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Ecco il vero significato della “spada di San Michele”

SAINT MICHEAL

Dervish Candela

San Michele Arcangelo

don Marcello Stanzione - pubblicato il 27/11/19

Rappresenta quell’essenza affilatissima e peculiare in grado di separare e far trionfare il Bene sul Male

L’iconografia sacra normalmente raffigura San Michele splendente di luce con la spada sguainata luminosa. L’iconografia raffigura l’Arcangelo Michele come un guerriero nell’atto di sconfiggere Satana, rappresentato sotto forma di serpente o drago, o spesso, con corrotti lineamenti antropomorfi. L’arma che egli impugna è di solito la spada, presente sia nella tradizione iconografica orientale sia in quella occidentale quale elemento di forza, ma anche simbolo di guarigione e di giustizia.

Questa è forse l’icona più largamente utilizzata dagli artisti. Le molteplici posizioni della spada sono motivo di varie interpretazioni da parte di alcuni esegeti. Nell’economia di questa piccola nota, comunque, è sufficiente osservare che essa appare tale da far pensare sempre a un controllo, a un’azione limitante sul maligno, ma mai a un’azione cruenta e definitiva. Michele si limita a frenare i bollenti spiriti del Maligno, a impedirne la diffusione e la corruzione sull’essere umano.

SAINT MICHEAL
Domaine Public
Saint Michel archange.

“Ti punisca il Signore”

Il combattimento, che si consuma nel cielo tra il fedele Michele e i suoi Angeli e Lucifero e le sue losche schiere mira, si limita e ottiene come risultato quello di scacciarli dal cielo, dover, perduta la grazia, non ci può essere più posto per loro. Satana è stato separato dal regno dei cieli, per cui nelle relative rappresentazioni il celeste Condottiero, già vittorioso, lo tiene a bada sotto i suoi piedi, quindi, non è un combattimento volto alla distruzione, non vi sono visi tesi e movimenti cruenti, Michele non distrugge e non giudica, si erge con il suo “Chi come Dio?” a difensore della reggenza divina sul cosmo e pone il potere di giudizio solo nelle mani del Sommo Creatore.

L’Arcangelo, anche “quando in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti punisca il Signore”.

Il libero arbitrio

E, in definitiva il medesimo atteggiamento del Cristo sulla croce che dice “Padre perdona loro” e non “Io vi perdono!”. In realtà la spada di Michele rappresenta quell’essenza affilatissima e peculiare in grado di separare e far trionfare il Bene sul Male, e con il suo esempio di fedele servitore di Dio, indica all’uomo, creato liberto, la giusta strada della salvezza. Il tema del libero arbitrio, della dialettica tra il Bene e il Male è ben rappresentato in una tela del noto artista veneto Lorenzo Lotto (1480 – 1556/7). Raro esempio in cui s’incontra questo particolare tema iconografico di Lucifero non ancora mutato in demone, ma colto nel momento limitale in cui la “caduta” dal cielo inizia a corrompere l’essenza dell’angelo sovvertitore (la coda) il breve passo che può portare alla dannazione, l’autore ritrae Lucifero intenzionalmente simile nella sua forma angelica e quella dell’Arcangelo Michele.

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Youtube
"San Michele arcangelo caccia Lucifero", Lorenzo Lotto

I due protagonisti sono contrapposti anche nella posizione e nel movimento, accentuando notevolmente la separazione tra i due: l’empio, che per la sua scelta, cade sempre più giù, mentre il giusto si eleva. La mano sinistra di entrambi è tesa l’una verso l’altra, ma Lucifero, in un ultimo spezzante gesto d’orgoglio (marcato dalla fiaccola spezzata della conoscenza che separa i due), conferma la sua ribellione, convalidando, mi pare, la testi che non c’è predestinazione, ma tutto dipende dalle scelte personali che facciamo. Altra rara e forse unica rappresentazione è possibile ammirarla a Mount St. Michael in Inghilterra. Si potrebbe chiamare “Arcangelo del soccorso”. Egli non impugna la spada, ma la tiene alzata per la lama a indicare la sua intenzione non guerriera; la presenta come una croce a simboleggiare la vita del Cristo come scelta che, una volta effettuata, permette di afferrare a mano offerta dall’Arcangelo con il palmo in alto in segno di aiuto.




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La scelta di Satana

Tale immagine appare, pertanto, più come un segno di speranza per l’uomo che di dannazione eterna, esprime l’infinito amore di Dio per tutto ciò che è sua creatura, basta volerlo e corrispondere al suo amore.

Sappiamo che, prima delle origini della storia umana, Satana fece una scelta negativa, volle contendere il primato a Dio, e da creatura, auto deificarsi. La sua essenza di spirito perfetto non ammette il pentimento e il conseguente perdono ed è appunto la radicalità della sua opzione a condannarlo eternamente. Dopo la caduta di Satana, gli Angeli cantarono lodi a Dio e una voce diceva:Ora è venuta la salvezza e la potenza, il regno del nostro Dio, e il potere del suo Cristo” (Apocalisse 12,10).

La lotta tra Bene e Male

La vittoria di Michele dunque, è strettamente correlata all’intronizzazione dell’Agnello e all’avvento della Gerusalemme Celeste. D’altra parte, il santo Condottiero è dello stesso rango del suo superbo avversario, pertanto le forze in campo sono alla pari e le possibilità di vittoria sono uguali. L’esito della battaglia dipende dalla diversa e libera scelta dei due: l’abbandono fiducioso di Michele al disegno salvifico del Creatore; Lucifero, invece, non accetta il progetto di Dio per la salvezza degli uomini, e invidioso (del Figlio) e arrogante, decide di non servire, risoluzione che lo allontana dallo stato di grazia. Ed è proprio ciò che viene a costituire la differenza tra i due e per la quale Michele vince.

La lotta tra il Bene e il Male sulla terra è la logica conseguenza della guerra avvenuta in cielo. L’azione del demonio si fa sentire in tutti i tempi: “Egli fu dato ogni potere sulla terra”. Ma, se il potere del “serpente antico” è grande, il potere della Grazia lo è di più: “Chi avrà perseverato sino alla fine” dice Gesù, “sarà salvato!”.




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