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La piccola cosa necessaria perché Dio ti curi

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 06/11/19

Cosa devo fare per ottenere quello che desidero? Cosa mi chiede Dio? Poco

Gesù passa per la vita di alcuni lebbrosi. Ciò che conta è stare a metà del cammino quando Egli passa:

“Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce”.

Avevano la lebbra. All’epoca di Gesù era una malattia incurabile e portava all’isolamento sociale
e alla morte. Solo un miracolo può salvare il lebbroso.

Gesù passa e incontra i lebbrosi. Gesù passa sempre nel luogo in cui mi trovo. È il mistero di Gesù e il mistero della mia vita.

Non importa il luogo in cui mi trovo: se sono lontano, se vivo al margine, se mi sento in mezzo a una grigia routine… Passa sempre davanti a me.

L’ho sperimentato tante volte nella vita. Anche se nessuno passa, Lui passa sempre. Non devo uscire dalla mia vita per incontrarlo. Non devo fare grandi cose.




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Nella mia quotidianità, Gesù si fa presente. È ogni giorno in cammino verso di me, e passa per la mia storia, per la concretezza della mia vita. Quella certezza cambia il mio modo di vedere tutto.

Gesù si fa pellegrino come me per camminare al mio fianco, per calpestare le mie impronte. Come fa oggi con i lebbrosi che vivono emarginati. Rifiutati da tutti.

Si fermano lontano. Non osano avvicinarsi. Conoscono la legge che li obbliga ad allontanarsi. La loro malattia li separa dalla società e da coloro che amano.

È difficile doversi allontanare per proteggere i propri. Gridano e si fermano lontano. Mi commuove il loro grido: “Gesù maestro, abbi pietà di noi!”

Non chiedono di guarire. Si saranno sentiti tante volte esclusi, maltrattati, sminuiti. Chiedono solo compassione. Che si commuova, che li veda.

Gesù li guarda. Immagino il suo sguardo. Sicuramente guarda ciascuno. Ciascuno porta il proprio dolore in modo diverso. È sempre così.

Vedendoli, scopre la loro sofferenza e i loro desideri, la loro storia difficile e lontana dagli altri. E si commuove. Non guarda dall’altra parte. Non li rifiuta. Parla con loro. E chiede una piccola cosa perché siano curati.

Cosa devo fare per ottenere quello che desidero? Il mondo pone le sue condizioni, e io mi ossessiono all’idea di rispettarle.

E quando vedo ciò che voglio penso di dover rispettare molte condizioni.

Cosa mi chiede Dio? Poco. Mi chiede solo fede. Voglio raggiungere la meta. Voglio la guarigione. Voglio il miracolo.

Naaman il siro ha dovuto immergersi sette volte nel Giordano ed è guarito. Ha ottenuto la guarigione perché ha creduto in Dio, si è fidato di Lui:

“Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito. Tornò con tutto il seguito dall’uomo di Dio; entrò e si presentò a lui dicendo: «Ebbene, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele»”.

Ha creduto al profeta e al suo Dio. Ha fatto qualcosa di apparentemente assurdo e piccolo. Bastava bagnarsi in un fiume lontano dal Nilo. Lontano dalla sua terra.

Sembrava una condizione piccola e assurda. Ha avuto fede ed è stato guarito. E da quel momento la sua vita è stata diversa. Ha fatto quello che doveva fare e ha ottenuto la realizzazione della promessa.

Ai lebbrosi Gesù spiega cosa devono fare: “Appena li vide, Gesù disse: ‘Andate a presentarvi ai sacerdoti’”.

Sembra poco. I sacerdoti sono quelli che devono verificare che siano guariti e permettere loro di vivere con tutti. Gesù non li cura in quel momento.

Forse per alcuni è stata una delusione. Gesù non fa nulla. Non impone le mani su di loro. Con altri lo ha fatto, perché con loro no?


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A volte Gesù non fa ciò che desidero quando lo voglio. Ma mi ascolta sempre, si commuove e ha misericordia di me.

Forse è in un altro momento, in un altro modo, che mi cura. E sono impaziente. Gesù dice loro solo di andare dal sacerdote. E pieni di piaghe credono.

Sono disperati? Forse quando uno ha provato tutto cercando la salvezza ricorre al miracolo come a una zattera in mezzo all’oceano. Una zattera per salvarsi la vita ed essere guariti.

Forse non resta loro che credere. Può essere che lo sguardo d’amore con cui Gesù li guarda li faccia credere in Lui.

Credono alla promessa e obbediscono. Basta una condizione apparentemente inoperante. Cos’avrà avuto di speciale quel fiume Giordano? Che effetto avrà prodotto il fatto di andare dai sacerdoti essendo malati?

Una condizione senza senso può essere sufficiente. I lebbrosi credono. Naaman crede. E si bagna sette volte in un fiume. E viene guarito.

I lebbrosi credono e vanno da un sacerdote per essere guariti. “Mentre essi andavano, furono sanati”.

Il sacerdote testimonierà il loro nuovo stato, e così potranno iniziare una nuova vita. In quel cammino che porta dal sacerdote si verifica il miracolo. Credono e vengono guariti.

Cosa devo fare per essere sano, per essere pulito ed essere curato per sempre?

A volte nella mia vita è così. Devo fare dei salti di fede, anche se sono malato, anche se non vedo, anche se non tocco.

Fare un salto di fede e credere. Non sarò mai deluso. Quando avanzo, quando compio un passo nella fede senza vedere, senza sapere, Dio mi viene incontro per darmi il cento per uno.

Sono consapevole della mia debolezza. Conosco la mia lebbra, la mia sporcizia, la mia povertà. Guardo il mio cuore di lebbroso. Il mio cuore malato, ferito, sporco. Penso alla mia malattia spirituale. Alla mia cecità. Alla mia povertà.

Ho bisogno che Gesù venga a toccare la mia anima. Voglio che mi liberi dalla mia corruzione. Dai sentimenti che mi danneggiano. Che mi liberi dal mio egoismo, dal mio egocentrismo, dalla mia invidia, dalla mia vanità e prepotenza, dalla mia sensualità disordinata, dai miei affetti malati.

Guardo la mia pelle malata. Guardo la mia anima. Mi fa male dentro. Cosa devo fare per essere pulito? Il mio cuore sanguina. Basta fare qualcosa di piccolo perché Dio mi curi.

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