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“Un momento per piangere, un momento per ridere”: la Bibbia è piena di senso dell’umorismo

BIBLE WOMAN

Fred de Noyelle I Godong

John Burger - pubblicato il 03/12/19

Gli studiosi della Scrittura trovano molti elementi umoristici nell'Antico e nel Nuovo Testamento

La Bibbia è un libro serio, ma questo non vuol dire che si debba evitare di ridere quando si legge.

Lo afferma Robin Gallaher Branch, autore di Jereboam’s Wife: The Enduring Contributions of the Old Testament’s Least-Known Women (La Moglie di Geroboamo: i Contributi Duraturi delle Donne Meno Conosciute dell’Antico Testamento). La Branch ha sottolineato vari esempi di umorismo nella Bibbia in un articolo pubblicato sul sito web Bible History Daily.

Dopo tutto la Bibbia stessa, nel Libro dei Proverbi, dice che “un cuore lieto fa bene al corpo”.

Visto che la Bibbia è caratterizzata da stili letterari diversi, l’uso dell’ironia è frequente.

“Ricordo che un giorno ho deciso di lavorare sodo sul secondo Libro delle Cronache”, ha scritto al Branch, che ha conseguito un dottorato in Studi Ebraici presso l’Università del Texas ad Austin. “Scandagliando con attenzione i regni di Salomone attraverso Giosafat, sono arrivata a 2 Cronache 21, 20 e sono scoppiata a ridere. Il testo dice che Ioram aveva 32 anni quando divenne re, e regnò su Gerusalemme per otto anni. Morì senza che nessuno lo piangesse. Evidentemente Ioram non era amato”.

La Bibbia ritrae perfino Dio che ride. “ L’empio trama contro il giusto, contro di lui digrigna i denti. Ma il Signore ride dell’empio, perché vede arrivare il suo giorno”, leggiamo nel Salmo 37. “La risata mostra l’impotenza dei malvagi e la futilità delle loro trame contro i giusti. Perché? Perché, come dice il salmo, chi spera nel Signore erediterà la terra, e il Signore sa che i malvagi affronteranno la resa dei conti”, spiega la Branch.

La studiosa vede dell’umorismo anche nello scaricabarile nell’Esodo. Mentre Mosè incontra il Signore sul monte Sinai, gli ebrei appena liberati sono lì sotto, adorando un vitello d’oro e dichiarando che quello, e non il Signore, li ha condotti fuori dall’Egitto.

“Né Dio né Mosè vuole quella folla chiassosa in quel momento. Come una patata bollente, la responsabilità degli ex schiavi viene passata dall’uno all’altro”, ha riassunto la Branch. “Il Signore agisce per primo, dicendo a Mosè che gli israeliti ribelli sono ‘il tuo popolo’, ma Mosè declina rapidamente qualsiasi associazione con loro. Per quanto lo riguarda, quello non è il suo popolo! Passando alla modalità di intercessione e parlando in quello che è senz’altro un tono rispettoso, Mosè dice: ‘Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente?’”

La Branch trova dell’umorismo anche nel Nuovo Testamento, e in luoghi e modi che non ci si aspetterebbe. Il fatto stesso che 5.000 persone fossero così attirate dalla personalità di Gesù da seguirlo dimenticandosi completamente di portare del cibo con sé (il che ha portato alla moltiplicazione dei pani e dei pesci) mira a suscitare una risata, secondo la Branch.

Le abitudini alimentari sono un’altra fonte di umorismo quando Gesù risuscita dai morti una bambina. “Nella casa di Giairo, uno dei capi della sinagoga, Gesù usa la conoscenza pratica per spezzare una situazione tesa”, scrive la Branch. Dopo che Gesù ordina alla figlia 12enne di Giairo “Talità kum”, che significa “Fanciulla, alzati”, e la ragazzina si alza e gira per la stanza, chi si trova lì rimane esterrefatto. Gesù si compiace del fatto che i presenti siano stupiti per i suoi poteri? No, dice loro di darle da mangiare.

“Una reazione umana naturale – quando il dolore viene trasformato in una gioia inaspettata come quando una ragazzina morta viene riportata in vita – è forte come una risata o uno sparo. Gesù scherza ricordando a tutti che una ragazza che è stata malata e ha sperimentato la morte e ora è tornata in vita ha fame! Ovviamente deve mangiare! Tutte le dodicenni hanno un bell’appetito! Questa dichiarazione tempestiva e pratica di Gesù spezza la tensione”, dice la Branch.

Se la sua visione della storia del Vangelo è valida, si allinea a un antico costume noto come risus paschalis – la risata pasquale. La resurrezione di Cristo stesso dai morti è una causa di gioia, come quella della ragazzina, al punto che alcuni sacerdoti del XV secolo irroravano le loro omelie pasquali con l’umorismo, incoraggiando a ridere durante il periodo pasquale.

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