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Papa Francesco: bandire dalla faccia della terra ogni tipo di abuso sui minori

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Antoine Mekary | ALETEIA

Vatican News - pubblicato il 14/11/19

Il lungo discorso del Papa ai partecipanti al Convegno "Promoting Digital Child Dignity" che prende il via oggi, si riassume in una forte esortazione a tutta la società a proteggere i minori nel mondo digitale. Il più impellente appello lo rivolge alle imprese del settore chiamate a coinvolgersi nel garantire la sicurezza

Un accorato richiamo a unirsi tutti per proteggere i minori dagli abusi e dal dilagare della pornografia su internet, in un mondo segnato dal “vertiginoso sviluppo delle tecnologie” della comunicazione. Lo rivolge, con forza, stamani Papa Francesco a scienziati, comunicatori, istituzioni, educatori, leader religiosi, famiglie ma prima di tutto alle aziende del settore. All’udienza, stamani in Vaticano, ai circa 80 partecipanti all’Incontro sulla dignità dei minori nel mondo digitale, il Papa si sofferma prima di tutto sul rapido aumento della “diffusione delle immagini di abuso o di sfruttamento dei minori”, che si riferiscono a forme sempre più violente e a minori di età sempre più giovane, ma anche alle “pesanti conseguenze”, che incidono sulla psiche dei minori, dal propagarsi di materiale pornografico.

Uniti per proteggere i più piccoli

La sfida che il Papa pone davanti è quella di un “movimento globale” per la tutela della dignità dei minori. Una sfida ardua, per la quale serve “una nuova alleanza di tutte le istituzioni e forze educative” e a questo contribuisce anche l’ispirazione religiosa:

La causa della protezione dei minori nel mondo digitale, cioè nel nostro mondo di oggi e di domani, deve vederci uniti, come testimoni dell’amore di Dio per ogni persona, a cominciare dai più piccoli e indifesi, per far crescere in tutti, in ogni parte del mondo e in ogni confessione religiosa, l’attenzione, la cura e la consapevolezza. Vogliamo bandire dalla faccia della terra la violenza e ogni tipo di abuso nei confronti dei minori. Guardiamoli negli occhi: sono le vostre figlie e i vostri figli, dobbiamo amarli come capolavori e figli di Dio. Hanno diritto a una vita buona. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile perché la abbiano.

A prendere la parola prima del suo discorso, lo sceicco Saif Bin Zayed, vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, e padre Federico Lombardi, membro del comitato direttivo della Child Dignity Alliance, tra i promotori dell’incontro. Questo congresso costituisce, infatti, una tappa ulteriore di un cammino di protezione per i minori, che due anni fa ha avuto un momento fondante nell’incontro alla Pontificia Università Gregoriana e, l’anno scorso, ha visto l’iniziativa di una Conferenza interreligiosa ad Abu Dhabi.

Quindi, il Papa affronta uno dei temi cruciali del convegno: la tutela della libertà di espressione si collega alla tutela della privacy con forme sempre più sofisticate di criptazione dei messaggi, che ne rendono impossibile ogni controllo. Il Papa chiede però che si trovi “un bilancio adeguato fra l’esercizio legittimo della libertà di espressione e l’interesse sociale ad assicurare che i mezzi digitali non siano utilizzati per commettere attività criminose a danno dei minori”.

L’appello alle aziende: coinvolgersi nella questione sicurezza

A lungo per favorire lo sviluppo di internet, nota il Papa, le società che forniscono i servizi sono state considerate “mere fornitrici di piattaforme tecnologiche”, non responsabili né legalmente né moralmente del loro uso. Ma come è enorme il potenziale degli strumenti digitali, così anche le conseguenze negative dell’abuso di questi strumenti nel campo del traffico di esseri umani, nel terrorismo, nella diffusione dell’odio, nella manipolazione dell’informazione e, appunto, anche “nell’ambito dell’abuso sui minori”. E qui il Papa propone alcuni suggerimenti per intraprendere misure adeguate. Prima di tutto, le autorità devono poter intervenire efficacemente, nel pieno rispetto dello Stato di diritto e del giusto processo, per contrastare le attività criminali che ledono i minori. In secondo luogo, il suo pensiero va proprio alle grandi compagnie del settore che superano agevolmente le frontiere fra gli Stati e non possono, dice, “considerarsi completamente estranee all’uso degli strumenti che mettono nelle mani dei loro clienti”.

È ad esse quindi che rivolgo oggi il più impellente appello alla responsabilità nei confronti dei minori, della loro integrità e del loro futuro. Senza il pieno coinvolgimento delle società del settore, senza una piena consapevolezza delle ricadute morali e sociali della loro gestione e del loro funzionamento, non sarà possibile garantire la sicurezza dei minori nel contesto digitale. Esse sono non solo tenute a rispettare le leggi, ma anche a preoccuparsi delle direzioni in cui si muove lo sviluppo tecnologico e sociale da loro promosso e provocato, perché tale sviluppo precede di fatto le stesse leggi che cercano di regolarlo.

Per fare alcuni esempi virtuosi, si richiama all’iniziativa in Australia della “Safety by Design”, nata perché l’industria digitale coltivi un approccio proattivo e coerente alla sicurezza fin dalla fase dello sviluppo di prodotti e servizi online, in modo che la responsabilità della sicurezza non ricada solo sul cliente ma anche su chi progetta e fornisce prodotti. E, ancora, Francesco loda l’impegno dei legislatori in alcuni Paesi perché le imprese che permettono la navigazione tramite dispositivi mobili, siano obbligate a verificare l’età dei clienti. I minori infatti usano per lo più i cellulari e, secondo studi attendibili, l’età media del primo accesso alla pornografia è sugli 11 anni e tende ad abbassarsi ancora. “Questo – dice – non è accettabile in alcun modo”. L’industria deve, quindi, collaborare con i genitori e l’identificazione dell’età non va quindi considerata come una violazione del diritto alla privacy, ma una premessa per la tutela efficace del minore.

Promuovere la “algor-etica”

In merito poi all’intelligenza artificiale, il Papa rileva che l’eliminazione dalla circolazione in rete delle immagini nocive e illegali, ricorrendo ad algoritmi sempre più elaborati, è un campo di ricerca molto importante. E fa quindi appello agli ingegneri informatici perché si impegnino per uno sviluppo etico degli algoritmi, facendosi promotori “di un nuovo campo dell’etica per il nostro tempo: la ‘algor-etica’”.

La Chiesa ha piena coscienza della gravità degli abusi

Papa Francesco sottolinea, poi, come la Chiesa Cattolica, negli ultimi decenni, “in seguito alle esperienze drammatiche vissute nel suo corpo”, abbia raggiunto “una viva consapevolezza della gravità degli abusi sessuali su minori” e delle sofferenze che provocano, “dell’urgenza di sanare le ferite”, di “contrastare con la massima decisione questi crimini” e sviluppare “una prevenzione efficace”. “Perciò – sottolinea – si sente obbligata anche a guardare in avanti con lungimiranza”.

In rapido aumento diffusione immagini di abuso

E se lo sviluppo delle tecnologie digitali offre nuove opportunità per l’economia, per la salute e anche per l’educazione, la sfida è quella di favorire l’accesso sicuro dei minori a queste tecnologie senza però che siano oggetto di “violenze criminali inaccettabili” o di “influssi gravemente nocivi” per la loro integrità. Il riferimento è quindi prima di tutto all’uso, in rapida crescita, della tecnologia digitale per organizzare e partecipare “ad abusi su minori a distanza”, anche al di là dei confini nazionali. “Il contrasto efficace di questi delitti orribili appare difficilissimo”, dice il Papa, molto superiore alle risorse per combatterli. È in rapido aumento, infatti, la diffusione delle immagini di abuso o di sfruttamento di minori ed esse si riferiscono a forme sempre più gravi e violente di abuso e a minori di età sempre più giovane.

Le pesanti conseguenze della pornografia

A crescere in “modo vertiginoso” nel mondo digitale è anche la pornografia, un fenomeno già di per sé molto grave ma ancora più drammatico perché questo materiale “è largamente accessibile anche ai minori via internet e, soprattutto, tramite i dispositivi mobili”.

La maggior parte degli studi scientifici concorda nel mettere in luce le pesanti conseguenze che ne derivano sulla psiche e sui comportamenti dei minori. Sono conseguenze che dureranno per tutta la loro vita, con fenomeni di grave dipendenza, propensione a comportamenti violenti, relazioni emotive e sessuali profondamente turbate.   

I media chiamati a diffondere la consapevolezza dei rischi

A studiosi e ricercatori chiede quindi impegno per “proteggere la dignità dei minori” e questo deve  essere, rileva, un nobile scopo del “vostro lavoro di ricerca scientifica”, perché non ci si può illudere di rispondere a simili sfide sulla base di conoscenze superficiali. Un compito importante il Papa lo affida anche gli operatori della comunicazione, chiamati a diffondere la consapevolezza dei rischi insiti in uno sviluppo tecnologico incontrollato. “Non si è ancora compresa – e spesso non si vuole comprendere – la gravità della questione nel suo insieme e nelle sue conseguenze future”, sottolinea Papa Francesco, esortando quindi ad “una stretta alleanza con i media, cioè con voi comunicatori e con la vostra capacità di mobilitare l’opinione pubblica e la società”.

Non si sacrifichi al profitto il bene dei minori

Ma “non basta capire, bisogna agire”. Richiamandosi al tema stesso del convegno, “Dal concetto all’azione”, il Papa vuole che “la condanna morale dei danni inflitti ai minori per il cattivo uso delle tecnologie digitali”, si traduca in “iniziative concrete e urgenti” perché più il tempo passa, più il male è radicato e difficilmente contrastabile, come testimonia chi si occupa di questa battaglia. Il Papa sa che nell’ambito del mondo digitale girano enormi interessi economici che tendono a condizionare le imprese ma – avverte – il bene dei minori e della società non deve essere sacrificato al profitto. L’attenzione alla protezione dei minori e alla lotta alla pornografia deve essere sempre più presente nell’economia del mondo digitale perché la crescita sana della società, vale molto di più del profitto economico.

Qui l’originale

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