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Papa Francesco: non c’è vita dove c’è egoismo

PAPIEŻ FRANCISZEK

AFP/EAST NEWS

Vatican News - pubblicato il 10/11/19

Commentando il brano del Vangelo proposto dalla liturgia, Papa Francesco all'Angelus parla della risurrezione. La dimensione terrena non è l'unica, dice, bisogna essere in attesa dell'al di là. Dio ama la vita e la vita, afferma ancora il Papa, è dove ci sono "relazioni vere e legami di fedeltà"

E’ la fede nella risurrezione dei morti e, dunque, la vita eterna al centro delle parole di Papa Francesco all’Angelus di questa domenica. Il brano odierno del Vangelo presenta Gesù che dialoga con alcuni sadducei a proposito della risurrezione in cui essi non credevano. Per questo gli propongono un caso insidioso: “Di chi sarà moglie, nella risurrezione, una donna che ha avuto sette mariti successivi, tutti fratelli tra loro, i quali uno dopo l’altro sono morti?” La risposta di Gesù si colloca su un altro piano: dice che i risorti non prendono più moglie o marito, e che non possono più morire perché sono simili agli angeli.

Con questa risposta, Gesù anzitutto invita i suoi interlocutori – e anche noi – a pensare che questa dimensione terrena in cui viviamo adesso non è l’unica dimensione, ma ce n’è un’altra, non più soggetta alla morte, in cui si manifesterà pienamente che siamo figli di Dio.

Che ne sarà della nostra vita?

Francesco afferma che le parole di Gesù sulla vita oltre la morte danno “grande consolazione e speranza” e che di questo “abbiamo tanto bisogno specialmente nel nostro tempo, così ricco di conoscenze sull’universo ma così povero di sapienza sulla vita eterna”. La certezza della risurrezione, spiega ancora, ha il suo fondamento nella “fedeltà di Dio che è il Dio della vita”. E dice che la domanda profonda che si nasconde nel quesito dei sadducei è di chi sarà la vita di quella donna.

Si tratta di un dubbio che tocca l’uomo di tutti i tempi e anche noi: dopo questo pellegrinaggio terreno, che ne sarà della nostra vita? Apparterrà al nulla, alla morte? 

La vita c’è dove ci sono relazioni vere

Gesù ci assicura, continua il Papa, che la nostra vita “appartiene a Dio”, a Dio che ci ama e che si lega strettamente a noi. E’ il “Dio non è dei morti, ma dei viventi”. E aggiunge:

La vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario, non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte. E’ l’egoismo. Io vivo per me stesso: sto seminando morte nel mio cuore. 

Francesco conclude con un’invocazione alla Vergine Maria perché lei ci aiuti a vivere nell’attesa della resurrezione dei morti e della vita che verrà. E raccomanda: “Aspettare l’al di là.”

Gli appelli del Papa dopo la preghiera dell’Angelus

Dopo la preghiera mariana, Francesco rivolge due appelli per altrettanti Paesi a cui si dice particolarmente vicino..Il primo è per una reale pacificazione in Sud Sudan, il secondo per il ritorno ad un clima di tranquillità in Bolivia, dopo le violenze a seguito delle recenti elezioni. Ricorda poi la Beata Maria Emilia Riquelme y Zayas, fondatrice delle Suore Missionarie del Santissimo Sacramento e di Maria Immacolate e San Bartolomeo Fernandes dei Martiri. Infine, in occasione dell’odierna Giornata Nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro, in Italia, Papa Francesco chiede politiche che favoriscano l’occupazione e quindi la dignità a tutti.

Al termine della preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco ha espresso il desiderio di visitare il Sud Sudan l’anno prossimo. Già in occasione dell’udienza al presidente della Repubblica del Sud Sudan, Salva Kiir, il Papa aveva affermato questa sua volontà.

Il “pensiero speciale al caro popolo del Sud Sudan”, arriva mentre in questi giorni il Paese è stato colpito da ingenti inondazioni a seguito delle quali circa 490mila minori hanno bisogno di assistenza umanitaria. Un’emergenza che si aggiunge alla precaria situazione politica che vede ancora in stallo la trattativa tra il presidente Salva Kiir e l’ex leader ribelle Riek Machar per formare un governo di unità nazionale.

Appello per la riconciliazione in Sud Sudan

A tal proposito il Pontefice ha ricordato il ritiro spirituale per le Autorità del Paese, svoltosi in Vaticano nell’aprile scorso, e ha rinnovato il suo invito a tutti gli attori del processo politico nazionale”a cercare ciò che unisce e a superare ciò che divide, in spirito di vera fratellanza”, esortando tutti a pregare per il Sud Sudan:

Il popolo sud-sudanese ha sofferto troppo negli ultimi anni e attende con grande speranza un futuro migliore, soprattutto la fine definitiva dei conflitti e una pace duratura. Esorto pertanto i responsabili a proseguire, senza stancarsi, l’impegno in favore di un dialogo inclusivo nella ricerca del consenso per il bene della Nazione. Esprimo inoltre l’auspicio che la comunità internazionale non trascuri di accompagnare il Sud Sudan nel cammino di riconciliazione nazionale. Vi invito tutti a pregare insieme per questo Paese, per il quale nutro un affetto particolare.

Le preghiere per la Bolivia

Francesco ha affidato alle preghiere dei fedeli anche la situazione dell’amata Bolivia, dove oggi il presidente Evo Morales ha annunciato nuove elezioni presidenziali.

Il ricordo della beata Riquelme e di San Bartolomeo

Nel dopo Angelus, il Santo Padre ha inoltre ricordato le figure di Maria Emilia Riquelme y Zayas, proclamata beata ieri a Granada, in Spagna, e di San Bartolomeo Fernandes dei Martiri del quale si svolge oggi a Braga, in Portogallo, la Messa di ringraziamento per la canonizzazione equipollente:

La nuova Beata fu esemplare nel fervore dell’adorazione Eucaristica e generosa nel servizio ai più bisognosi; mentre il nuovo Santo fu un grande evangelizzatore e pastore della sua gente. Un applauso ad ambedue i beati!

Il legame tra terra e lavoro

Il Papa ha infine omaggiato la Giornata Nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro che si celebra oggi in Italia. Nella cornice di questa ricorrenza, il Santo Padre si è associato ai vescovi “nel richiamare il forte legame tra il pane e il lavoro, auspicando coraggiose politiche occupazionali che tengano conto della dignità e della solidarietà e prevenendo i rischi di corruzione”.

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