“Padre Corrado, ho bisogno di un rasoio”, ha spiegato l'uomo con impazienza. “E io ho fame da stamattina”, ha detto un altro. Sanno che i loro problemi verranno risolti
Nessuno si sorprende più vedendo il cardinale Konrad Krajewski nelle stazioni ferroviarie o nei sottopassaggi, perché da sei anni esercita la misericordia a nome di Papa Francesco, rappresentando l’“estensione” delle sue mani e del suo cuore.
“Il Santo Padre andrebbe volentieri in giro da solo per strada. Dopo tutto, sappiamo che a Buenos Aires girava per la città e mangiava con i poveri varie volte a settimana”, ha affermato padre Konrad.
Per molto tempo ho pensato di scrivere del suo lavoro insolito e allo stesso tempo ordinario. Di recente gli ho chiesto: “Posso chiedere un’intervista a sua Eminenza?” E ho aggiunto rapidamente: “So che non è disposto a rilasciare dichiarazioni ai media, ma magari solo una frase?” “Non appena sarà a Roma, la invito a Termini o a Tiburtina e poi vedremo”, ha risposto l’elemosiniere del Papa.
Mentre andavo a Roma, pensavo che non mi sarei sentita a mio agio essendo solo un’“osservatrice mediatica” che doveva scrivere su quel lavoro, e in realtà, si potrebbe dire, sulla missione speciale del sacerdote Konrad di aiuto ai più bisognosi. E non solo a livello materiale.
Ad ogni modo, il tema dei poveri, e come si suol dire spesso esemplificando, dei “socialmente esclusi”, mi ha sempre interessato, e non sono mai riuscita ad essere indifferente o a usare frasi o opinioni preconfezionate sul tema.
Restituire la dignità: un lavoro da 24 ore al giorno
Dopo la Santa Messa del giovedì mattina nelle Grotte Vaticane, presieduta dal cardinale Konrad Krajewski, siamo usciti per dirigerci verso i bagni costruiti sotto il colonnato di Piazza San Pietro. Il cardinale mi ha chiesto: “Signora Iwona, lei scrive per Aleteia?” “Sì”, ho risposto, aggiungendo che l’ufficio editoriale è internazionale e lavora in otto lingue, tra cui l’arabo.
A queste parole, il cardinal Corrado, come lo chiamano tutti i suoi protetti, si è fermato e ha detto: “Qui è stata inaugurata di recente una scultura dedicata ai rifugiati. È un tema molto vicino e importante per il Santo Padre Francesco, che ha benedetto la statua” (nella Giornata del Rifugiato, il 29 settembre).
“La scultura non ha solo una dimensione simbolica. Rappresenta rifugiati e migranti nel corso dei secoli, di diverse nazionalità e lingue, e il loro cammino”, mi ha spiegato il cardinale.