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5 consigli per affrontare una conversazione difficile senza morire nell’intento

CONVERSATION

Fizkes - Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 05/12/19

di Andrés D’Angelo

Il Lincoln Financial Group è un’impresa finanziaria statunitense che ha inventato un metodo geniale per promuovere i suoi progetti finanziari pensionistici. Per alcune sere, ha filmato varie famiglie reali in un vero ristorante per parlare della pianificazione economica della famiglia.

Entrando nel ristorante, le persone scoprono che il menu non riporta il prezzo dei piatti. L’unico modo per pagare la cena consiste nell’avere una conversazione significativa sul futuro finanziario della famiglia.

L’impresa ha scoperto che anche se il 93% degli statunitensi crede che sia importante parlare di pianificazione finanziaria, meno del 47% delle persone lo ha mai fatto nella vita.

Per ridurre la percentuale, l’impresa ha ideato questa semplice strategia di vendite e presa di coscienza perché in famiglia si parli dei temi che interessano davvero i suoi membri. Ci sono temi di cui è difficile parlare, anche quando ne riconosciamo l’importanza!

Temi difficili da toccare

Spesso il fatto stesso di non proporli fa sì che sia necessario affrontarli in una conversazione diretta. Ci sono temi spinosi già solo a pensarli. La pianificazione finanziaria della famiglia può sembrare una sciocchezza rispetto a una malattia cronica, un vizio difficile da dominare, un figlio che non riesce a trovare la sua strada o problemi di lavoro.

Non parliamo di alcuni di questi temi perché crediamo che siano sotto il nostro controllo, o che siamo molto vicini a controllarli. Altre volte non lo facciamo perché ci vergogniamo enormemente di ammettere le nostre debolezze o non vogliamo parlare di temi dolorosi come la nostra mortalità o la possibilità di non esserci più un giorno.

Tante altre volte non lo facciamo perché ci rifiutiamo pervicacemente di ammettere che ci siamo sbagliati o che abbiamo un vizio, o un peccato grave.




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Parliamo di quello che è necessario?

Iniziative di questo tipo ci fanno chiedere se nelle nostre famiglie parliamo sempre di tutto ciò di cui bisogna parlare, e se quando lo facciamo è sempre in modo corretto, completo e potendo esprimersi in modo franco.

L’aspetto che mi è sembrato più geniale di questa iniziativa pubblicitaria è che è stato offerto alle famiglie un incentivo per parlare del tema (una cena gratis!). C’erano poi una serie di domande-guida che permetteva di parlare di un tema che fa paura mantenendo sempre la conversazione all’interno di certi binari e consulenza finanziaria gratuita.

Da questo possiamo trarre alcune idee per quando dobbiamo affrontare temi difficili. Come intraprendere conversazioni complicate nel matrimonio, in famiglia, su lavoro?

Come far sì che se dobbiamo chiedere qualcosa di complicato non diventi un motivo di conflitto? Come fare perché le nostre differenze giochino a nostro favore nelle conversazioni difficili?

Pochi mesi fa, mia moglie Mariana e io abbiamo offerto una conferenza online attraverso Catholic Link su “Come evitare il conflitto e tirar fuori il meglio dal coniuge”, e abbiamo dati alcuni consigli su come affrontare le conversazioni difficili.

In quella conferenza abbiamo preso in considerazione molti temi che hanno a che vedere con il dialogo coniugale – quali sono i tipi di dialogo coniugale, tre suggerimenti per ristabilire il dialogo quando è interrotto, cinque accordi per una buona discussione, dieci chiavi per tirar fuori il meglio da una discussione e quattro regole per ottenere ciò che si vuole dal marito.

Visto che la conferenza è molto lunga e che le “soluzioni” proposte dal Lincoln Financial Group sono simili a quelle che vi abbiamo proposto, oggi vi presento cinque consigli per affrontare uan conversazione difficile senza morire nel tentativo di farlo.

1. Porsi un obiettivo

Spesso vogliamo parlare di un tema in concreto, ma visto che siamo infastiditi da molti altri possiamo pensare “Visto che mi devo arrabbiare, tanto vale arrabbiarmi per tutti”… Non vi sembra che non porti a nulla? Se dobbiamo discutere di un tema, è meglio che sia gestibile e non molto esteso.

Supponiamo che dobbiate parlare con vostro marito del modo in cui si comporta in pubblico. Come renderlo “gestibile”? Cercate l’aspetto che vi irrita di più, quello che non riuscite proprio a tollerare, e trovate il modo per riassumerlo in un obiettivo concreto.


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2. Personalizzare le espressioni

Proseguiamo con l’esempio precedente. Supponiamo che vostra moglie quando sta con le amiche vi ignori completamente e che vi sentiate meno importante di un fungo nel bosco. Se andate da lei e le dite “Quando stai con gli altri sei una sconsiderata” si metterà sulla difensiva e vi dirà che quando uscire con i vostri amici la situazione non è molto diversa.

Se invece le dite “Quando stai con le tue amiche mi sento abbandonato e non mi sento coinvolto nelle conversazioni”, allora starete manifestando due cose: in primo luogo starete ammettendo i vostri sentimenti, e in secondo luogo le starete dando un’opportunità per mettersi nei vostri panni, perché provi empatia e possa voler cambiare atteggiamento.

3. Chiedere piccoli cambiamenti

La situazione è simile al primo consiglio, ma questo è ciò che chiederete in concreto a vostra moglie o a vostro marito e che rappresenta il minimo che vi rende felici. Cambiare è difficile, e cambiare qualcosa che non siamo disposti a riconoscere è doppiamente difficile. Se però vi hanno spianato il terreno facendosi carico dei sentimenti e vi chiedono un piccolo cambiamento (che sia facilmente misurabile), allora sarete disposti ad aiutare vostra moglie o vostro marito con i suoi sentimenti.

Seguendo l’esempio precedente, potreste dire: “Mi piacerebbe che almeno una o due volte, quando vedi le tue amiche, mi chiedessi cosa penso su ciò di cui state parlando”.

4. Offrire una ricompensa

Come nel caso della compagnia finanziaria, se vostra moglie o vostro marito fa ciò che gli chiedete, riconoscetele/gli il merito di essere stato attento ai vostri sentimenti e alle vostre necessità. Se la prima volta che lo fa, uscendo dall’incontro, le/gli dite “Grazie per avermi coinvolto in questa conversazione, mi sono sentito davvero integrato e apprezzato”, vostra moglie o vostro marito sarà più disposto a dare e ricevere nella relazione, e la coppia potrà solo crescere.

5. Si può essere in disaccordo

Ci sono cose che non sono poi così importanti per lo sviluppo del rapporto, e cose in cui possiamo essere in disaccordo senza che nessuno la prenda male o si irriti perché l’altro non la pensa esattamente come noi. Questo rende ricco il rapporto, e spesso bisogna tener conto che è dalle nostre differenze che nasce la ricchezza.

Se fossimo esattamente uguali, non potremmo donare niente all’altro. Saremmo quindi limitati a poter esprimere solo ciò in cui siamo totalmente d’accordo. Il matrimonio è la somma di due persone che diventano una sola carne, e le differenze, anche quelle di opinione, sono parte della nostra ricchezza se le sappiamo esprimere con rispetto e considerazione.

Parole di Papa Francesco

In una catechesi sulla famiglia, Papa Francesco ha parlato delle ferite che si producono nella convivenza familiare:

“Sappiamo bene che in nessuna storia famigliare mancano i momenti in cui l’intimità degli affetti più cari viene offesa dal comportamento dei suoi membri. Parole e azioni (e omissioni!) che, invece di esprimere amore, lo sottraggono o, peggio ancora, lo mortificano. Quando queste ferite, che sono ancora rimediabili, vengono trascurate, si aggravano: si trasformano in prepotenza, ostilità, disprezzo. E a quel punto possono diventare lacerazioni profonde, che dividono marito e moglie, e inducono a cercare altrove comprensione, sostegno e consolazione. Ma spesso questi “sostegni” non pensano al bene della famiglia! Lo svuotamento dell’amore coniugale diffonde risentimento nelle relazioni. E spesso la disgregazione ‘frana’ addosso ai figli”.

Prendiamoci allora cura non solo del nostro futuro finanziario, come propone la pubblicità che ho commentato, ma anche della nostra famiglia, parlando di tutto ciò che la riguarda e mettendo Gesù, Giuseppe e Maria, la Sacra Famiglia, come protettori speciali della nostra famiglia.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link

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