Ciò che cambia radicalmente la “qualità” della nostra vita, intesa in senso profondo e spirituale e non come quantità di comfort a disposizione, è lo sguardo che sentiamo su di noi. La nostra fragilità resta ma nello sguardo amante di Dio (e del nostro coniuge se siamo sposati) scopriamo di avere un valore pressoché infinito. Siamo pronti a lasciarci guardare così?
Come è possibile essere consapevoli della propria debolezza, della propria inadeguatezza, della propria fragilità e nel contempo sentire di essere forte? Abbastanza forte da portare in salvo la tua vita? Alla fine il cristiano è così. In realtà io mi sento debole anche da prima della conversione. C’è però una grande differenza tra prima ed ora. Prima non concludevo nulla. La vita mi spaventava, ogni impegno mi pesava. Passavo il tempo a sentirmi meno degli altri, c’era sempre qualcuno più bello, più bravo, più brillante. Qualcuno che era sempre più di me. Io mi sentivo sempre il mediocre, quello che sta in mezzo e che non viene notato da nessuno. Ero pieno di invidia e di risentimento verso chi era più di me. Gli invidiavo la vita e le qualità che possedeva. Ero in uno stato davvero penoso. Perché scrivo queste cose? Perché vedo tanta gente intorno a me che è nello stesso stato. Tanti giovani lo sono. Si può uscirne! Si può! Bisogna avere il coraggio di alzare lo sguardo. Smettere di invidiare le altre persone che sono più di noi. Ce ne saranno sempre. Alzare lo sguardo riconoscendoci miseri. La nostra miseria non deve essere qualcosa che ci blocca e che ci incattivisce. Questo accade quando il nostro sguardo è miope. Quando non arriva fino a Dio. La nostra miseria può essere quella leva che ci aiuta ad alzare lo sguardo, a cercare Dio. A riconoscerci bisognosi di Lui e del Suo amore. Allora tutto cambia. Lui ti guarda con lo sguardo di uno sposo innamorato. Tu che sei una sposa infedele. Come in Osea:
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
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E’ proprio così. Prendere coscienza delle proprie miserie, dei propri fallimenti, dei propri errori e delle proprie imperfezioni e poi alzare lo sguardo e incontrare quello di un Dio che ti ama nonostante quello che sei in quel momento, nonostante tu stesso non ti ami. Questo cambia tutto. Capisci che Dio ti ama di un amore unico. Capisci che ti ama perché sei tu e non perché meriti quell’amore. Capisci che la tua stessa vita è un dono che ti ha fatto Lui. Capisci che è sempre stato con te, ma che per farsi presente ha atteso che tu lo cercassi, per non essere invadente. Davvero ti ama dell’amore di uno sposo fedele e premuroso. Per questo gli sposi sono immagine dell’amore di Dio. Io ho ritrovato quello sguardo in Luisa. In lei mi sento forte perché lei mi guarda con lo sguardo di Cristo. Lei mi ama perché sono io senza che io debba dimostrarle nulla. Luisa mi ha reso più uomo, un uomo migliore, non chiedendomi nulla, semplicemente amandomi.
Come disse Costanza Miriano:
L’uomo si innamora quando ha al suo fianco una donna profondamente bella, che non si lamenta e che non cerca di cambiarlo: una donna spiritualmente profonda, che lo faccia innamorare nella più completa libertà, una donna capace di accoglierlo in tutto, che si fida della sua virilità nell’affrontare il mondo. Quello che arriva in cambio è straordinario: dedizione totale e disponibilità al sacrificio da parte dell’uomo.
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Ecco è proprio così. Io apparentemente non sono diverso da prima. Le mie fragilità ancora ci sono. Lo sguardo di Dio e lo sguardo della mia sposa mi danno però una forza e una determinazione che non pensavo di avere. Davvero comincio anche io a pensare di essere una meraviglia. Dio lo pensa perché io non dovrei? E tu? Sai di essere meravigliosa/o?
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