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Si possono cambiare i progetti di Dio?

WOMAN

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 10/10/19

Smettere di temere che nulla vada come spero, avere pazienza e libertà interiore... è questo che mi dà davvero la pace

Non so perché mi costa tanto quando mi cambiano i piani. Vado in una direzione e all’improvviso qualcosa di inaspettato la altera.

Il tempo perso, le occasioni sprecate… il cambiamento di progetti mi fa male all’anima. Smettere di fare qualcosa. Iniziare a fare qualcosa di diverso. Così, senza averlo previsto.

Sono gli imprevisti del cammino. Quelli che appaiono e alterano la direzione. E io mi irrito, mi frustro. Voglio come un bambino capriccioso che tutto torni com’era. Voglio qui e ora ciò che desidero, quello che sogno.

C’è un detto popolare che mi mette in discussione: “Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi progtti”. Non voglio farlo ridere, ma di tanto in tanto gli racconto i miei piani. Delineo un cammino. Disegno un paesaggio. Riempio la mia agenda di sogni e di desideri.

Scrivo, per non dimenticarlo, tutto ciò che voglio fare, come e quando. Lo esigo. Ma se Dio all’improvviso mi cambia i piani? Può farlo.

Ma io glieli racconto. Non voglio che cancelli e riscriva sulla mia agenda. Ma può farlo. E mi difendo cercando sicurezze.


MATRIMONIO, SPOSI, CORSA

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Lotto contro me stesso desiderando quello che ancora non ho. La vita è lunga, mi è chiaro. Lunga o breve. E i miei progetti. Che importano?

Voglio solo la libertà interiore per avere pace nei momenti in cui le contrarietà arrivano ad amareggiare i miei passi. La pace dell’anima in mezzo alla tempesta. Leggevo giorni fa: “Signore, voglio essere una bambina piccola e irresponsabile, senza preoccupazioni e addormentata tra le tue braccia forti di Padre. Sono tranquilla e in pace perché con il tuo amore e il tuo sorriso ho tutto. Nulla mi inquieta perché Tu sei con me, mi stringi al tuo cuore e mi proteggi da ogni male. Sei buono e vuoi solo il mio bene, anche se non sempre lo capisco. Rinuncio a controllarlo, a capirlo e ad arrivare a tutto. Non sono sola”.

Vorrei vivere sempre così quando vedo che tutto intorno a me si annuvola. Faccio ridere Dio, sicuramente, ma io non sorrido quando Lui cambia tutto. Che vorrà dirmi ora? La pazienza… Dice la Bibbia: “Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la costanza e la mansuetudine. Combatti il buon combattimento della fede”.

Pazienza per aspettare senza disperarmi. Pazienza con le persone che mi costano per il loro modo di essere. Pazienza con chi non capisce, con chi sbaglia, con chi offende, con chi non rispetta.

Pazienza quando mi dicono che faranno qualcosa e non lo fanno.

I miei progetti. Le mie esigenze. Vivo sempre di fretta. Non aspetto pazientemente che nasca un fiore o cresca una pianta. Non ho pazienza con quel seme che tarda tanto a morire per dare la vita.

Gesù è mite e paziente. Non si altera quando irrompono nella sua vita per cambiargli i piani. Non si irrita, non perde mai la pace.

Quello che desidero è un cuore mite. Come pretendo tanto spesso di comprendere i progetti di Dio? È impossibile. Non voglio farlo.

I suoi piani sono incomprensibili. Vivo semplicemente il momento senza fretta. Non voglio vivere nel domani. Non voglio desiderare che il tempo non passi. O che passi molto rapidamente per sapere come finisce tutto.

I tempi di Dio, visti da uno sguardo eterno, in cui il passato e il futuro si uniscono. Guardo Dio fiducioso in mezzo al mare in tempesta.

Confido, voglio confidare. Voglio smettere di temere che nulla vada come spero. Voglio che i suoi progetti siano quelli che mi rallegrano sempre il cuore. Non è tanto semplice. Mi fa paura che la vita mi superi, e l’idea di perdere la pace. Santa Teresina aveva paura. In una confessione ha trovato la pace:

“L’anima mia era come un libro nel quale il Padre leggeva meglio che io stessa. Mi lanciò a vele spiegate sulle onde della confidenza e dell’amore che mi attiravano così fortemente, e sulle quali non osavo andare avanti. Mi disse che le mie colpe non addoloravano il Signore, e aggiunse come suo rappresentante e a nome suo che il Signore era molto contento di me. Oh, come fui felice d’ascoltare quelle parole consolanti! Mai avevo inteso dire che le colpe potevano non addolorare il buon Dio, quest’assicurazione mi colmò di gioia, mi fece sopportare pazientemente l’esilio della vita”.

Le mie mancanze non sono sgradite a Dio, e neanche il mio turbamento e la mia tristezza di fronte alle contrarietà della vita. Le mie paure non mi infastidiscono, e neanche le mie cadute. Mi ama come sono, e mi esorta ad addentrarmi nelle acque agitate dell’oceano.


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I cambiamenti di vita mi alterano. Sarà sempre così, lo riconosco. Ma una volta che accetto la realtà per com’è voglio vivere senza irritarmi. Abbracciare in pace la nuova giornata, il cammino segnato. Accettare con un cuore gioioso la vita con i suoi limiti.

Non voglio avere paura di quello che deve arrivare. Non voglio l’angoscia. Non desidero l’impazienza nella mia anima. È tanto difficile camminare per sentieri sconosciuti… così duro intraprendere nuove strade che non conosco… Salpare alla volta del mare aperto.

E poi aspettare con pazienza che accada ciò che spero. E se non si verifica? E se non accade quando lo voglio? Non resto amareggiato. Accetto quello che c’è nel cuore.

Dico a Dio un “Sì” gioioso. Egli sa meglio di me ciò che mi conviene. Sa cosa devo fare. Accettare la vita com’è senza pretendere di cambiarla.

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