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Non amati, ma prediletti: Gesù viene ad abbracciarci in fondo ai nostri abissi

MIŁOŚĆ NIEPRZYJACIÓŁ

Vince Fleming/Unsplash | CC0

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 07/11/19

L'Amore di Dio non si merita, è una predilezione che non ti lascia anche quando tutti ti hanno lasciato e forse anche tu non ci speri più.

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
Allora egli disse loro questa parabola:
«Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,
va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». (Lc 15,1-10)

«I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola». Le mormorazioni degli scribi e dei farisei nascono da un meccanismo umano comprensibilissimo che si trova in ognuno di noi: l’amore va meritato. Se non hai meriti per essere amato è assurdo che qualcuno ti ami, anzi è ingiusto. Gesù non vuole negare questo, non vuole dire che il Suo amore è giusto, ma vuole spiegare che l’ingiustizia del Suo amore risponde a una giustizia più grande. È la gioia che prova nell’amare ciò che sembra essere ormai perduto. Per questo racconta due storie limite per concludere che in entrambi i casi “c’è più gioia”. La prima storia è quella di una pecora che si perde, e che il pastore va a cercare come se fosse l’unica, la più importante. Lascia da parte le novantanove pur di trovare quell’unica pecora. Si incontra l’amore solo quando si incontra qualcuno che ti ama come se tu valessi tutto, più degli altri, più di ogni altra cosa. Solo quando ti senti prediletto senti che l’amore ti salva. L’amore che ama tutti allo stesso modo non è amore che ti cambia la vita. Incontrare Gesù significa incontrare un amore di predilezione. Un amore che ti dice: tu non sei come gli altri. La seconda storia racconta di una donna che perde una moneta e finché non la ritrova non smette di cercarla: «E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta». È l’esperienza dell’ostinazione dell’amore. È l’amore che non si arrende davanti alla tua infelicità. È l’amore che non ti lascia anche quando tutti ti hanno lasciato e forse anche tu non ci speri più. E’ l’amore che non è appagato finché non ti trova. Il finale però è comune: «Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Convertirsi significa lasciarsi raggiungere da questo amore. Non è meritarsi l’amore ma lasciare che l’amore ci cambi fino a stravolgere anche le nostre scelte sbagliate.

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