Popolare tra i volontari, la maggior parte dei quali ex tossicodipendenti, il piccolo Alfie si è già guadagnato il soprannome di “Angioletto”Alfie Roncero ha 6 anni e vive a Edimburgo, in Scozia. Insieme al padre Richard, di 36 anni, si alza presto tutti i giorni con un obiettivo speciale e concreto: portare bevande calde e parole amiche ai senzatetto che vivono nelle strade della capitale scozzese.
La storia di padre e figlio è stata riportata dal quotidiano The Scotsman, che riferisce come tutto sia iniziato il giorno in cui Alfie ha chiesto al padre perché c’erano uomini e donne seduti a terra lungo Princes Street, una delle vie principali della città. È stato allora che Richard ha approfittato della curiosità del figlioletto per insegnargli alcune cose importanti.
“Ho voluto insegnargli che dobbiamo essere gentili con le persone”, ha affermato. “Penso sia importante mostrare ai nostri figli che comunque finiamo nella vita dobbiamo sempre mostrare amore, rispetto e compassione per gli altri”.
Richard stesso ha provato letteralmente sulla propria pelle il freddo e l’insicurezza di passare le notti all’addiaccio a Edimburgo. Faceva uso di cocaina e cinque anni fa si è disintossicato, fondando poi nell’aprile 2018 Steps to Hope (Passi verso la Speranza), un’organizzazione che oggi conta su 46 volontari che aiutano i tossicodipendenti che girano senza meta in città.
Richard e Alfie non si limitano a Princes Street: “Vado nei cimiteri, in strade e piazze secondarie, e vedo quanti possono aver bisogno di aiuto. Poi compro il caffè per consegnarlo insieme a un foglietto. Quando ha distribuito i primi caffè, Alfie ha detto che quelle persone dovevano avere molto freddo. Mi ha fatto capire che stava già cominciando a rendersi conto delle sofferenze che affronta molta gente”.
Per chi critica Richard per il fatto di portare un bambino di appena 6 anni la mattina presto in quelle zone, il papà risponde che è importante per il figlio, e che “Alfie sarà sempre al sicuro perché è accanto al padre”.
Alfie, ormai piuttosto popolare tra i volontari, si è già guadagnato il soprannome di “Angioletto”.
Dalle droghe al volontariato
Richard ha iniziato a far uso di droghe a 15 anni, dopo essere stato espulso da scuola. A tirarlo fuori da quel mondo è stata una “mano amica”, qualcuno che gli ha parlato di un centro di riabilitazione in cui ha conosciuto un ex tossicodipendente che si era liberato dalle droghe da 13 anni.
“Mi ha orientato, e sono passato per un processo in 12 tappe che mi ha insegnato a cambiare. La persona che stavo diventando ha cominciato a piacermi”.
Ormai libero dal vizio, Richard ha ripreso i contatti con l’altra figlia, Courtney, ha ottenuto un impiego e ha comprato una casa. Come segno di riconoscimento per le opportunità che ha avuto, ha fondato l’istituzione caritativa, i cui volontari sono passati nella maggior parte dei casi per il dramma della dipendenza da sostanze.
“Usiamo la nostra esperienza a livello di dipendenze e di mancanza di un alloggio perché le persone che ora vivono in strada si identifichino con noi”, ha affermato.
È in questo contesto che Richard ci tiene a portare il figlio quando si avvicina a chi sta soffrendo quel dramma.
“Avere qualcuno che offre il proprio tempo per loro, chiacchierando per qualche minuto, portando qualcosa di caldo da bere e da mangiare, dà speranza per chi ha già desistito dalla vita”, ha dichiarato.