Nessuna condanna per tre ladruncoli che nel 2014 sottrassero un pezzo di stoffa imbevuta di sangue di Wojtyla, conservata al santuario di San Pietro della Ienca alle falde del Gran Sasso. Ecco perchè
Un pezzetto di stoffa con il sangue di Papa Giovanni Paolo II, viene trafugato insieme ad una croce dal santuario di San Pietro della Ienca alle falde del Gran Sasso e gettato via dai ladri perché ritenuto privo di valore.
Il perdono del vescovo
Accade in provincia di L’Aquila nel 2014. Subito partono le indagini dei carabinieri, che, in poco tempo, trovano la refurtiva nell’area del santuario e individuano i colpevoli: tre ladri, che confessano e indicano il luogo in cui avevano nascosto la parte metallica della reliquia e la croce.
«Per questi tre ragazzi c’è il perdono di Papa Giovanni Paolo II e da parte nostra», disse l’allora vescovo de L’Aquila monsignor Giovanni D’Ercole durante una conferenza stampa. Il vescovo ha ringraziato “tutti coloro che hanno lavorato per ritrovare la reliquia».
Il santuario amato da Giovanni Paolo II
San Pietro della Ienca è un vecchio santuario, ristrutturato, dedicato a Karol Wojtyla amante delle montagne abruzzesi dove spesso si recava in gran segreto con il suo fidato segretario Stanislaw Dziwisz, oggi cardinale e arcivescovo di Cracovia.