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Cosa intende Gesù quando ci invita a non essere «motivo di scandalo?»

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Fred de Noyelle I Godong

Toscana Oggi - pubblicato il 11/11/19

Come si spiega la «durezza» dell'invito evangelico a tagliarsi una mano o un piede se questi danno «scandalo»?

Dice Gesù: «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile». Mi ha sempre colpito questo invito così duro, a tagliarsi mani e piedi, a cavarsi gli occhi se questo è “motivo di scandalo”. A cosa si riferisce Gesù?

Elena Cambi

Risponde don Francesco Carensi, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia centrale.

Il vangelo  parla dello scandalo. Nel vangelo si trova 26 volte il verbo scandalizzare. Il significato è  metaforico: causare la caduta di qualcuno, al punto da fargli perdere la fiducia in Dio. I vangeli che parlano dello scandalo sono: Marco 9,42; Luca 17,1-2; Matteo 18,6-7. In questi testi si sostengono principalmente tre cose:

1) «È inevitabile che avvengano scandali»

2) «ma guai all’uomo attraverso il quale avvengono tali scandali»

3) «Questo merita che gli sia messa una macina al collo e che sia gettato in fondo al mare».

La violenza di questi enunciati mostra fino a che punto Gesù e tutta la tradizione che segue  potessero essere indignati, di fronte a questo genere di male.

Dopo questa presa di posizione nei confronti di chi scandalizza gli altri, seguono dei detti che descrivono le misure da prendere nel caso di caduta. Se la tua mano, se il tuo piede, se il tuo occhio sono per te occasione di caduta, poi viene la misura da prendere: taglialo, tagliala, strappalo. Il rimedio proposto è radicale. La posta in gioco finale è o la geenna, cioè la morte, o il Regno (Marco 9, 43-48).

Come interpretare questo passo di Marco? L’evangelista dopo aver parlato in terza persona, adesso si rivolge in seconda persona: poiché lo scandalo è cosa grave, veglia su te stesso. Questa vigilanza riguarda tutta la persona: mano, piede, occhio. Essi rappresentano il modo di comunicare e mettersi in relazione con gli altri: fare, andare, vedere. Tagliare un arto, o cavare un occhio, sono indicazioni di una lotta che ogni discepolo deve compiere, pur rinunciando alla propria vita, per guadagnare quella eterna. Sono parole da non prendere alla lettera, attraverso atti di mutilazione fisica, ma devono essere presi come seri ammonimenti. Scandalizzare significa sempre mettere ostacoli sul cammino degli altri.

Lo scandalo appare nel cammino personale di ogni cristiano. Sono parole che ricordano che il vangelo va vissuto pienamente: si tratta di rinunciare a ciò che ostacola l’ingresso nel Regno, ossia praticare una dura lotta contro tutto ciò che spinge l’uomo a cadere nel peccato, a seguire quelle inclinazioni che contraddicono l’esistenza cristiana proposta dal vangelo.

Si tratta dunque di vigilare su se stessi per aprirci sempre di più agli altri, che non necessariamente percorrono il nostro cammino di fede.

Qui l’articolo originale tratto da “Toscana Oggi”

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