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In che giorno è nata la Vergine Maria?

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Opus Dei - pubblicato il 11/12/19

I cattolici celebrano il compleanno della Madonna l'8 settembre. Ecco perché

Nella Chiesa cattolica celebriamo molte feste di santi. Avendone fortunatamente migliaia, si commemorano migliaia di feste. Non si celebra, però, la data di nascita del santo, bensì quella della sua morte, che corrisponde al giorno in cui è entrato nella vita eterna. Solo in tre casi si commemora il giorno della nascita: quella di Nostro Signore Gesù Cristo (Natale), la nascita di San Giovanni Battista e la Natività della Santissima Vergine Maria.

La Natività della Madonna è una festività religiosa celebrata dalla Chiesa cattolica esattamente nove mesi dopo la commemorazione dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria. La festa della Natività veniva celebrata nell’Oriente cattolico molto prima che venisse istituita in Occidente. Secondo una bella tradizione, questa festa ebbe inizio quando San Maurilio la introdusse nella diocesi francese di Angers, a seguito di una rivelazione, nell’anno 430:

“Un signore di Angers si trovava nella prateria di Marillais, la notte dell’8 settembre di quell’anno, quando sentì gli angeli che cantavano in Cielo. Chiese loro quale fosse il motivo del canto, e gli risposero che cantavano di gioia per la nascita di Nostra Signora la notte di quel giorno”.

A Roma, già nel VII secolo, si trova il registro della commemorazione di questa festa. Papa Sergio la rese solenne, mediante una grande processione. In seguito Fulberto, vescovo di Chartres, diede un grande contributo alla diffusione di quella data in tutta la Francia. Papa Innocenzo IV, nel 1245, durante il Concilio di Lione, estese infine la festa a tutta la Chiesa.

Così diceva padre Antônio Vieira di questa celebrazione:

“Volete sapere quanto è felice, alta e degna di essere festeggiata la nascita di Maria? Considerate perché è nata. È nata perché da Lei nascesse Dio. (…) Chiedete ai malati perché nasce questa ragazza celestiale, e vi diranno che nasce per essere Signora della Salute; chiedete ai poveri, diranno che nasce per essere Signora dei Rimedi; chiedete agli indifesi, e diranno che nasce per essere Signora del Rifugio; chiedete agli sconsolati, diranno che nasce per essere Signora della Consolazione; chiedete ai tristi, e diranno che nasce per essere Signora della Gioia; chiedete ai disperati, diranno che nasce per essere Signora della Speranza. I ciechi diranno che nasce per diventare Signora della Luce, i discordi per essere Signora della Pace, gli sviati per essere Signora della Guida, i prigionieri per essere Signora della Liberazione, gli assediati per essere Signora della Vittoria. I supplici diranno che nasce per essere Signora del Buon Officio, i naviganti per essere Signora del Buon Viaggio, chi teme per la sua fortuna Signora del Buon Successo, gli sfiduciati nella vita Signora della Buona Morte, i peccatori Signora della Grazia, tutti i suoi devoti Signora della Gloria. E se tutte queste voci si uniscono in una sola, diranno che nasce per essere Maria e Madre di Gesù” (Sermone sulla Nascita della Madre di Dio).

San Giovanni Damasceno, nel suo discorso per la nascita di Nosta Signora Santissima, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, scrive:

“Venite, tutte le nazioni, venite, uomini di tutte le razze, lingue ed età, di tutte le condizioni: con allegria celebriamo la natività della gioia del mondo intero! Se i greci sottolineavano con tutti i tipi di onori – con i doni che ognuno poteva offrire – il compleanno delle divinità, imposti agli spiriti da miti bugiardi che oscuravano la verità, e anche quello dei re, pur essendo essi il flagello di tutta l’esistenza, cosa dovremmo fare noi per onorare il compleanno della Madre di Dio, grazie alla quale tutta la razza mortale fu trasformata, grazie alla quale il castigo di Eva, la nostra prima madre, fu trasformata in allegria? In effetti, una di esse sentì la sentenza divina «Darai alla luce in mezzo alle pene»; l’altra sentì, a sua volta: «Rallegrati, o Piena di Grazia». Alla prima fu detto «Ti inchinerai a tuo marito», ma alla seconda: «Il Signore è con te». Che omaggio offriamo allora alla Madre del Verbo, se non un’altra parola? Che tutta la creazione si rallegri e festeggi, e canti la natività di una santa donna, perché ella generó per il mondo un tesoro imperituro di bontà, e perché per lei il Creatore cambiò tutta la natura in uno stato migliore, grazie alla mediazione dell’umanitá. Perché se l’uomo, che occupa il luogo tra lo spirito e la materia, è il legame di tutta la creazione visibile e invisibile, il Verbo creatore di Dio, unendosi alla natura umana, si unì attraverso di essa a tutta la creazione. Festeggiamo così la sparizione della sterilità umana, perché cessó per noi l’infermità che ci impediva il possesso dei beni”.

In questo modo, la Natività di Nostra Signora è celebrata dalla Chiesa come un giorno di gioia universale. Nel contesto dell’Antico e del Nuovo Testamento, la Santissima Vergine Maria è nata in questo giorno radioso, scelto prima dei secoli dalla Divina Provvidenza per la realizzazione del mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio. Ella è rivelata come la Madre del Salvatore, Nostro Signore Gesù Cristo. Secondo la tradizione, Nostra Signora è nata in una città della Galilea, a Nazareth. I suoi genitori erano Gioacchino, della tribù del Profeta-Re Davide, e Anna, della tribù del primo sacerdote Aronne.

La coppia era senza figli, perché Anna era sterile. Essendo giunti a un’età avanzata, Gioacchino e Anna hanno avuto una forte fede nel fatto che con Dio tutto fosse possibile, e hanno giurato di dedicare il figlio che il Signore avesse dato loro al servizio di Dio nel Tempio. La sterilità era considrata una punizione divina per il peccato, e Gioacchino e Anna hanno dovuto sopportare l’abuso dei propri conterranei. In uno dei giorni di festa nel Tempio, Gioacchio ha portato il suo sacrificio da offrire a Dio, ma il Sommo Sacerdote non ha voluto accettarlo, ritenendo che fosse indegno visto che non aveva figli. Nella tristezza profonda, Gioacchino è andato nel deserto, e lì ha pregato Dio chiedendo un figlio. Anna ha pianto amaramente quando ha saputo cos’era accaduto al Tempio. Non si è mai scagliata contro il Signore, ma pregava per chiedere la misericordia divina sulla sua famiglia.

Il Signore ha esaudito le richieste quando la pia coppia aveva già raggiunto la vecchiaia, e Gioacchino e Anna si sono preparati alla vita virtuosa della vocazione sublime di essere i genitori della Santissima Vergine Maria, la futura Madre del Signore Gesù Cristo. L’arcangelo Gabriele ha portato a Gioacchino e Anna il felice messaggio relativo al fatto che le loro preghiere erano state ascoltate da Dio e che avrebbero avuto una figlia benedetta, Maria, attraverso la quale sarebbe giunta la salvezza di tutto il mondo. La Santissima Vergine Maria ha superato in purezza e virtù non solo tutta l’umanità, ma anche gli angeli. Maria, l’arca dell’alleanza, tempio vivo di Dio.

La Natività Maria segna il momento in cui la grande promessa di Dio per la salvezza dell’umanità stava per essere mantenuta. Questo evento ha portato sulla terra la grazia del Regno di Dio, Regno di Verità, la pietà, la virtù e la vita eterna. Maria è rivelata a tutti noi mediante la grazia, come intercessore misericordioso, co-redentrice e Madre, a cui possiamo ricorrere con devozione filiale. Anche la nascita di Maria è stata miracolosa. È stata concepita senza peccato come una grazia speciale, perché Dio l’aveva scelta per essere la madre di suo figlio (Theotokos – Madre di Dio). Maria, senza peccato, è entrata in questo mondo attraverso il privilegio dell’Immacolata Concezione, ed è la primogenita dei redenti. La sua nascita è motivo di grande allegria, perché è considerata l’“aurora di salvezza”, come ha scritto Papa Paolo VI nel documento Marialis Cultus, del 1972.

La festa del Natale ci faccia ricordare questa storia tanto speciale con gli occhi grati nei confronti di Dio e di Colei che ha saputo dire “Sì” e sottomettersi totalmente alla volontà del Creatore. Attraverso il suo “Fiat”, Maria è diventata la Madre non solo di Gesù, ma di tutta l’umanità.

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