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L’infinito più uno, grazie a un vecchissimo Gameboy

BOY, PLAY, CONSOLE

Refat | Shutterstock

Annalisa Teggi - pubblicato il 28/11/19

Ai giovanissimi ricordiamolo con entusiasmo: i limiti sono qualità. Parola di Fabio Kenobit Bortolotti, che riesce a tirar fuori musica sempre nuova e pazzesca da un Gameboy.

La frase che, come madre, mi sento ripetere più spesso è: «Smettila coi videogiochi!». Altrettanto spesso, capisco che sbaglio a dirla; crea solo un cortocircuito vizioso tra me e mio figlio. Vorrei riuscire a essere propositiva e non solo percepita come quella che toglie il divertimento. Ma è vero divertimento quello che mio figlio si gode davanti allo schermo di una console? Qui si apre una finestra enorme di riflessioni, cerchiamo di fissare lo sguardo su uno spiraglio … di luce, possibilmente.




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I videogiochi attuali sono meravigliosi dal punto di vista della grafica e delle possibilità, la cosa più banale ma vera da dire è che ci puoi fare tutto. E questo è uno dei tanti nei della tecnologia sempre più avanzata: insinuare che l’entusiasmo e il divertimento crescano quanti più strumenti e pulsanti e colori e immagini si hanno a disposizione. Sarebbe ora di ricordare che la vera creatività si smorza se viene chiusa in una stanza stipata di roba. So che sembra non accattivante usarlo come esempio, ma Leopardi scrisse L’infinito perché una siepe gli impediva la vista.

TETRIS, BRICKS, GAME
Radachynskyi Serhii | Shutterstock

Il limite è un alleato potente del divertimento, della fantasia e dell’entusiasmo. Ed è un peccato che i giovanissimi vivano in un mondo che vuole convincerli del contrario: da ogni parte ricevono input ad abbuffarsi di qualunque cosa, dal cibo alla musica; eppure quando erano piccoli hanno trascorso ore indimenticabili a inventarsi mondi partendo da una foglia trovata per terra. Quella resta la strada giusta.


CHILD, PLAY, LEAF

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Ne ho avuto conferma guardando un video che fa parte di un progetto di educazione digitale pensato e realizzato da Andrea Visconti. Era già stato ospite qui su For Her per parlarci della fiaba inventata per i suoi figli per parlare loro in modo positivo del fallimento. Proprio pensando a loro è nato anche un percorso per conoscere meglio le nuove tecnologie, in una forma semplice e accattivante:

Da papà di 3 figli nativi digitali non ho potuto fare a meno di accorgermi di quanto i miei figli fossero attratti dalla tecnologia. Da addetto ai lavori ne conoscevo rischi ed opportunità legati al mio lavoro, ma non capivo che impatto potesse avere la tecnologia sui bambini. Per questo ho studiato questo fenomeno leggendo decine di libri e ricerche scientifiche, ma mi sono accorto che la parte più interessante era il confronto con altri genitori e con esperti di bambini e di educazione digitale, per cui perché non condividere questi confronti anche con altri? L’idea è molto semplice, permettere a tutti di partecipare al confronto su questo tema, per poter diventare noi tutti, genitori ed educatori, più consapevoli dei rischi e delle opportunità offerti dalla tecnologia, senza esaltarla e senza demonizzarla, perché in fondo le tecnologie sono solo strumenti, quello che conta sono le persone! (da Andrea Visconti)

Togli che ti diverti

In una puntata di questo percorso di educazione digitale è intervenuto Fabio Bortolotti, in arte Kenobit, armato di uno strumento amatissimo dalla mia generazione ma quasi un reperto bellico agli occhi dei miei figli. Il mitico Gameboy. In mano a lui la vecchia console si trasforma in uno strumento musicale dalle potenzialità infinite, questa arte si chiama chiptune. Ne ignoravo l’esistenza, ma è bello ascoltarlo spiegare perché lo attraggono e appassionano i ben pochi suoni che è capace di mettere a disposizione il Gameboy.

La cosa che mi ha fatto innamorare del Gameboy è la limitazione. […] In questo presente in cui abbiamo degli oggetti che fanno tutto (gli smartphone fanno tutto, i computer fanno tutto), trovo che le limitazioni siano features. Togliere una funzionalità è una funzionalità. Nel Gameboy questo fenomeno è estremo, perché ci sono solo 4 voci.

Features, vale a dire qualità. Sì, il limite è un grande alleato; è una qualità che sottrae spazio allo strumento per mettere tutte le energie in mano al soggetto. Ecco allora che una prima risposta a quella domanda da cui sono partita è possibile: caro figlio mio, non credere che sia divertente ciò che ti rovescia addosso funzionalità e possibilità, la vera creatività è infinita quando può scatenarsi con poco a disposizione. Vallo a chiedere ai milioni di musicisti che da millenni hanno fatto e faranno meraviglie con sole sette note …

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