Il Papa si è confrontato con i religiosi thailandesi al Santuario del Beato Nicolas Bunkerd Kitbamrung
I religiosi thailandesi hanno incontrato Papa Francesco al Santuario del Beato Nicolas Bunkerd Kitbamrung nel villaggio cattolico di Wat Roman a ovest di Bangkok.
Il Papa è stato accolto all’ingresso della Chiesa di San Pietro dal Parroco. Giunto all’altare, un sacerdote, una religiosa, un seminarista e un catechista gli hanno offerto dei fiori che il Papa ha deposto ai piedi di San Pietro. Poi, si è recato davanti al Santissimo e, dopo una breve preghiera silenziosa, ha raggiunto il podio.
«Sentiamoci chiamati a essere uomini e donne che aiutano a generare la vita nuova che il Signore ci dona. Chiamati alla fecondità apostolica, chiamati a essere agguerriti lottatori per le cose che il Signore ama e per le quali ha dato la vita», ha detto Francesco, che poi ha chiesto alla folla di presenti: come si coltiva la fecondità apostolica?
Un orizzonte “bello” e “sorprendente”
Francesco suggerisce di «ridestare alla bellezza, alla meraviglia, allo stupore capace di aprire nuovi orizzonti e di suscitare nuovi interrogativi».
Una vita consacrata «che non è in grado di aprirsi alla sorpresa è una vita che è rimasta a metà strada. Il Signore non ci ha chiamati per mandarci nel mondo a imporre obblighi alle persone, o carichi più pesanti di quelli che già hanno, e sono molti, ma a condividere una gioia, un orizzonte bello, nuovo e sorprendente».
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“La chiesa non cresce per proselitismo”
A quel punto Francesco ha citato un’espressione di Benedetto XVI, «che considero paradigmatica e persino profetica in questi tempi: la chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione (cfr Esort. ap. Evagelii gaudium, 14). «Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove» (ibid., 167).
“Non dobbiamo aver paura di inculturare il Vangelo sempre più”
Questo, secondo Francesco, «ci spinge a non aver paura di cercare nuovi simboli e immagini, una musica particolare che aiuti i tailandesi a risvegliare la meraviglia che il Signore ci vuole donare. Non dobbiamo aver paura di inculturare il Vangelo sempre di più. Bisogna cercare le forme nuove per trasmettere la Parola – ha concluso il Papa – capace di scuotere e ridestare il desiderio di conoscere il Signore: Chi è quest’uomo? Chi sono queste persone che seguono un crocifisso?»,
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