La doppia battaglia contro il cancro di una donna, medico, moglie e mamma piena di gratitudine soprattutto nei confronti del marito: “Daniele, col tuo amore mi hai salvato la vita!” La storia di Carmen Scurini, medico endocrinologo, raccontata su Ansa Salute, è densa di così tanti risvolti umani, sanitari e psicologici da risultare preziosa per tutti coloro che stanno combattendo contro il cancro, oltre che per i loro cari.
Prima il tumore al seno
Nel 2004, all’età di 39 anni, in assenza di familiarità ed essendosi sempre sottoposta ai controlli, le viene diagnosticato un tumore al seno, inizialmente scambiato per una mastite. Viene trattata con una chemioterapia molto pesante e con l’intervento chirurgico, complicato da uno choc settico che la costringe ad alcuni giorni di ricovero in rianimazione.
E dopo 15 anni… un cancro dello stomaco
Trascorrono 15 anni e tutto sembra ormai solo una vecchia storia da dimenticare quando, nel marzo del 2018, iniziano improvvisi disturbi mentre insieme con il marito stanno facendo un viaggio in Andalusia.
Mangiavamo in giro, la notte avevo strane eruttazioni, come dei conati. Mi hanno curata per l’ernia iatale, anche perché non manifestavo sintomi come inappetenza, dolori, ulcere. Ma non passava e mio marito mi ha convinta a fare una gastroscopia (Ibidem).
Seguono ben tre gastroscopie che evidenziano come anche a digiuno il suo stomaco sia ancora pieno di cibo, e una tac che evidenzia una stenosi del piloro. Ma causata da cosa? Un rompicapo: le viene quindi suggerito di affidarsi al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Altre tre gastroscopie e una laparoscopia esplorativa che rivela una lesione sulla parete esterna dello stomaco, per studiare la quale viene impiegata una tecnica specifica: la biopsia tangenziale. Dopo un primo esame apparentemente negativo, arriva l’istologico che sentenzia la presenza di un cancro dello stomaco, non correlato in alcun modo al precedente.
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Di nuovo il calvario dell’operazione e la chemioterapia
Carmen è costretta a rivivere un percorso già dolorosamente battuto: chemioterapia e intervento chirurgico di rimozione gastrica.
Ho avuto la fortuna di scegliere posti dove sono stata trattata benissimo. Il malato oncologico ha bisogno di efficienza, è l’unica cosa che tranquillizza (Ansa).
La preziosa vicinanza del marito
Accanto a lei c’è stato sempre il marito ad accompagnarla e incoraggiarla ma soprattutto a regalarle sorrisi:
Lo metto al primo posto, credo abbia avuto un dolore che non si può raccontare, anche perché da genetista conosceva la gravità della malattia. Ma non ha mai smesso di sorridere. Piangeva a lavoro ma mai neppure per un secondo a casa (Ibidem).
Daniele col il tuo amore mi hai salvato la vita!
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Sulla pagina Facebook di Carmen mi ha davvero emozionato la dedica che ha scritto al marito, parole schiette, senza sbavature e orpelli, parole d’amore, che come dice don Fabio Rosini non è un sentimento ma un atto!
Daniele, col tuo amore mi hai salvato la vita, e me la salvi ogni giorno, se mi sveglio storta, se salgo sulla bilancia, se mi dici stai benissimo quando non so che stracacchio mettermi per sembrare meno magra, se sbavo davanti ad una vetrina di leccornie e tu mi porti a comprare un paio di scarpe.
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Associazione “Vivere senza stomaco si può”
Una ulteriore risorsa è stata rappresentata dall’entrare in contatto con L’Associazione “Vivere senza stomaco si può” – un gruppo di volontariato senza scopo di lucro, nato semplicemente dall’incontro di alcune persone che hanno vissuto l’esperienza del cancro allo stomaco – diventata per lei una vera e propria seconda famiglia. Carmen è consapevole che la sua battaglia non è ancora finita.
Non posso ancora dire di aver sconfitto il cancro ma posso dire di aver vinto sulle avversità della vita
Purtroppo io non posso dire di aver vinto pienamente, è passato troppo poco e il tumore era molto aggressivo, ma forse ho vinto sulla vita e le sue avversità, tirando fuori le unghie e imparando ad ammirare le bellezze, a gioire ed approfittare dei momenti buoni, ad essere felice anche solo con una sana normalità. Se è pur vero che ‘vivere si può senza stomaco’, la vita dopo, seppur vita come dovremmo ricordare, è complicata ed a volte triste per alcuni aspetti. Il cibo, la convivialità, e per me il preparare manicaretti per la famiglia ed amici, sperimentare ricette così come scoprire i sapori e le tradizioni di un paese sconosciuto, fanno parte delle belle cose e mancano. Il fisico magro e sciupato, le cicatrici con cui ci si confronta ogni mattina sono un dolore che si rinnova, e non passa (Ansa).
Apprezzo ciò che prima mi sfuggiva
Ma in lei non vi è solo questa sofferta e lucida consapevolezza:
Accanto a risvolti negativi ve ne sono però altri positivi e miracolosi come l’energia che senti lo stesso quando cammini ore in un paese straniero, quando ti riempi gli occhi di panorami, quando dai e ricevi affetto. Quando apprezzi ciò che prima ti sfuggiva (Ibidem).
Potremmo dire una seconda vita, un’altra vita in cui guardare il mondo con occhi diversi, velati sì di lacrime ma riconoscenti dell’immenso dono di esistere, per noi stessi e per coloro che amiamo. Auguri Carmen!
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