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Martirizzata a 76 anni perché si era rifiutata di essere blasfema

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Aleteia - pubblicato il 17/12/19
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Il Papa riconosce il martirio di un’altra vittima della brutale Guerra Civile spagnola, una delle più terribili persecuzioni contro la fede del XX secoloSuor Isabel Sánchez Romero aveva 76 anni quando, nel 1937, venne martirizzata dai miliziani socialisti durante la Guerra Civile spagnola (1936-1939). Tentarono di costringerla ad essere blasfema, ma lei rifiutò di ripudiare la fede in Cristo, rispose alle minacce con le preghiere e venne assassinata in modo codardo a colpi di pietra.

Il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe, Papa Francesco ha promulgato il decreto di martirio della religiosa, che apparteneva all’ordine di San Domenico.

Nata nel 1860 a Granada, Isabel era entrata a 17 anni nel convento delle Domenicane e aveva adottato il nome di Ascensione di San Giuseppe. Descritta da Vatican News come obbediente, silenziosa, lavoratrice e umile, non si lamentava neanche delle ferite che le coprivano il corpo a seguito di una rara malattia.

Nel contesto della sanguinosa persecuzione religiosa perpetrata in Spagna durante la Guerra Civile, Isabel venne arrestata nel febbraio 1937, e nonostante l’età avanzata venne gettata in prigione dai miliziani repubblicani socialisti, che volevano che fosse blasfema. La religiosa venne portata con altri detenuti per essere fucilata in un cimitero. I miliziani non esitarono a gettarla brutalmente nella camionetta su cui non era riuscita a salire da sola a causa dell’età.

Al cimitero la suora venne obbligata ad assistere all’assassinio dei suoi compagni di martirio, tra i quali il nipote Florencio. Non smise mai di pregare. Quando giunse il suo momento, non venne fucilata. I miliziani preferirono metterle una pietra sulla testa e colpirla con un’altra, rompendole il cranio.

Insieme a quello di suor Isabel, Papa Francesco ha riconosciuto il martirio di altri 26 spagnoli perseguitati per la loro fede durante la Guerra Civile.