Padre Maurizio è nauseato dall’umanesimo, dall’uomo che è egli stesso. Cosa ci si può aspettare dall’uomo soltanto? Non c’è alcun umanesimo che non sia tragico se l’uomo al centro non è Cristo. Che è Dio.
Io sono stanco dell’umanesimo, ho la nausea dell’uomo, dell’uomo che sono io. L’unica vera buona notizia è che c’è il regno di Dio. Io non so che farmene delle aspirazioni dell’uomo.
Io senza il regno di Dio non ce la faccio, nell’uomo non trovo nessuna speranza. E pur non essendo depresso comprendo profondamente (qua sto parafrasando) chi è depresso. In difesa di quelli che son depressi dico che non trovo motivi nella storia umana per sperare. Sono attaccato alla notizia del Regno. Perché dove Dio regna, lì inizia una nuova storia e io lì sono felice. E Dio vuole regnare nella mia vita, nella tua, nella storia.

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Proseguirà poi mettendo in evidenza tutte le caratteristiche di questo regno di Dio, di Dio che regna: l’iperperdono, la preziosità, l’efficacia, l’invisibilità della rete che si estende a tutti, la potenza del lievito. E in conclusione dice una cosa che forse sentiamo di rado, ma che è centrale e connaturata all’annuncio del Regno di Dio. Non si parla più della potenza esorcistica della Chiesa. Il segno del regno di Dio presente è la forza di scacciare Satana e i demoni. Se togliamo questa potenza insieme a quella di guarigione sfiguriamo la Chiesa, castriamo la fede, non ci serve più a nulla. Forse basterebbero le carte dei valori aziendali.
Vi invito solo ad ascoltarlo fino alla fine, e poi di nuovo dall’inizio. Ad libitum