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Il dolore ci unisce, ma solo la gratitudine è via di salvezza

gratitude

Petar Paunchev|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 13/11/19

Dei dieci lebbrosi uno solo tornerà da Gesù per dirgli "Grazie!". Non è il più bene educato di tutti, ma il più interessato alla vera guarigione; essa non si limita al miracolo che sana il corpo ma è appartenere a Cristo, cambiare direzione per andare verso di Lui e dove Lui ci indica.

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».
Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?«
Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?».
E gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!» (Luca 17,11-19).

La storia raccontata nel vangelo di oggi è piena di dettagli che molto spesso ci sfuggono a una lettura superficiale. Innanzitutto c’è la particolarità della preghiera che Gesù riceve:

Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!»

Non è un singolo, ma un gruppo a pregarlo. Il dolore li ha messi insieme. La malattia terribile della lebbra ha cancellato ogni divisione tra di loro. Non importa più se sono ricchi o poveri, laureati o analfabeti, biondi o bruni, il dolore li ha messi in condizione di solidarizzare tra di loro. È la medesima esperienza che vediamo tra coloro che hanno vissuto o vivono la stessa difficoltà. Tendono a mettersi insieme, a fare gruppo, a fondare associazioni. Il Vangelo sembra volerci dire che anche una cosa difficile delle volte ha dei risvolti inimmaginabili.

A volte cose così brutte ti mettono accanto compagni e amici che forse non avresti mai incontrato. La seconda caratteristica la si trova subito dopo:

Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati.

Gesù non fa resistenze davanti alla preghiera di amici così, immediatamente li ascolta. Ma c’è da dire però anche che questi dieci disgraziati non tentennano un secondo davanti alle parole di Gesù che intima loro di andare dai sacerdoti, pur sapendo che si va dai sacerdoti solo dopo essere stati guariti.

In pratica si mettono in cammino senza avere ancora una guarigione evidente ma certi che l’avrebbero ricevuta. E infatti furono sanati proprio sulla strada. Ma è proprio a questo punto che le loro strade si dividono: “Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano”. Dei dieci solo uno torna indietro a ringraziare. Il vangelo sembra suggerirci che soffrire è di tutti, avere fiducia è di tanti, ma essere grati è davvero di pochi. Ma solo a chi scopre la via della gratitudine Gesù promette non solo guarigioni, ma salvezza.

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