La sua è una comunicazione non violenta, osserva l’autore del volume “Siate autentici”, che si differenzia da quella dei maestri della persuasione, della propaganda
Qual è il segreto di Papa Francesco, che fa sì che milioni di persone, anche quelle non interessate alla religione, si appassionino al suo messaggio? Come fa ad essere un così bravo comunicatore?
A questa domanda prova a rispondere il giornalista di Aleteia Ary Waldir Ramos Diaz nel suo libro Siate autentici (edizioni Lavoro).
Sulle spalle del “gigante”
Il Papa ha milioni di «seguaci» (followers): le notizie su di lui creano infinite interazioni nelle reti sociali e producono ogni giorno valanghe di pagine web che vengono visitate.
Comprendere la comunicazione di Jorge Mario Bergoglio significa avvicinarsi al mistero di una comunicazione inclusiva, piena di valori, aperta alla diversità e alla creazione di una comunità. In quest’era digitale, in cui navighiamo alla deriva nel mare della disinformazione, abbiamo l’opportunità di «salire sulle spalle» di un gigante della comunicazione per imparare alcune lezioni.
La comunicazione così, può diventare servizio alla famiglia, ai colleghi di lavoro, ai dipendenti, agli amici; gettare ponti anche verso chi ci ferisce, ci osteggia o ci pone degli ostacoli. Una comunicazione che può toccare menti, cuori e mani, per costruire relazioni e cambiare ciò che non funziona.
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La comunicazione che riconcilia le persone
Siate autentici – messaggio centrale della comunicazione di Bergoglio – è un titolo che denota il “noi”, una sostantivazione del verbo che indica la nostra natura sociale – come valorizzazione della versione migliore di noi stessi – che sarà efficace solo e soltanto nel rapporto con gli altri. Ciò vuol dire – evidenzia nel libro Ramos – trovare il contrappunto nella concordanza armonica di voci distinte, opposte o distanti. L’obiettivo è una comunicazione rivolta alla riconciliazione, al dialogo, alla comprensione, al perdono e alla valorizzazione della diversità e dell’alterità.
Lontano dai “lupi”
Papa Francesco che, con la sua testimonianza, comunica più di mille encicliche. La sua è una comunicazione non violenta, osserva l’autore del volume “Siate autentici”, che si differenzia da quella dei maestri della persuasione, della propaganda e del «business» della comunicazione. Una comunicazione volta alla comunione e alla comunità, lontana dal modello dei comunicatori «lupi», audaci nel distorcere deliberatamente la realtà e nel manipolare convinzioni ed emozioni.
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Il linguaggio del cuore
Papa Francesco raccomanda di usare il linguaggio della mente, del cuore e delle mani. Esploreremo questi tre linguaggi con l’implicita ricetta gesuita del «pensare, sentire e fare». In Francesco troviamo gesti straordinari: comunica con le mani come i sordomuti per dire «ti voglio bene», prende sulle ginocchia un bambino malato di cancro e parla ai suoi amichetti formando un cerchio, piange e consola un sacerdote martire del comunismo, abbraccia di fronte al Muro del Pianto due amici, un musulmano e un ebreo.
Leader internazionale
Ogni suo gesto comunica e lascia un segno, pezzi di esperienza, di sentimenti, di simboli, di dimostrazioni che servono a comprendere il potere della comunicazione e fanno di lui non solo la guida dei cattolici in tutto il mondo ma un leader della comunicazione internazionale.
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