All’interno del negozio, che da ieri offre lavoro in città a 12 addetti (10 con disabilità, Ndr), domina l’assenza di barriere. Per ottenere questa fondamentale peculiarità, i progettisti del gruppo hanno adottato numerose soluzioni tecniche per adattare lo spazio – dove in precedenza si trovava un altro storico negozio di abbigliamento – alle varie disabilità dei clienti: etichette in braille, lettura delle etichette attraverso forme e colori, arredamento sviluppato seguente percorsi adeguati alle persone con mobilità ridotta. (Ibidem)
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Chi fa del bene a chi?
Le soluzioni di arredo e le funzionalità adottate per regalare autonomia e praticità a chi parte fisicamente, sensorialmente o psichicamente svantaggiato possono essere lette non come un’attenzione filantropica a chi altrimenti resta indietro, ma come un’avanguardia progettuale, perché al centro è posta la persona come tale, non solo un utente, non un mero consumatore o la tristissima “risorsa” che deve lavorare, acquistare o fruire dei negozi nel modo più rapido possibile. Questi ragazzi che da certa prospettiva mondana possono essere considerati pezzi difettosi, anelli deboli, talenti ridotti sono invece il target perfetto attorno al quale costruire vere strategie.
La persona e la sua sete di bellezza al centro: il vero progresso parte da qui
Perché al centro sta il loro essere persona, il loro bisogno di relazione, la loro acuita necessità di esprimersi lavorando e di ritrovare stima e dignità anche con l’opera delle proprie mani. Ma questi bisogni sono gli stessi di tutti! Credo che dovremmo dire loro grazie perché rimettono a fuoco la cosa fondamentale e sono quindi propulsori di vero progresso.
Non è così anche nella medicina o nella riabilitazione? Spesso e volentieri soluzioni inventate per casi difficili o addirittura disperati si sono rivelate benefiche per tutti. Perché è dall’alto che piove sulla valle; e chi è ferito, nell’economia che conta – quella divina -è posto in alto, praticamente in braccio al Padre.
Personalmente sono curiosa di entrare in un negozio For&From, di scegliere articoli a prezzi più bassi dai brand che conosco e apprezzo, e di farlo grazie alle mani di persone alle quali forse non sarà necessario fare troppa formazione d’aula per insegnare che bisogna sorridere, salutare il cliente, farlo sentire a suo agio e riconosciuto come persona unica e insostituibile.