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Sister Gerard Fernandez, 35 anni a pregare coi condannati a morte a Singapore

SISTER, GERARD, FERNANDEZ

The Star Tv | Youtube

Annalisa Teggi - pubblicato il 23/10/19

Riconosciuta dalla BBC tra le 100 donne fonte d'ispirazione del 2019, questa suora cattolica ha visto un barlume di speranza nei cuori macchiati dei crimini più atroci.

Sono gli ultimi mesi di questo 2019 e qualcuno comincia a fare bilanci e scattare foto ricordo. La BBC, ad esempio, ha stilato un elenco di 100 donne ritenute fonte d’ispirazione in mille variegatissimi contesti. Ispirazione è una parola bellissima, parla di un vento che soffia e che ci sposta dallo status quo, ci spinge fuori dal recinto della quiete inerte. Ci sono brezze passeggere, tifoni che spazzano continenti, e c’è pure il vento impetuoso dello Spirito.


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Chi ti ispira di più?

La platea umana selezionata dalla BBC ci offre un ritratto femminile composito, da cui – diciamocelo – manca la donna comune. E pure lei può davvero essere una vera ispirazione. C’è la ormai onnipresente Greta Thunberg, c’è Alexandria Ocasio-Cortez (la più giovane donna presente nel Congresso americano … artefice di una pensata ecologica per nulla francamente ispirante: per limitare l’emissione di CO2 fare meno figli), ci sono atlete con il velo e paralimpiche, attiviste dei diritti umani, CEO, sopravvissute alla tratta del sesso, due transessuali, varie artiste, poetesse. E molto altro. Se un appunto si può fare a questa lista è che ispirare rischia di essere sinonimo di spiccare (non è una cosa brutta in sé, ma è incompleta); si potrebbe osare ancora di più, proponendo come fonte di entusiasmo positivo il ritratto di donne che cambiano il mondo stando al loro posto. La donna invisibile è una super eroina non solo nei fumetti.

Ma tra le 100 donne della BBC ce n’è effettivamente una che è stata completamente nascosta e in silenzio per 35 anni, pena il naufragio della sua missione. Si tratta di una suora cattolica di Singapore, Sister Gerard Fernandez. Mettendo progressivamente a fuoco la propria vocazione è arrivata a trascorrere una buona fetta della sua vita nel braccio della morte, cioè ad accompagnare i detenuti all’esecuzione capitale possibilmente predisponendo i loro cuori al perdono e preparandoli a incontrare Dio.


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Come accadrebbe di fronte a una vera folla umana, ci sono personaggi mediatici e anime coraggiose tra le figure proposte dalla BBC. La storia di questa suora ci porta nei meandri più sordidi dell’umano dove, davvero, solo il vento della Misericordia riesce a giungere.

Una pecora davvero nera

Oggi Sister Gerard ha 81 anni e ha terminato la sua missione in carcere nel 2017, motivo per cui la sua storia può essere raccontata. Per tutti gli anni in cui la sua presenza è stata al fianco dei condannati a morte, anche lei “è morta” al mondo cioè ha custodito il suo compito nel segreto e nel silenzio.

Probabilmente ha senso raccontare questa storia dall’episodio più scioccante. Nel 1981 Singapore fu scossa da un tremendo fatto di cronaca, l’uccisione di due bambini per compiere un rituale magico di cui fu responsabile un presunto medium, Adrian Lim, con la collaborazione della moglie Catherine Tan e di un’altra donna. Tutti e tre furono condannati a morte, Sister Gerard rimase traumatizzata perché conosceva sia una delle due vittime, di soli 9 anni, sia il padre di una delle assassine, la Tan.

Scrisse proprio a quest’ultima che le rispose dal carcere dopo sei mesi firmandosi Catherine, la pecora nera. E la suora andò a visitarla in prigione, dove si trovò di fronte una voce che le disse:

Lei non mi ha condannata, la prego mi aiuti a cambiare. (da The Straits Times)

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La parabola del pastore che lascia le 99 pecorelle per seguire l’unica persa è molto suggestiva, la si potrebbe quasi giudicare romantica. Cosa significhi accogliere la richiesta di aiuto di un’assassina che ha ucciso due bambini ci catapulta in un dirupo che non tutti i pastori, per quanto buoni, sarebbero disposti a scendere pur di salvare un membro del gregge.

SISTER, GERARD, FERNANDEZ
The Star Tv | Youtube

Con una voce serena che scandisce le parole con pazienza, Sister Gerard spiega a un giornalista: “Nel loro cuore c’è ancora speranza, questo mi ha cambiata”. Un candore stupefacente, un’umiltà radicale. Il punto di partenza non è la volontà di cambiare chi è “cattivo” ma l’essere cambiati da un barlume di luce intravisto in occhi che nessuno vorrebbe incrociare.


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Rimase sette anni a pregare accanto a Catherine Tan, fino al giorno in cui fu impiccata. Da allora il posto della Fernandez è stato nel braccio della morte (le esecuzioni capitali a Singapore continuano ad aumentare di numero): in 35 anni ha conosciuto storie diverse, ma un unico comune denominatore,

Cominciano a stare di fronte alla morte, a essere consapevoli che verrà il giorno in cui qualcuno dirà loro: “Questa è la tua ultima settimana. Venerdì sarai ucciso”. Io cammino con loro, li preparo a quel momento. Poi quel momento arriva e i loro cuori sono pronti. (da
)

Usando un’immagine alquanto inadeguata a un contesto così duro, mi è venuto da pensare alla logica umana e mondana del buttafuori: piazzato all’ingresso di un locale chic, seleziona chi è adeguato o meno a entrare per look, avvenenza, celebrità. Ci sono pecore così nere che nessuno si azzarderebbe a pensarle neanche lontanamente degne di aspirare alla via del Paradiso.Sister Gerard butta dentro, o meglio: si è resa disponibile ad accompagnare una libertà sincera di ritornare a Dio, anche sotto una coltre spessa di peccato. Non c’è inadeguatezza che non possa essere scalfita, e poi guidata al pentimento.

Il riconoscimento della BBC l’ha trovata pronta nelle dichiarazioni:

Non fatemi apparire una santa. Ho i miei momenti bui. Il mio ego può farsi grande come un satellite. Ma cerco di usare i momenti bui per diventare migliore. (da Avvenire)

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Sulla via delle persone rotte

La tentazione è proprio quella di etichettarla, e liquidarla, come una santa. Ammirabile, tantissimo. Però poi sono cose non alla portata di noi comuni mortali. E invece la storia di questa donna, osservata nel suo percorso di progressivo discernimento, ci parla di una proposta che nessuno di noi dovrebbe rifiutare. Dio è un educatore lungimirante e paziente; suggerisce, attende, rilancia, attende, s’inchina alla nostra libertà.

L’ispirazione vera che può offrirci Sister Gerard non è quella di farci venire la voglia di andare agli estremi confini della missione cristiana. Ci porta innanzitutto al centro di noi, a quel bisogno di pulizia radicale che a volte neppure osiamo chiedere. C’è un condannato a morte anche in certi ripostigli del nostro cuore, recessi che giudichiamo così impresentabili da non volerli mettere in mano a Dio. Invece Lui davvero può sostenere lo sguardo su tutto, e redimere.




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Ci porta anche a guardare le occasioni della vita come l’invito di un Dio presente accanto a noi. La vocazione di questa donna non è sbocciata all’improvviso, potente e cristallina; è stata fatta di passi piccoli, di “sì” quotidiani. Nata in una famiglia cattolica, ha scelto di cominciare il noviziato a 18 anni dopo aver fatto la maestra in una scuola materna cristiana.

Lasciò questo impiego per aiutare un gruppo di suore che offriva ospitalità in convento a ragazze adolescenti problematiche. Erano gli anni ’50. La vocazione cominciò a mettersi a fuoco nell’accoglienza di cui fece esperienza allora. Dopo aver preso i voti si dedicò al recupero di giovani sbandati, nel pieno delle sanguinose vicende che portarono Singapore all’indipendenza nel 1965. Le divenne più chiara quale fosse la via da seguire:

Il mio posto è accanto alle persone rotte.

Negli anni’70 ci fu il boom delle droghe, Sister Gerard allora si fece promotrice di corsi di riabilitazione per tossicodipendenti che poi la portarono ad avvicinarsi anche al mondo delle carceri. Con un gruppo di sacerdoti si propose di dare la propria disponibilità a visitare quei detenuti che lo avessero richiesto. Poi nel 1981 ad attenderla al varco ci fu l’orrendo duplice omicidio che sconvolse Singapore. Un passo dopo l’altro, dalla scuola materna al braccio della morte la Fernandez ha disceso una scala sempre più ripida, sempre più a fondo nel cuore degli uomini per poi camminare a loro fianco a vivere una morte senz’altro violenta (la pena di morte va condannata anche di fronte ai reati più tremendi) ma riconciliati con quel Padre che attende il ritorno a casa di tutti, proprio tutti.

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