol prodigo della parabola di Gesù.
Viene allora la Confessione dal sacerdote. Il peccato non solo ha offeso Dio, ma ci ha allontanati da Lui e dai fratelli. Non c’è niente di meglio che andare dal sacerdote a confessare i peccati. Raccontare il peccato senza dilungarsi nella sua storia. Il sacerdote ascolterà. Se serve, cercherà di capire la dimensione e le conseguenze del peccato e le sue ripercussioni sulla vita cristiana.
Il sacerdote chiederà di fare qualcosa che dimostri il desiderio di riparare al male commesso.
Assolverà poi il penitente nel nome del Dio Uno e Trino. Sei tornato alla casa del Padre, hai recuperato la tua dignità di figlio di Dio. È così, mio caro fratello. Forza! Che Dio ti benedica”.