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Signore, prima del mio corpo, guarisci il mio desiderio di felicità

HIDING

Yuricazac|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 18/11/19

L'incontro con Cristo è il primo miracolo che dobbiamo chiedere per la nostra vita. Altrimenti siamo ciechi, nel senso più profondo del termine: viviamo senza vedere dove andiamo, senza dare un senso a quello che facciamo, nemmeno alla sofferenza. E' quando lasciamo i nostri desideri per incontrare Lui, quando ci mettiamo con fiducia nelle Sue mani, che torniamo a vedere davvero.

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.
Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:
«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

Luca 18,35-43

Quando non si vede più dove si sta andando nella vita. Quando l’orizzonte di senso è oscurato, noi siamo come dei ciechi, al buio. La vita non è più vita ma è un inferno dove cerchiamo di sopravvivere elemosinando l’esistenza. È questa la condizione rappresentata dall’uomo del vangelo di oggi. Eppure c’è un miracolo prima del miracolo.

“Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!»”.

Ecco il miracolo prima del miracolo: il desiderio di quest’uomo di incontrare Qualcuno che possa riconsegnargli ciò che la vita gli ha tolto. La nostra prima vera guarigione non è tanto da ciò che ci affligge ma è nei nostri desideri più profondi. Quando si ammala il nostro profondo desiderio di felicità è difficile poter incontrare una grazia che ci cambi l’esistenza. Non si è mai in grado di accogliere fino in fondo se non ciò che si desidera veramente, e il cieco del vangelo di oggi desidera fortemente l’incontro con Cristo:

“Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»”

È proprio questo desiderio gridato che attira l’attenzione di Gesù:

“Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista»”

Questo è l’impianto più vero di ogni miracolo: la guarigione del desiderio, di ciò che si vuole veramente, fino al punto di poterlo dire ad alta voce, chiederlo, implorarlo al Signore, e solo allora l’umiltà di accogliere ciò che non è più nelle nostre capacità:

“E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio”

Il Signore non ci chiede di riuscirci ma di avere fede che Lui invece può riuscirci. È fidarsi prima di ciò di cui noi siamo capaci, cioè il desiderio autentico, e poi spostare la nostra fiducia in Colui che è l’unico che può realizzarlo nei fatti.

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