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A Natale ti regalo una poesia: 9 idee per grandi e bambini (GALLERY)

POEM

Kiselev Andrey Valerevich|Shutterstock

Giovanna Binci - pubblicato il 18/12/19

Una poesia fa subito Natale. Una poesia è una sedia e una bimba in piedi a fine pranzo. Una poesia è un regalo che non costa nulla, un dono che, come il Natale, ognuno può fare proprio, così, come si trova, basta aprire il cuore.

C’è una poesia che sa tanto di Natale, anche se, apparentemente, del Natale non parla davvero. Dice così:

Il silenzio è la più grande paura.C’è riscatto in una voce –ma il Silenzio è infinità.Volto per sé non ha.

L’ha scritta una poetessa di altri tempi, che mi sta molto a cuore, Emily Dickinson.

Ecco, questa poesia mi ricorda che il silenzio che mi fa più paura, a cui non sono molto abituata, è proprio quello che mi parla dell’infinito. Proprio quel silenzio che è la parte secondo me più bella e fondamentale del Natale: è in quel cielo stellato che attacchiamo con lo scotch sopra la capanna, in quella notte tersa, nei pastori mezzi addormentati, nel pianto di un bambino che rompe la pace delle vie di Betlemme mentre tutti dormono.  E’ il senso più bello del Natale. E’ la richiesta di fermarci, di mettere da parte le nostre domande per adorarLo, di stare in contemplazione tutto il tempo che serve, tutta una notte. E’ il silenzio in cui Dio ci parla, senza parole, usando un linguaggio così semplice e universale: il pianto di un bambino, i suoi vagiti. Come a dire: non avere paura di me, sono piccolo, ho bisogno di Te. Lui, quel Dio così grande che ha bisogno di me. Il più indegno pastore. 

Emily dice che quel silenzio non ha volto, non un volto di per sé: è vero, il Natale è un viso roseo e paffuto, è Dio che prende una forma che conosciamo, la nostra, ma allo stesso tempo ci dice “cercami”. Sarò in tanti altri volti, in tanti silenzi, in tante persone, nella bellezza di un tramonto e nella sporcizia di un campo profughi. Sarò negli occhi segnati dal pianto e in quelli colmi di gioia. Cerca il mio volto. Ogni volta che sarai capace di trovarlo, sarà ancora Natale.

Vi lascio queste parole come augurio di un Natale che non finisca il 25 dicembre. Vi lascio questa poesia per ricordare che il Natale è davvero un dono per tutti, per chi Lo aspetta e per chi non sa cosa sta aspettando, ma è attratto dalla luce della stella, come il pellerossa nel presepe di Rodari o come un Pirandello che ammette di sentirsi arido spesso, ma che non si vergogna di riporre le sue speranze in quel bambino.

Il Natale mette a tacere le nostre domande perché tutti, in fondo, credenti o meno, sogniamo la promessa di pace, amore e vita eterna che quel bambinello porta con sé.

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