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Come vedere la bellezza in mezzo alla distruzione

CRACKED EARTH

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Limiter l’augmentation globale des températures moyennes à 1.5°C, une urgence vitale.

padre Carlos Padilla - pubblicato il 19/11/19

Niente angoscia né panico davanti al male. Non voglio temere, non devo difendermi, sono nelle mani di Dio

Ci sono momenti in cui i segni visibili del male mi preoccupano. Sembra che tutto sia perduto, che non ci sia niente da fare. Non sento forse dire spesso che tutto è perduto? È la disperazione del cuore che ha smesso di guardare Gesù.

Non mi turbo vedendo il male tanto vicino alla mia casa, alla mia famiglia, al mio cuore? Mi stupisco, mi spavento, mi riempio di panico.

Gesù stesso annuncia tempi difficili:

“Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta»”.

Alla fine di quest’anno liturgico, Gesù vuole che comprenda che vivo tempi difficili. E io so che lo sono. Manca la pace, e manca la speranza. C’è violenza intorno a me. Manca quella comunione che desidero in Gesù. E Gesù vuole che Lo guardi e confidi:

“«Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine». Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome”.

Ma non voglio temere. Non devo difendermi. Sono nelle mani di Dio. Me lo dice Gesù. Mi chiede di non entrare in panico. Di non diventare codardo. Di non diffidare del suo potere. Egli può compiere ogni bene in mezzo al male.

Può seminare la pace nella mia anima in guerra, e può porre fine alle paure che mi turbano e mi impediscono di avanzare. Mi è chiaro che Egli può farmi vedere la bellezza in mezzo alla distruzione, nel malessere del deserto.

Può seminare speranza in mezzo alla mia diffidenza. Dio può fare tutto. Lo guardo e voglio confidare. Diceva Victor Hugo:

“La pupilla si dilata nelle tenebre e finisce per percepire chiarezza, come l’anima si dilata nella disgrazia e finisce per trovarvi Dio”.

Nella disgrazia posso trovare Dio che sostiene i miei passi, che veglia sul mio cammino. Voglio che le mie pupille si dilatino per cercare Dio che cammina al mio fianco.

La vittoria sul male è possibile. L’amore è più forte dell’odio. Lo so, ma ho bisogno di ascoltarlo mille volte, perché altrimenti la tristezza si impadronisce della mia anima.

C’è sempre una nuova opportunità. Un nuovo sogno si risveglia a ogni alba. Voglio tornare bambino per confidare di nuovo nella vittoria di Dio. Leggevo giorni fa:

“Quello che fa la favola è esattamente questo: attraverso una serie di chiare rappresentazioni pittoriche, ci abitua all’idea che quei terrori illimitati abbiano un limite; (…) che quei nemici infiniti dell’uomo abbiano nemici nei campioni di Dio; che ci sia qualcosa nell’universo più mistico delle tenebre e più potente della paura potente”.

I figlio di Dio trionfano. I figli della luce vincono sui figli delle tenebre. Potrà perdere la vita. Potrò perdere la forza. Potrò sentirmi perduto nel mio desiderio di vincere. Non importa.

Gesù mi sostiene e mi salva nel momento peggiore della mia vita. Quando tutto sembra perduto mi riscatta dalla morte e mi salva per l’eternità.

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Daniel Reche

Nel frattempo, però, sperimento il turbamento e la persecuzione. Il dolore dell’infamia. L’angoscia della sconfitta imminente.

Mi mancano le forze, e confido perché Dio mi promette che mi metterà in bocca parole per accendere di nuovo la fiamma della speranza.

Gesù ha già vinto la morte, per questo non temo. Gesù è già arrivato in cielo e ha aperto la porta dell’eternità perché per essa passi la mia carne ferita.

Gesù è già arrivato alla fine del cammino che sto percorrendo. Per questo non temo. Come in una favola in cui il lieto fine è assicurato.

C’è un freno che ferma i fantasmi, quelli che sono pieni di odio e vogliono solo il mio male. La disperazione in cui posso cadere non ha senso, perché Gesù ha già vinto la morte. E la speranza mi riempie l’anima. È più luminosa di tutte le tenebre. È più grande di tutte le mie paure.

Mi alzo con il cuore felice e tranquillo. Gesù è venuto a salvare la mia vita, e il suo sguardo mi solleva. Credo che Egli semini nella mia anima parole piene di luce e di vita perché chi è con me non continui a temere.

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