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Meglio una correzione o un complimento?

FRAT 2015 à Jambville

CORINNE SIMON/CIRIC

Don Giovanni Benvenuto - pubblicato il 21/10/19

Piace a tutti sentirsi onestamente apprezzati. Ma oggi questa semplice constatazione, che fa parte della nostra esperienza comune, è confermata anche dalla scienza.

Nel suo libro “Il segreto del carisma”, Olivia Fox Cabane riporta una ricerca che afferma che anche soltanto ascoltare le parole: “Ottimo lavoro”, pronunciate con voce metallica da un computer, attiva nel cervello le stesse aree cerebrali attivate da una vincita!

La conferma di quella ricerca ce l’ho quotidianamente: da diversi mesi porto sempre al polso un contapassi con l’obiettivo di farne almeno 10.000 al giorno.

Quando arrivo a quell’obiettivo il contapassi vibra e se in quel momento appena abbasso lo sguardo, vedo sul display dei fuochi d’artificio: in quel momento è come se qualcuno mi dicesse: “Bravo, hai raggiunto 10.000 passi!”, e in quel momento sento una grande gratificazione.

Immagina cosa può significare questo nella vita di tutti i giorni: pensa ai rapporti con gli altri, a quante volte noi tendiamo a sottostimare e a criticare. Pensa invece alle volte in cui sei riuscito a far loro un complimento sincero.

Pensate ai tuoi figli o ai tuoi alunni, se sei un insegnante; o magari ai ragazzi del catechismo: quanto tempo spendiamo a rimproverare, a far notare quello che non va, a dire le cose che potrebbero essere migliori, e che cosa abbiamo ottenuto in quei casi?

La correzione fraterna

Non dico che sia inutile far notare gli errori alle persone: un certo Gesù, che di umanità se ne intendeva, suggerisce la pratica della correzione fraterna:

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo (Matteo 18,15)

Credo che non a caso venga chiamata correzione fraterna: se non ti senti fratello, se cioè non senti un legame molto forte con la persona che vorresti correggere, allora forse la correzione è meglio non farla proprio.

La Caccia al Tesoro del bene dell’altro

Ecco quindi cosa voglio proporti oggi: più che capire in che modo fare la correzione fraterna, prova a cambiare completamente prospettiva. Prova cioè ad immaginare che cosa accadrebbe ai tuoi rapporti di tutti i giorni se ti impegnassi più spesso a fare complimenti sinceri.

Prova a vederla come una specie di Caccia al Tesoro: guarda con attenzione la persona di fronte a te per scoprire il tesoro presente in lei.

Prova ad esempio con quel collega particolarmente fastidioso con il quale non c’è molta intesa. Cerca qualcosa per cui puoi fargli un complimento sincero; può anche essere una singola parola, un singolo gesto, un atteggiamento, un pensiero:

“Ehi, ma che bel vestito che hai oggi!”.

“Sai, quella volta in riunione hai detto quella frase che mi ha proprio colpito e mi ha ispirato!”.

“In questo aspetto del lavoro mi sei proprio di esempio”.

E infine divertiti a vedere l’effetto che fa un complimento sincero.

Riepilogando:

Primo: fai la caccia al tesoro delle qualità di quella persona.
Secondo: non avere paura a fargli un complimento sincero.
Terzo: divertiti a vedere l’effetto che fa.

La Caccia al Tesoro su ragazzi o adolescenti

Se abbiamo a che fare con ragazzi o adolescenti, forse è ancora più facile e fruttuoso fare questa Caccia al Tesoro: il bambino, il ragazzo e l’adolescente sono in crescita e hanno bisogno di questo sole, di quest’acqua che dia loro la certezza che sono sulla strada giusta.
Meno rimproveri e più incoraggiamenti:

“Ma che bello quel disegno che hai fatto!”

“Ehi, ma lo sai che sei proprio bravo in questa cosa qui!”

“Ma come suoni bene la chitarra!”

“Ti sei comportato benissimo oggi, bravo!”

La correzione fraterna non è alla portata di tutti, è un’arte molto difficile da imparare e da padroneggiare; ma il complimento fraterno è qualcosa di molto semplice: basta un pizzico di fantasia e iniziativa!

Certe piante hanno bisogno di una potatura una volta all’anno, ma ancora di più ogni giorno hanno bisogno di acqua, di luce, di calore. E noi non siamo diversi dalle piante: ogni tanto una correzione ci fa bene, ma se quotidianamente riceviamo la nostra dose di apprezzamento, sicuramente cresciamo in modo molto più armonico e felice.

Pensate a quanto tempo buttiamo via facendo pettegolezzi sulle persone che conosciamo!

Il pettegolezzo distrugge nell’oscurità, il complimento invece edifica alla luce del sole.

Perché allora non lo facciamo più spesso? Che cosa ci blocca? Insicurezza? Paura? Pudore?
Cosa aspettiamo? Non perdiamo le 100 occasioni al giorno in cui potremmo seminare positività e incoraggiamento.

Magari non siamo abituati a farlo: basta iniziare! Gli ambienti familiari e di lavoro diventano ambienti totalmente diversi, se ci sono persone capaci di fare questo.

Se il male è contagioso, ancor di più il bene è capace di diffondersi a macchia d’olio.

Basta volerlo, basta essere per primi desiderosi di seminare positività e incoraggiamento.

Qui l’articolo originale apparso sul blog “Comunicare il Sorriso di Dio”

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Nato nel 1971 ed ordinato nel 1996, don Giovanni Benvenuto è parroco in due parrocchie a Sestri Ponente, collaboratore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Genova e membro del Consiglio Direttivo di WeCa, l’associazione dei Webmaster Cattolici Italiani. Insieme ad Andrea Ros nel 1998 ha fondato www.qumran2.net, banca dati di materiale per la pastorale visitata da 400.000 persone al mese, e attualmente ne è il coordinatore. Da aprile 2018 pubblica ogni settimana un nuovo video per imparare a comunicare meglio sul canale Youtube Comunicare il Sorriso di Dio.

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