La masturbazione è un tema tabù. Per questo non se ne parla molto, e il poco che si dice non viene sempre proposto da un punto di vista adeguato.
Oggi vorremmo sfatare quattro miti piuttosto comuni sulla masturbazione.
Mito #1: Viene proibita per motivi religiosi
Una prima cosa che si dice della masturbazione è che la sua concezione negativa deriva dalla religione. Ciò vuol dire che tutti i tabù che ruotano intorno a questa pratica avrebbero la loro origine in una condanna che si potrebbe sostenere solo partendo da certe concezioni religiose.
Nei contesti in cui queste concezioni sono assenti, la masturbazione sarebbe considerata qualcosa di normale. Anche se è vero che la masturbazione ha una cattiva fama nei contesti religiosi, almeno nel cristianesimo, il motivo della condanna non è religioso.
Da un punto di vista cristiano, la religione non crea arbitrariamente i divieti morali, ma esplicita quello che si confa – o meno – alla natura dell’essere umano. Ad esempio, se il quinto comandamento, “Non uccidere”, non esistesse, per i cristiani non sarebbe lecito uccidere.
Curare e rispettare la vita umana non è una cosa che il cristiano è chiamato a fare solo perché è cristiano, ma principalmente perché è una persona. Il comandamento mette per iscritto una legge che è sempre stata “scritta” nel cuore di ogni essere umano.
Lo stesso accade con la masturbazione. La forza della condanna non si basa sul sesto comandamento, “Non commettere atti impuri”, ma sul fatto che si tratta di una pratica che pregiudica l’essere umano in quanto tale.
Il comandamento rafforza il divieto, ma non lo crea. Per questo è possibile – e necessario – cercare la giustificazione di questo divieto nel cuore dell’essere umano. È lì la risposta.
Mito #2: Viene proibita perché il piacere è qualcosa di negativo