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Bolivia: un poliziotto, un proiettile e una Bibbia che gli ha salvato la vita

BOLIVIA

NiarKrad - Shutterstock

Pablo Cesio - pubblicato il 15/11/19

In mezzo alla violenza e al caos nel Paese sudamericano, un fatto che ha suscitato sorpresa

È accaduto nella località boliviana di Yapacaní durante uno scontro tra Polizia e manifestanti, immagine ricorrente negli ultimi giorni in Bolivia nel contesto della difficile situazione politica e sociale collegata alla rinuncia del Presidente Evo Morales.

Secondo quanto ha confermato a media come El Deber il direttore della Forza Speciale di Lotta al Crimine (Felcc) Oscar Gutiérrez, un funzionario di Polizia è stato colpito da un proiettile calibro 9.

Anche se quest’ultimo ha perforato il giubbotto antiproiettile del poliziotto, una Bibbia che l’agente porta sempre in tasca “ne ha frenato la traiettoria”.

“È accaduto tutto stamattina, quando i poliziotti stavano entrando a Yapacaní per ristabilire l’ordine. Sono stati accolti a colpi di arma da fuoco e con gas lacrimogeni, rubati domenica scorsa alla Polizia. L’agente è vivo per miracolo grazie alla Bibbia che porta sempre”, ha reso noto Gutiérrez secondo quanto riferisce El Deber.

Non si tratta dell’unica Bibbia che ha assunto un ruolo di spicco negli ultimi giorni di proteste in Bolivia, perché varie sono le immagini in cui il libro sacro è stato usato per indicare espressioni e gesti diversi, dal leader dell’opposizione Luis Fernando Camacho con una Bibbia e la lettera di rinuncia di Evo Morales al Palacio Quemado (la sede del governo) al Presidente ad interim Jeanine Áñez che grida forte rivolgendosi al popolo “La Bibbia torna al Palazzo”.

Un caos senza fine

La situazione boliviana richiama l’attenzione internazionale. Nella località in cui il poliziotto si è salvato per miracolo ci sono stati nelle ultime ore violenti scontri tra movimenti affini a Evo Morales e la Polizia, con conseguenze gravi.

Due persone hanno perso la vita, il che porta a dieci il numero delle vittime nei vari dipartimenti del Paese nelle tre settimane di conflitto.

In questa situazione, ancora una volta la voce della Chiesa rivolge un forte appello all’intesa e alla pace.

“Esortiamo tutti a costruire una Bolivia pacifica, mettendo in pratica la responsabilità storica che abbiamo. Chiediamo ai responsabili politici di favorire una via di uscita costituzionale alla situazione che si è creata, e ai leader civici e ai movimenti sociali di mantenere degli atteggiamenti di pace e di spogliarsi di qualsiasi violenza”, hanno affermato i vescovi nel loro ultimo comunicato.

La tensione, però, al momento non cessa. Ancora una volta la preghiera non può mancare.

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