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“La pornografia è presente in 8 Confessioni su 10”

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Chepko Danil Vitalevich - Shutterstock

Mathilde De Robien - pubblicato il 21/11/19

Sposato, vedovo e poi sacerdote, Martin-Prével apporta una visione molto interessante sullo tsunami che rappresenta oggi la pornografia

Padre Michel Martin-Prével è stato sposato per 32 anni, ha 3 figli e 7 nipoti. Dopo la morte della moglie è stato ordinato sacerdote 10 anni fa nella Comunità delle Beatitudini. Il tema della pornografia lo preoccupa molto come padre e nonno. Riceve molte confidenze da parte dei giovani, e offre loro un vero tesoro: il messaggio della Chiesa sulla sessualità.

Percepisce un aumento del consumo di materiale pornografico tra i giovani?

Sì, nell’arco di qualche anno la pornografia è diventata quasi onnipresente. Gli adolescenti presentano vere debolezze e sono facili prede. Ora in 8 Confessioni su 10 constato che tra i ragazzi la pornografia è un problema.

È una percentuale elevatissima. Come spiega questo fenomeno?

In primo luogo, grazie ai dispositivi digitali attuali la pornografia è diventata di facilissimo accesso. Spesso gli adolescenti la prendono come un gioco. I giovani mi dicono “Ma era solo per ridere!”

E poi si vuole fare come fanno tutti, mostrare che si sta al gioco, per non rimanere fuori, e allora si guarda.

A volte tra alcuni c’è la necessità di “contaminare” gli altri. Si coinvolgono compagni più piccoli per giustificarsi, per verificare che il proprio interesse per la pornografia non è unico, ma unisce tutti. Se gli altri seguono, si attenua il senso di vergogna, perfino di peccato.

Poi, una volta che il giovane ha guardato materiale pornografico e ha provato una certa eccitazione, può nascere l’abitudine, perfino la dipendenza, da questo piacere, esacerbato dalla pubertà. Diventa un circolo vizioso che coivolge molti giovani.

Quali sono le ripercussioni?

Il corpo è considerato solo come un oggetto. In alcuni adolescenti c’è una mancanza totale di pudore, e lo prova la pratica di farsi selfie delle parti intime per poi postarli sulle reti sociali (una pratica definita dallo psichiatra Serge Tisseron “estimità”).

Oltre agli effetti psichici, legati ai traumi delle immagini violente e degradanti, sottolino gli squilibri e le ripercussioni profonde quando preparo i giovani al matrimonio.

La pornografia trasmette un’immagine degradata della donna, che viene ridotta a oggetto di piacere. C’è un “effetto ritardato” nella vita sessuale adulta.

Quali consigli darebbe ai genitori?

L’ex presidentessa dell’associazione dei genitori degli alunni delle scuole cattoliche in Francia, Caroline Saliou, ha proposto questa immagine forte: “Dare un iPhone 6 a un bambino di 12-13 anni è come dare un taglierino a uno di 6 o 7”.

I genitori devono svolgere un grande lavoro! Li invito ad avere il coraggio di affrontare la curiosità dei loro figli. Il dialogo è necessario: senza di esso, i figli si rivolgono ad altre fonti di informazione.

Ci sono sufficienti temi di attualità per affrontare la questione della pornografia con i vostri figli. Si tratterà di suggerire senza imporre, di offrire la propria opinione sulle loro compagnie, di dare il buon esempio riguardo all’uso degli schermi.

Ai genitori spetta anche l’educazione affettiva e sessuale, spesso impartita male nelle scuole. I bambini imparano la biologia della riproduzione, l’anatomia del corpo umano, le tecniche anticoncezionali…, ma non si parla mai del senso della sessualità, della sua relazione con l’amore, della tenerezza, dell’affettività.

I genitori sono chiamati a mostrare empatia nei confronti dei loro giovani, a instaurare un clima di dialogo, perché soffrono e hanno inquietudini durante la pubertà, che è un periodo di lotta.

Sono i genitori che devono rivelare la bellezza della Creazione, della sessualità, ai figli, che aspettano solo di comprendere questo linguaggio.

È anche importante rivelare loro che le immagini pornografiche non sono la realtà, che non sono altro che menzogna e simulazione, che si tratta di un’industria che raccoglie molto denaro sfruttando donne e bambini.

Qual è il suo posto, in questo discorso, come sacerdote?

Gli scandali collegati agli abusi sessuali commessi all’interno della Chiesa hanno screditato in qualche modo i sacerdoti al momento di parlare della bellezza del corpo e della sessualità.

Come sacerdote, però, non devo vergognarmi all’idea di parlarne, perché la Chiesa ha un messaggio luminoso da rivolgere al mondo.

La sessualità, per com’è presente nella Teologia del Corpo di Giovanni Paolo II, ad esempio, e com’è pensata nel progetto divino, è un tesoro! E se la Chiesa, che possiede questo tesoro, non lo offre ai giovani cosa darà loro?

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