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È partita l’offensiva turca contro i curdi di Siria

US Air Force – F-15E Strike Eagle – fr

US Air Force - Staff Sgt. Aaron Allmon

Agi - pubblicato il 10/10/19

Le truppe di Ankara, affiancate dall'Esercito siriano libero, bombardano da cielo e terra le postazioni curde. Almeno undici i morti, otto dei quali civili. Per Trump l'attacco "è una cattiva idea"

La Turchia ha lanciato l’offensiva di terra contro i curdi nel nord-est della Siria. “L’esercito turco ha avviato con l’Esercito siriano libero (Els) l’operazione Fonte di pace contro le organizzazioni terroristiche Isis e Pkk-Ypg”, ha twittato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ignorando tutti gli avvertimenti che nelle ore precedenti gli erano arrivati dai leader mondiali, compreso quello del presidente russo, Vladimir Putin. “Il nostro obiettivo”, ha spiegato Erdogan, “è eliminare il corridoio usato dai terroristi e costituire al nostro confine Sud una regione di pace e serenità”.

Le Forze democratiche siriane guidate dai curdi sostengono di aver respinto l’offensiva terrestre turca sul confine settentrionale della Siria. “L’attacco a terra da parte delle forze turche è stato respinto dai combattenti delle Fds” nella regione di Tal Abyad, ha dichiarato il portavoce Mustefa Bali, su Twitter.

Per Trump l’offensiva è “una cattiva idea”

Secondo l’ong Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, si contano almeno quindici morti, otto dei quali civili, e quaranta feriti nei bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione. Gli F-16 turchi hanno colpito alcune postazioni curde a Ras al-Ayn, Tall Abyad e Ayn Issa. Sono le zone da cui i militari americani si sono ritirati lunedì scorso, in seguito all’accordo tra Erdogan e Trump, che oggi ha ribadito la sua contrarietà all’intervento Usa in Medio Oriente.

“È la peggiore decisione mai presa nella storia del nostro Paese”, ha twittato il capo della Casa Bianca. Gli Usa – ha continuato sono “andati in guerra su premesse false e ora confutate, per le armi di distruzione di massa. Non ce ne erano!”. In seguito Trump, in un altro Tweet, ha definito l’offensiva “una cattiva idea” e ha avvertito che se Erdogan condurrà le operazioni “in maniera ingiusta, pagherà un prezzo economico enorme”.

All’attacco dell’artiglieria di Ankara, le milizie hanno risposto con colpi di mortaio senza causare danni. Le Forze democratiche siriane (Fds), l’alleanza di milizie curde, arabe e assiro-siriache costituitasi durante la guerra civile siriana e finanziata dall’Occidente per la lotta all’Isis, hanno invece dato alle fiamme alcuni pozzi petroliferi nella periferia nord di Al Hasaka, a meno di un centinaio di chilometri dal confine. E migliaia di civili hanno lasciato le loro case in fuga dai bombardamenti.

Coro di condanne dal mondo

La condanna internazionale per l’offensiva turca è stata pressochè unanime. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, hanno espresso “preoccupazione per l’iniziativa unilaterale”. La Francia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il cui presidente, Jerry Matthews Matjila, ha invitato a “proteggere i civili”. Il presidente della Commissione Ue uscente, Jean-Claude Juncker, ha chiesto alla Turchia di “agire con moderazione e fermare l’operazione già in corso”.

“Guiderò gli sforzi al Congresso per far pagare a Erdogan un alto prezzo” per la campagna militare nel Nord-Est della Siria contro i curdi, ha minacciato il senatore repubblicano, Lindsey Graham, acerrimo oppositore della decisione di ritirare le truppe dalla regione siriana. Per il primo vice presidente della commissione Esteri della camera alta del Parlamento russo, Vladimir Dzhabarov, si tratta di “un’aggressione all’integrità territoriale e alla sovranita’ siriana”.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è mostrato più cauto nei confronti del Paese membro con il secondo esercito più grande dopo gli Stati Uniti: “Comprendiamo le esigenze di sicurezza della Turchia. Chiediamo che l’azione sia proporzionata e misurata, che non destabilizzi la regione e che non porti sofferenze ai civili”. La Germania teme “il rischio di resuscitare” l’Isis.

Intanto il direttorato turco per gli affari religiosi (Diyanet) ha annunciato che domani in tutte le moschee della Turchia sarà letta la preghiera di “Fatih Sultan Mehmet”, il sultano ottomano chiamato “il conquistatore”, protagonista della presa di Istanbul nel 1453 per auspicare la vittoria dell’esercito turco nell’operazione militare “Fonte di pace”.

Qui l’originale

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