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Il dono dei corpi lucidi, l’introspezione dei cuori, le guarigioni: sarà beata Maria Luigia del Ss. Sacramento

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 13/12/19
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Riconosciuto un miracolo alla mistica napoletana, chiamata la “monaca santa”. Ma intorno alla sua fama di santità aleggia ancora mistero

Papa Francesco ha autorizzato il Decreto riguardante il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Luigia del Santissimo Sacramento (al secolo: Maria Velotti), Fondatrice delle Suore Francescane Adoratrici della Santa Croce. La religiosa, con questo riconoscimento, diventerà beata.

Maria Velotti nacque a Soccavo, quartiere di Napoli, il 16 novembre 1826 da genitori di modeste condizioni che la lasciarono orfana sin dalla tenera età; Maria aveva infatti solo due anni quando fu affidata ad una zia di nome Caterina che viveva a Sirico (Nola).

La “terza” famiglia

La bambina, si legge sul volume “Suor Maria Luigia Velotti del SS. Sacramento” a cura di Pasquale Di Petta, era docile, riflessiva ed ubbidiente e poiché la zia decise di lasciarle in eredità tutto ciò che aveva, gli altri nipoti, rosi dall’invidia, iniziarono ad istigare la zia contro Maria in modo tale che alla fine la bimba, ormai giovanetta, uscì di casa per andare a vivere da una coppia di sposi, Lorenzo e Giuseppina, che non avevano figli, i quali la trattarono con cura e amore. La casa dei coniugi era frequentata dai frati francescani che dimoravano nel Convento di Sant’Angelo in Palco (Nola) posto a sei miglia da Sirico.

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Screenshot www.ofmcap.org

L’incontro con il frate

Una mattina Maria si mise in cammino a piedi alla volta del Convento e lì conobbe padre Filippo da Domicella, che ne divenne il padre spirituale.

La giovane sapeva appena leggere e scrivere e tutto quello che apprendeva e su cui rifletteva era frutto delle conversazioni con padre Filippo durante le confessioni periodiche nella chiesa di Sant’Angelo. La vestizione avvenne il 2 febbraio 1853 nella chiesa di San Giovanni di Lauro ed ella chiese di chiamarsi Maria Luigia Velotti del SS. Sacramento per devozione verso San Luigi Gonzaga e verso San Pasquale (Santo acceso di amore verso Gesù Sacramentato). Un anno dopo professò la regola del Terzo Ordine detto “Dei penitenti”, istituito da San Francesco e si trasferì a vivere in un ritiro a Capodimonte, a Napoli, dove fu accolta da Suor Michela, la quale, ammirando le virtù della nuova arrivata, volle vestire anche lei l’abito del Terz’Ordine della Penitenza.



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Il calvario di Maria

Intanto Maria inizia anche il suo doloroso calvario dovuto a forti dolori che soffriva in tutto il corpo ed era spesso tormentata dalle penose ed invisibili molestie degli spiriti maligni che le facevano guerra di continuo, in molte occasioni era presente anche padre Domicella che la benediceva e la confortava.

Gesù le apparve per vari anni, sia sottoforma di bambino appena nato, sia di dodicenne che di giovanetto; anche la Vergine le apparve più volte.


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Le doti mistiche

Maria aveva la capacità profetiche. In particolare aveva il dono dei corpi lucidi, cioè passar attraverso i vetri chiusi e di leggere a distanza il pensiero delle persone. Padre Filippo, a questo proposito, raccontò che un giorno, con rammarico, non gli fu possibile intervenire con gli altri Religiosi al Coro del Vespro in quanto doveva andare da lei che era inferma a letto; quando giunse da Maria, fu accolto da queste parole:

“Padre, voi, quando siete uscito dal Convento vi siete angustiato internamente, perché avete mancato al Coro per venire a confessarmi; io mi trovo così ammalata, come mi vedete voi stesso, ed è una gran carità che mi fate per amor di Dio a venir da me, e per questo non vi dovete dispiacere”.

Maria inoltre, pur non avendolo mai visto, gli disse tutto ciò che era nel giardino del Convento, di piante e di seminato e anche tutto ciò che egli aveva nella sua stanza. Appena si trasferì a Capodimonte, i nolani iniziarono a recarsi da lei per ricevere consigli, conforti e incoraggiamenti.

Il cardinale

La fama delle virtù di questa suora si diffuse velocemente anche a Napoli e tante persone vollero conoscerla personalmente per raccomandarsi alle sue preghiere e un giorno persino il cardinale Sisto Riario Sforza si fece accompagnare al ritiro di Capodimonte per conoscerla e ne fu profondamente colpito.

Nel 1875 Maria fondò a Napoli l’Istituto delle Suore Adoratrici della S. Croce che fu approvato sia dal Cardinale Sisto Riario Sforza che da padre Bernardino da Portogruaro, Ministro Generale dei Frati Minori.


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Padre Ludovico

Sull’esempio di padre Ludovico da Casoria furono accolte a Villa Melillo, sede della Congregazione, cinque bimbe africane e affidate alle cure di un sacerdote abissino, padre Pietro Almas, il quale era diventato sacerdote grazie a padre Ludovico che lo aveva portato a Napoli da bambino.

La fama di santità di Maria Luigia cresceva costantemente a per eseguire tutte le pratiche religiose c’era bisogno di una sede più grande ed ecco che Padre Antonio Casolaro da Casoria, subentrato a padre Michelangelo Longo come Ministro Provinciale, le consigliò di acquistare una casa a Casoria sita accanto all’abitazione in cui era nato padre Ludovico. E così fece.

Le richieste della gente

Fu aperta anche una scuola per le ragazze esterne di Casoria per insegnar loro a lavorare, a leggere e scrivere. La gente si recava dalla Serva di Dio per chiedere consigli, preghiere, consolazioni e guarigioni. Dopo soli due anni, il 3 settembre 1886, Maria Luigia morì a causa delle sue condizioni di salute che le provocavano da anni grandi sofferenze.



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I miracoli

Innumerevoli furono i miracoli avvenuti per intercessione di Maria Luigia a Casoria dopo la sua morte, fra questi :

De Rosa Antonio, gravemente ammalato, fu guarito per intercessione di Maria Luigia Velotti. Ecco la testimonianza del medico curante: Dott. Francesco Ferrara, Medico degli Ospedali  Riuniti (Incurabili), Assistente Ordinario della Scuola di Clinica Medica “Dott. Capozzi”, S. Domenico Soriano, 34.

”Attestasi dal sottoscritto medico chirurgo che De Rosa Antonio di Giovanni e Filomena Ferrara, domiciliato in Casoria Piazza Trieste e Trento n. 1 , il giorno 14 settembre fu colpito da polmonite influenzale e che nei giorni seguenti le condizioni dell’infermo si aggravarono per sopraggiunta insufficienza cardiaca, per cui fu dichiarato in imminenete pericolo di vita. Al quinto giorno di malattia per sopravvenuta crisi, il De Rosa era completamente guarito, senza residuare alcun disturbo all’apparato respiratorio e cardiaco. In fede, a richiesta del padre dell’ammalato.  D.re Francesco Ferrara”

Marchese Vincenzina di Casoria, nel mese di Luglio del 1972 fu colpita da tifo viscerale, meningite, intossicazione viscerale e nefrite. Il dottore Vincenzo manna le diede pochi giorni di vita. Era presente alla visita una certa Antonietta Russo di Casoria molto devota alla Serva di Dio. Ella donò a Vincenzina una immaginetta di Maria Ligia. la madre dell’ammalata espose la figurina a vi accese davanti una lampada pregandola con fervore. Immediatamente Vincenzina si sentì meglio. Dopo poco tempo guarì completamente con grande meraviglia del medico e di tutti coloro che la conoscevano”.

Per le guarigioni miracolose, sia tra le consorelle che tra la gente del popolo e per le sue virtù, fu chiamata “La Monaca Santa” (Il Giornale di Casoria, 2018).


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