Di santi ce ne sono per tutti i gusti, anche per gli appassionati di formaggi! La storia di questa vergine, vittima di un tranello, ha portato alla conversione anche quel marito che l’aveva ingiustamente uccisa.Non è che io non ci abbia provato, a rendere i dovuti onori alla storia di Santa Juthwara, di cui ricorre la memoria il 18 novembre.
E non è nemmeno che i miei tentativi di raccontare la sua storia si arenassero in un nulla di fatto, a dire il vero. Perché se la linea editoriale di questo blog è raccontare storie esilaranti su improbabili santi semi-sconosciuti, beh, Santa Juthwara sembra esser venuta al mondo col solo scopo di aggiudicarsi un post su questo sito.
Però, sapete cosa?
Certe storie, non val nemmeno la pena di raccontarle.
Di certe storie, l’ironia surreale si coglie meglio se la si lascia filtrare dalle pagine seriose di un testo accademico. Ché trovare un blog che “scherza con i Santi”, non è questa gran sorpresa: ma trovare questa voce nel serioso Oxford Dictionary of Saints.
Traduco testualmente:
JUTHWARA (AUDE) (date sconosciute), vergine (e martire?): santa britannica, forse originaria della Cornovaglia. L’unico dato certo sulla sua persona è il fatto che le agiografie che la riguardano sono un guazzabuglio di assurdità.
Secondo la Legenda di Sidwell, Juthwara fu vittima di una matrigna gelosa. Dopo la morte di suo padre, la ragazza – una devota cristiana che conduceva una vita di preghiera, sacrifici e digiuno – cominciò a soffrire di un dolore al seno […]. La matrigna le consigliò di curare la malattia applicando sui seni due formaggi freschi a pasta molle; dopodiché, raccontò a suo figlio – un giovane di nome Bana – che Juthwara era rimasta incinta [mentre lui era assente]. Il ragazzo si infuriò, esaminò i vestiti di Juthwara, scoprì che erano sporchi di latte in corrispondenza del seno, e senza neanche pensarci sopra mozzò prontamente la testa alla giovane.
A quel punto apparve la consueta sorgente d’acqua [sul luogo del martirio]; Juthwara prese la sua testa sottobraccio e la portò fino alla chiesa locale; Bana si pentì, divenne un monaco, e fondò un monastero a Gerber (località successivamente conosciuta come Le Relecq).
[…] La consueta iconografia di Santa Juthwara la rappresenta mentre tiene in mano una forma di formaggio fresco.
E se volete commemorare degnamente la festa di cotanta martire, fatelo mangiando uno stracchino in suo onore. Siete liberi di non crederci ma è l’esilarante verità: in virtù del suo martirio, la vergine Juthwara è diventata la santa patrona di tutti i formaggi freschi a pasta molle.
Non so voi, ma io già l’amo.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE DAL BLOG UNA PENNA SPUNTATA