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I 10 Comandamenti spiegati con le vignette

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DIECI COMANDAMENTI;VIGNETTE;FUMETTI;BAMBINI;

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Catholic Link - pubblicato il 31/10/19
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di Mauricio Montoya

I comandamenti sono un tema che si affronta nella catechesi per la Prima Comunione e per la Cresima, ma spesso vengono trattati in modo sommario. Nella vita del cristiano attuale, poi, si percepisce una certa deformazione in quanto alla conoscenza della legge di Dio.

È un tema fondamentale nella vita di fede. I 10 Comandamenti sono una serie di norme che rappresentano la legge di Dio. Sono stati consegnati a Mosè, e potremmo dire che siano un dono che Dio Padre fa a noi figli, perché il cammino verso la santità sia un po’ più facile.

Per questo vorrei condividere con voi una breve spiegazione di ciascuno di loro, accompagnato da immagini. È anche un modo creativo per spiegarlo ai più piccoli.

1. “Non avrai altro Dio all’infuori di me”

Se consultiamo il Catechismo della Chiesa, leggeremo che Dio ha creato l’uomo perché lo conosca, lo ami e lo serva. Rispettare questo comandamento significa semplicemente rispettare il proposito per il quale siamo stati chiamati.

Amare Dio al di sopra di tutto è saper compiere delle rinunce per Lui. Comprendere che nulla di superstizioso condiziona il mio futuro, che solo Dio è la cosa più importante per me, e che avere un buon rapporto con Lui fa sì che io abbia un buon equilibrio nella mia vita.

Questo comandamento implica il fatto di aver fede in Dio. La fede è la fonte della vita morale, e ci porta a rifiutare tutto ciò che è opposto a Dio. Implica anche il fatto di avere speranza, perché l’uomo deve sperare che Dio gli doni la capacità di amarlo e di essergli fedele. Implica infine la carità, perché la fede nell’amore di Dio deve portarci ad amare tutti gli uomini per mezzo di Lui.

2. “Non nominare il nome di Dio invano”

Regola l’uso della nostra parola nelle cose sante. Dio confida il suo nome a chi crede in Lui, e si rivela loro nel suo mistero personale. Il Catechismo ci dice che il nome di Dio ci viene dato come segno di confidenza e intimità, per cui non dev’essere usato male.

Confessare senza timore la fede, predicare ed evangelizzare con profondo amore Gesù Cristo e non promettere sull’onore e sulla fedeltà di Dio fanno parte di questo mandato.

3. “Ricordati di santificare le feste”

Celebriamo la domenica come il giorno della nuova creazione nella Resurrezione di Cristo. È il giorno in cui ci uniamo come comunità per celebrare una stessa fede in Gesù.

La domenica e i giorni di precetto, dimostriamo a Dio il nostro amore e la nostra fedeltà. Testimoniamo anche la nostra fede non permettendo che le attività lavorative o accademiche impediscano la nostra adorazione solo a Dio. Santificare le feste fa anche riferimento al riposo e alla condivisione in famiglia.

4. “Onora il padre e la madre”

Attraverso i nostri genitori abbiamo ricevuto la vita e la conoscenza di Dio. È per questo che ci viene chiesto di rispettarli e aiutarli nelle loro necessità, sono uno dei doni più belli che ci fa Dio. Questo mandato porta con sé la promessa di ottenere grandi frutti spirituali, pace e prosperità.

Il comandamento riguarda principalmente il rapporto con i genitori, ma si estende ai nonni, ai mastri, ai capi e ad altre persone che Dio nella sua grazia ha investito di autorità, portando l’uomo ad essere non solo un buon figlio, ma anche un buon cristiano e un buon cittadino.

5. “Non uccidere”

“La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio comporta “l’azione creatrice di Dio” e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a se il diritto il distruggere direttamente un essere umano innocente” (Donum Vitae, 5).

La vita dev’essere rispettata perché è sacra. Ogni persona è stata amata e creata da Dio a sua immagine e somiglianza. Porre fine a una vita è attentare direttamente alla dignità di Dio come creatore. Questo comandamento è un forte appello alla pace, a evitare le guerre, a lottare in modo coraggioso e pacifico contro l’aborto, l’eutanasia e qualsiasi mezzo di sfruttamento umano.

6. “Non commettere atti impuri”

Questo comandamento ci esorta a riconoscere l’amore come vocazione fondamentale dell’essere umano, e ad avere chiaro il fatto che ogni persona ha come responsabilità il fatto di riconoscere e accettare la sua identità sessuale di uomo e donna.

Il Catechismo ci indica che Cristo è il modello perfetto di castità, e che ciascuno è chiamato in base alle sue condizioni particolari a vivere la castità, che non è altro che l’integrazione della sessualità umana.

7. “Non rubare”

Questo comandamento è ordinato a vivere nella giustizia e nella carità in ogni momento, in particolare nel contatto con gli altri e con i loro beni personali. Ogni forma di cattivo uso del bene altrui o del bene universale va quindi contro il settimo comandamento.

8. “Non dire falsa testimonianza”

Non basta evitare di dire bugie, ma si deve andare oltre, perché è una chiamata a vivere nella verità, a non cadere in duplicità, simulazioni o ipocrisie, perché il cristiano non deve vergognarsi di rendere testimonianza al Signore.

Questo comandamento proibisce quindi ogni tipo di calunnia e inganno che danneggi la dignità della persona o le nasconda verità a cui ha diritto.

9. “Non desiderare la donna d’altri”

Il Vangelo di Matteo (5,8) ci dice che “chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Il nono comandamento chiama quindi a mettere ordine nelle passioni della carne, praticando la temperanza e la purificazione del cuore. La purezza del cuore ci dà la capacità di vedere come Dio, ma per purificare il cuore servono la preghiera, il pudore, la castità e la purezza di intenzione e di sguardo.

10. “Non desiderare la roba d’altri”

“Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6, 21). L’ultimo comandamento ci proibisce il desiderio disordinato di potere e ricchezza, e ci mette in guardia sull’invidia che non è altro che la tristezza nata davanti al bene materiale e spirituale del prossimo. Per non peccare contro questo comandamento, il cristiano deve combattere l’invidia mediante l’umiltà e l’abbandono alla Provvidenza di Dio.

Spero che questo post vi spinga a realizzare un buon esame di coscienza per poi potervi confessare!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link