In questo mese del Rosario, prendetevi un momento per riflettere sul Quinto Mistero Gaudioso«Il ritrovamento di Gesù nel Tempio è il solo avvenimento che rompe il silenzio dei Vangeli sugli anni nascosti di Gesù. Gesù vi lascia intravvedere il mistero della sua totale consacrazione a una missione che deriva dalla sua filiazione divina: “Non sapete che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” » (CCC, 534).
I genitori di Gesù lo hanno cercato per tre giorni, senza sapere dove trovarlo. La paura e il senso di perdita di Maria e Giuseppe si sarebbero riproposti. Vent’anni dopo, i discepoli di Gesù avrebbero provato gli stessi sentimenti: “Allora [Maria Maddalena] corse verso Simon Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano messo»” (Giovanni 20, 2).
Maria, Madre del Signore, avrebbe ricordato quel momento. San Luca ci dice che la Madonna “serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Luca 2, 51). Maria è la memoria della Chiesa, come ha affermato Papa San Giovanni Paolo II. Essendo stata piena di Spirito Santo fin dall’Annunciazione, la memoria di Maria è forte. Piena di fiducia, passa ad avere una vera conoscenza, una comprensione più piena degli eventi della vita di Gesù.
Cosa significa il fatto di ponderare e di mantenere la memoria?
Hans Urs Von Balthasar dice che “ella non capisce affatto tutto in modo completo fin dal primo momento, ma deve lavorare instacabilmente per comprendere tutte quelle idee potenti per quanto può”. La Vergine Maria non è un attore di una commedia divina. Si dona liberamente per ponderare i misteri divini. Si esercita e volge continuamente la sua mente alla contemplazione dei disegni del Padre.
“Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande; e tutti quelli che l’udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte. Quando i suoi genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena». Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?» Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro. Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Luca 2, 46-51).
In questo mistero del Rosario, la Vergine ci rivela la disposizione per recitare questa preghiera. Da credente, avendo risposto agli inviti della Provvidenza Divina e mossa dalla grazia di Dio, Maria continua a crescere nella sua intuizione. Custodisce quelle cose nel suo cuore, analizzando, ricordando, esaminando…
La nostra mente è offuscata dal peccato. Ci stanchiamo di contemplare. Maria, però, piena della tenerezza di una madre, ricorda. Ricorda le meraviglie che ha visto. Nell’antico Israele i profeti vivevano questa vocazione speciale di ricordare Dio. Spettava a loro richiamare il popolo di Dio, ricordandogli la fedeltà e l’amore divini.
Maria vive ora un nuovo ruolo in questo contesto del ricordo. Offre il proprio cuore alla Chiesa, con tutte le sue memorie.
Maria non opera miracoli pubblici nelle Scritture. Dio ha scelto di non presentarcela in questo modo. Non c’è competizione tra il suo ruolo nella grazia e quello di suo Figlio. Questo semplice fatto sembra parte della sua umiltà. Custodendo i misteri della redenzione nel suo cuore sapendo chi è Gesù, li soppesa, esaminandone ciascuno e attingendo profondamente alla fonte della salvezza.