I seguaci di Gesù non sono sempre stati in gradi di praticare la loro fede apertamente, ma l’hanno conservataSabato sera si è svolto un servizio di preghiera per i cristiani che vengono perseguitati nel mondo per la loro fede. Il servizio ha avuto luogo nella basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione di Washington, D.C., ma non nella grande chiesa superiore, che può ospitare migliaia di persone, ma nella piccola cripta sotterranea.
La sede era appropriata. Per alcuni, la parola “cripta” ha connotazioni inquietanti: un luogo nascosto e oscuro, che spesso contiene le ossa di persone morte da molto tempo.
“Cripto” è usato per indicare cose nascoste, e “cripto-cristiani” è un termine diventato corrente, riferito ai seguaci di Cristo che per un motivo o per l’altro devono nascondere la loro fede a tutti coloro che non condividono la loro fede.
Il gruppo che ha tenuto il servizio di preghiera di sabato, Aiuto alla Chiesa che Soffre, è sorto sulla scia della II Guerra Mondiale per assistere i rifugiati in Europa. Il suo lavoro si è poi esteso per assistere i “cripto-cristiani” in tutto il mondo.
Il concetto di cripto-cristianesimo ha una lunga storia. Si potrebbe quasi dire che esiste fin dall’inizio, visto che Gesù ha detto spesso ai suoi discepoli e a coloro che guariva di tenere segreti i miracoli che aveva compiuto. Fino a Pentecoste gli apostoli mantenevano un basso profilo, temendo di fare la stessa fine di Gesù.
Come ha sottolineato lo storico Philip Jenkins, non è facile studiare i cripto-cristiani, perché la natura stessa della loro esistenza è nascosta. “In teoria, i credenti nascosti dovrebbero essere immuni agli studi, visto che non dovrebbero emergere mai; le persone che possono essere studiate sono solo quelle meno discrete”, ha scritto in un articolo di Christian Century.
Possiamo essere però piuttosto certi del fatto che da qualche parte del mondo esistono ancora oggi, in Paesi dominati da regimi atei o da religioni ostili al cristianesimo.
Ecco una breve rassegna della storia del cripto-cristianesimo:
Impero Romano. Alan Schreck, autore di The Compact History of the Catholic Church, afferma che il governo romano inizialmente ignorò i cristiani, anche perché appartenevano principalmente alle classi sociali più basse e includevano molte donne e numerosi schiavi. Nel 64 d.C., però, l’imperatore Nerone li incolpò di un grande incendio a Roma. “I cristiani seppellivano i loro morti, pregavano e a volte si nascondevano nelle catacombe (cripte funerarie sotterranee) di Roma durante quelle prime persecuzioni”, scrive.
Il termine “catacomba” sarebbe stato applicato anche in futuro ai cripto-cristiani, anche se i loro luoghi di adorazione non erano cripte sotterranee.
Francia. Sulla scia della Rivoluzione Francese, 30.000-40.000 sacerdoti vennero costretti a nascondersi o a esiliarsi dopo aver rifiutato di giurare fedeltà al governo che avrebbe compromesso la loro lealtà al Papa. In seguito molti vennero uccisi quando la rivoluzione si radicalizzò nel 1793, dice Schreck. I governanti cercarono di escludere il cristianesimo dalla società, favorendo una “religione della ragione”.
“La vera fede della gente non poteva però essere soppressa”, indica Shreck.
Giappone. San Francesco Saverio arrivò in Giappone il 15 agosto 1549, e inizialmente ebbe molto successo nella diffusione del Vangelo. Dopo 50 anni c’erano circa 300.000 cristiani in Giappone. Le cose iniziarono a peggiorare quando un vascello che portava dei Francescani spagnoli arrivò vicino a Tosa, e il capitano sottolineò stranamente che i missionari erano stati inviati a preparare la conquista del Paese. Il governante giapponese diede ordine di stilare una lista dei cristiani giapponesi, e il 5 febbraio 1597 26 cristiani vennero crocifissi a Nagasaki. La persecuzione si attenuò per un po’, ma riprese nel 1614, quando lo shogun Ieyasu Tokugawa decretò l’abolizione del cattolicesimo.
Per far emergere i cristiani nascosti, i funzionari chiedevano che la gente calpestasse un’immagine di Cristo. I Kakure Kirishitan (“Cristiani Nascosti”) adoravano in luoghi remoti, e in alcuni casi mascheravano la loro fede praticando la religione dominante. In almeno un tempio buddista si può torvare oggi una piccola statua femminile vicino a una più grande di Buddha. Quando i cristiani si chinavano davanti alla statua più piccola, stavano pregando la Beata Vergine Maria.
Impero ottomano. Anche se l’islam si diffuse rapidamente dalla sua fondazione nel VII secolo, solo nel XIV la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente divenne sistematica e violenta.
“Le cose cambiarono rapidamente durante la I Guerra Mondiale”, scrive Philip Jenkins su Christianity Today. “Massacri ed espulsioni spazzarono quasi via le consistenti comunità armena e greca in Anatolia (oggi Turchia). Sommando armeni, assiri e greci, omicidi e morte per fame uccisero più di due milioni di cristiani tra il 1915 e il 1922”.
“La Chiesa orientale illustra perfettamente questa lunga sopravvivenza e la profonda crisi attuale”, scrive Jenkins. “I disastri del XIV secolo ridussero quello che una volta era un corpo transcontinentale a una realtà molto più esigua. Queste vestigia sono rimaste in Iraq, Siria e Anatolia per sette secoli. Nell’ultimo periodo, i giuristi e i demagoghi musulmani della linea dura si sono battuti per inventare nuove umiliazioni da infliggere ai cristiani: limiti a quello che potevano indossare i credenti, alle case che potevano possedere e ai cavalli che potevano cavalcare. Nel periodo peggiore, i cristiani si vestivano di stracci per evitare di dare qualsiasi idea di ricchezza, che avrebbe invitato gli altri a impadronirsi delle loro proprietà”.
Unione Sovietica. Come modo per disinnescare il nazionalismo ucraino, il leader sovietico Josip Stalin orchestrò un concilio ecclesiale che nel 1946 bandì la Chiesa greco-cattolica ucraina. I fedeli continuarono a praticare la loro fede in modo clandestino, e vescovi e sacerdoti venivano incarcerati quando erano scoperti.
Il vescovo Vasyl Velychkovsky accolse i cristiani sotterranei nel suo appartamento a Leopoli (Ucraina), celebrando la liturgia divina e ordinando perfino sacerdoti che avrebbero poi esercitato segretamente il loro ministero. Per altare e paramenti liturgici usava un semplice tavolo e degli oggetti di uso comune che riusciva a spargere nell’appartamento in caso di visita della polizia.
“Anche quando le chiese istituzionali svaniscono, i credenti persistono in molti modi diversi”, ha scritto Jenkins. “Come si è lamentato Anatoly Lunacharsky, frustrato ministro dell’istruzione sovietico, nel 1928, ‘La religione è come un chiodo: più la colpisci, più entra profondamente nel legno’. A volte va talmente a fondo che non si riesce nemmeno a vederla”.
Scrivendo nel 2014, quando lo Stato Islamico occupava i titoli dei giornali per la sua campagna di sangue contro i cristiani, gli yazidi e i musulmani ritenuti non abbastanza fedeli, Jenkins ha predetto che in Iraq e in Siria la pratica del cristianesimo sarebbe stata “molto più difficile sotto un regime islamista estremo che sotto i ba’athisti secolari, ma i ‘cripto’ hanno spesso resistito per periodo sorprendentemente lunghi, fino al ritorno di tempi migliori”.
“Dovremo parlare dell’estinzione del cristianesimo mediorientale?”, ha concluso Jenkins. “Vedremo. Tornate tra 500 anni”.