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Resistere e fare il primo passo in amore non è mai segno di debolezza

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Jacob Lund|Shutterstock

Semprenews - pubblicato il 22/11/19

Perché proprio io? Non potrebbe fare lui il primo passo? In amore vince chi fugge, dicono, ma la verità è che quando ci si fa male nessuno vince. Meglio non farne una questione di principio e mettersi in gioco sempre, in prima persona: l'altro non potrà restare indifferente.

di Marco Scarmagnani

Resistere. Resistere. Resistere! Non è il motto dei perdenti rassegnati, ma di chi sa che per crescere nella relazione di coppia serve forza, dedizione, coraggio.

Buongiorno Marco, io e mio marito abbiamo difficoltà di comunicazione da circa 5 mesi. Non che ci siano cose irreparabili, ma un progressivo allontanarsi, irrigidirsi, scambiarsi solo informazioni di servizio. Io penso che l’abbiamo fatto un po’ anche per ripicca. Era successo ancora. Poi, a turno, uno faceva un passo e l’altro piano piano si scioglieva. Stavolta non sta succedendo. I tentativi che abbiamo fatto di avvicinarci, anche intimamente, sono andati male, e alla fine siamo sempre più freddi e distanti. Io adesso provo proprio repulsione per lui. Ci sono due figli che secondo me ne stanno soffrendo di questa situazione. Alessandra

Qual è la differenza tra le coppie che funzionano e quelle che fanno fatica? Meno litigate? Più compatibilità di carattere? Meno tentativi di ognuno di avere ragione? Niente di tutto questo! La differenza più significativa è nella capacità di rilanciare continuamente. O, detto in altro modo, di ricucire in fretta gli inevitabili momenti di incomprensione e lontananza.
Trattare bene il partner conviene!

Ci sono dei fattori educativi e culturali, ed altri temperamentali, che determinano questa maggiore propensione. C’è chi è cresciuto sentendo frasi tipo «Non vorrai mica dargli/darle soddisfazione» o «Se lo/la tratti bene poi si abitua e se ne approfitta, e ti mette i piedi in testa». Pensieri distorti che entrano nei meandri della nostra psiche come una neoplasia. Che tendono ad ingigantirsi più li alimentiamo.
Altri invece si sentono più imbarazzati e non sanno con che parole o atteggiamenti iniziare. Una sorta di timidezza all’approccio. Che poi, a volte, è paradossale come si possa essere timidi a fare il bene e a dire belle parole e assolutamente sfacciati nell’arrabbiarsi.


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Come riconquistare l’amore?
Certo, in teoria lo sappiamo tutti che bisogna finirla, ricucire, passare oltre. Se siamo cattolici pure che dobbiamo (dobbiamo o possiamo?) perdonare e rimetterci in comunione con la persona unita nel sacramento del matrimonio. Ma a volte mancano gli strumenti concettuali e il sostegno emotivo.
Quando si è in empasse una domanda pervade la relazione: chi inizia? Chi fa il primo passo?
La risposta è una sola: io.
I bambini hanno il diritto all’amore incondizionato dei loro genitori. Gli adulti invece condizionano l’amore.

L’amore maturo si costruisce di giorno in giorno.
Non è l’amore, o meglio: non è la parte sentimentale dell’amore, che determina il comportamento. È il comportamento, scelto deliberatamente, che determina la qualità della relazione.
Allora Alessandra, affrettati, studia il sistema migliore per ricucire il rapporto con tuo marito (a lui direi la stessa cosa). Fallo in principio perché lo ritieni giusto, e poi scoprirai che, rivolgendoti a lui gratuitamente e ben disposta, ti sentirai già meglio, indipendentemente dalla sua risposta.
A maggior ragione se non c’è nulla di grave.
L’amore matrimoniale è per i forti, per i risoluti, per i perseveranti.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE DI MARCO SCARMAGNANI PUBBLICATO DAL BLOG SEMPRE NEWS

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