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Credi all’inferno? O sei un appassionato di fantasy o un medioevale!

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By frankie's|Shutterstock

MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 14/10/19

Non credere all’inferno, non trasforma il mondo in un paradiso terrestre, anzi. Al limite in un paradiso artificiale, il peggiore degli inferni.

Niente è più attuale di una cosa eterna #2 – di Giuseppe Signorin

Se credi all’inferno o sei un appassionato di fantasy oppure uno sbadato e non ti sei accorto che non siamo più nel Medioevo, nonostante tantissimi, con lucidità disarmante, continuino ad avvertire i meno avveduti. Ma anch’io sono d’accordissimo con quanti affermano che non siamo più nel Medioevo, infatti, citando il filosofo contadino Gustave Thibon, nel Medioevo «non si conoscevano tutte le pieghe della serratura umana e cosmica, ma si possedeva la chiave che è Dio. A partire da Cartesio, si è esplorata a fondo la serratura, si è potuto descriverla in modo sempre più dettagliato, ma, nel corso di questa ricerca si è smarrita la chiave! Il mondo e l’uomo sono diventati serrature senza chiave». E oggi, che siamo senza chiave, la serratura ipertecnologica in cui siamo incastrati fino a quando non si aprirà la porticina per l’al di là sta assumendo ogni giorno di più le sembianze di un inferno. Basti pensare alle maschere indossate dalle mie amiche Patty Pravo e Loredana Bertè agli ultimi Sanremo. O a Mickey Rourke (avete presente in cosa si è trasformato Mickey Rourke?).

«Proprio in quest’ora della storia viviamo nell’oscurità di Dio», pregava papa Benedetto XVI in una Via Crucis di qualche anno fa, ma se vogliamo restare su un fronte più laico, anche le parole del geniale Ennio Flaiano non sono male: «Da quando l’uomo non crede più all’inferno ha trasformato la sua vita in qualcosa che assomiglia all’inferno. Non può farne a meno». Non credere all’inferno, non trasforma il mondo in un paradiso terrestre, anzi. Al limite in un paradiso artificiale, il peggiore degli inferni (tipo le plastiche facciali di cui sopra – Patty, Lory, Mickey).


SIŁA RÓŻAŃCA

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«La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità», recita il Catechismo. E come tutte le cose eterne, pure l’inferno è attualissimo. Sia perché non credendoci più nessuno, o quasi, il rischio di finirci dentro è altissimo, sia perché senza avere uno sguardo trascendente, che vede le cose di questo mondo terminare in una dimensione dove ci sarà perfetto amore e giustizia per tutta la storia dell’umanità, senza questo sguardo è davvero difficile non allontanarsi da Dio. E l’inferno è proprio questo: allontanarsi da Dio. Rifiutarlo.

Ma l’inferno alla fine è necessario: se non ci fosse, come potremmo essere liberi di scegliere? Saremmo costretti ad andare in paradiso. Invece abbiamo questa vita per prendere la nostra decisione e vivere di conseguenza (con tutto quello che la libertà comporta, come la brillante idea di munire il proprio sorriso di “grillz”, i denti d’oro che dal “gangsta rap” anni 90 sono tornati di moda in questo periodo fra i miei amici trapper, o il nuovissimo copri-orecchio che ha sfoggiato Mahmood su Instagram, su cui non è semplice esprimersi).

Ovviamente, che l’inferno ci sia o meno, non è dimostrabile. Questa valle di lacrime è disseminata di segni che possono farne intuire l’esistenza, ma una certezza scientifica, in un verso o nell’altro, non può esserci. Ognuno di noi scoprirà la verità al momento giusto. «Dio ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere, ma ha anche lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere», diceva Pascal. Sta a noi decidere se concentrarci di più sulla luce o sulle ombre.


EYES

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QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MIENMIUAIF – MIA MOGLIE ED IO

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