2. L’egoismo e l’orgoglio all’ordine del giorno
Il motivo per cui Nicole e Charlie decidono di separarsi si basa su due nemici: l’egoismo e l’orgoglio. È curioso vedere come nel film non sia alcun reclamo relativo all’amore. Non ci sono frasi come “Non mi ami più?”, “Quando hai smesso di amarmi?”, “Perché non mi ami più come prima?”, “Cosa ci è accaduto?”, “In cosa ti ho deluso?”
La crisi di questa coppia è dovuta al lavoro, perché uno si sente calpestato dall’altro, perché entrambi non si sentono così grandi insieme, perché i tuoi successi alla fine non sono tanto miei o perché non hai mai pensato che volessi arrivare più lontano. Cosa accade al dialogo, alla comunicazione? Dov’è finito in Nicole e Charlie il vero e autentico interesse per l’altro?
Non è per questo che stiamo insieme? Siamo stanchi perché oltre ad amarci ci siamo promessi di stare insieme nella buona e nella cattiva sorte. In questa storia vince l’avarizia, la sete di potere, il voler essere più dell’altro ad ogni costo. Dimenticano completamente che sono una cosa sola, per guidarsi, per sostenersi e lottare insieme per i sogni che rubano loro l’aria.
Questo matrimonio si sarebbe chiaramente salvato se i coniugi avessero comunicato. Non una settimana prima di considerare finita la loro storia, ma dall’inizio. La nostra ascesa lavorativa non dovrebbe essere motivo di divorzio – non si è soci in un’impresa, ma marito e moglie. Uniti in matrimonio, alimentati con un dono che non si può ottenere in alcun altro luogo se non nel cuore di Cristo, che ha effuso sull’altare le grazie speciali perché quell’unione sia eterna.
3. Perché anziché sforzarsi tanto nel processo di divorzio non si usa quella forza per recuperare l’unione?
C’è una scena toccante in cui Nicole e Charlie hanno una discussione. Entrambi sembrano competere per sapere chi può gridare e insultare di più l’altro. Pronunciano parole orribili, desideri distruttivi, dicono cose che non si erano mai detti prima. Si colpiscono fin nel profondo.
Ma poi Charlie cade in ginocchio sul pavimento, in un orribile lamento che sembra spezzargli il cuore in mille pezzi. Si lascia cadere, forse arrendendosi per il dolore e l’esaurimento emotivo. Piange come un bambino, confuso e frustrato.
Piange con l’anima, perché sa che va tutto male. Nicole avrebbe potuto uscire e chiudere la scena con una porta che sbatteva, avrebbe potuto correre via terrorizzata dal dolore che le hanno provocato le parole pronunciate dal marito, ma ha deciso di restare e vederlo naufragare nella sua tristezza, e allora gli si avvicina e lo consola.
Entrambi si chiedono scusa. Si pentono di quelle parole che non avrebbero mai dovuto uscire dalla loro bocca. Si chiedono perdono! Che bella scena! Nicole e Charlie si spogliano per qualche secondo della rabbia e dell’orgoglio. Per un momento entrambi vengono salvati dal loro amore. Ma poi tutto crolla di nuovo, Nicole non fa marcia indietro con il processo di divorzio e Charlie sembra perdersi ogni giorno di più nella disperazione e nell’idea assurda di guardare la moglie e vedervi una perfetta estranea.
Mi chiedo cosa sarebbe passato se tutto il tempo, la dedizione, i pensieri e gli sforzi per divorziare fossero stati impiegati per ricostruire il matrimonio. Cosa sarebbe successo se entrambi avessero dedicato tutta quella forza non per porre fine ma per ricominciare? Se il vostro matrimonio è in crisi, magari è il momento di pensare “Cosa posso fare per non perdere il mio coniuge?”, “Cosa posso sacrificare o cambiare perché il nostro matrimonio non cada nel dimenticatoio?”, “Sarà il momento di cercare aiuto (un consigliere matrimoniale o un sacerdote)?”, “Voglio davvero arrendermi e gettare alle ortiche tutto quello che abbiamo costruito insieme?”
4. Il perdono e l’amore messi da parte
Cosa c’è dietro il vostro matrimonio? Figli, la famiglia che non avete mai avuto, il calore di una famiglia? Bisogna ricordare che la storia di ogni coppia è diversa e che ci sono motivi per cui è valido annullare un matrimonio. L’unica opzione che abbiamo se ci siamo uniti nel sacramento del matrimonio è lottare per l’altro.
Perdonare anche se ci costa, amare finché fa male. Nicole e Charlie si affrontano per ottenere la custodia del figlio, ed è curioso vedere come l’idea di separarsi nel modo più “tranquillo e silenzioso” termini in uno scoppio di emozioni e colpe che entrambi non hanno visto arrivare.
All’improvviso entrambi diventano esperti individuatori di difetti. Qualsiasi commento e comportamento è una nuova opportunità per far rimanere male l’altro e perché gli avvocati si riempiano la bocca di argomentazioni per vincere nel modo più sporco. E allora, se ci si beve qualche bicchiere di vino non si è più degne di essere definite una buona madre, perché si hanno elevate probabilità di essere alcoliste, e quale madre può esserlo e continuare a definirsi buona? Questo mi porta alla riflessione del punto seguente.