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Cosa farebbe Santa Ildegarda al Sinodo sull’Amazzonia?

HILDEGARD

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Macky Arenas - pubblicato il 10/10/19

Non si può immaginare cosa avrebbe potuto ottenere con le specie di quella zona tropicale oggi minacciata

Santa Ildegarda, nota anche come “la sibilla del Reno” o “la profetessa teutonica”, è stata una monaca del Medioevo che si è occupata di Medicina con una saggezza tale che i suoi consigli e le sue ricette sono un vademecum per gli esperti. I suoi apporti vanno da come prevenire il cancro a cosa fare per curare le allergie.

“Inventrice” della medicina naturale, Santa Ildegarda di Bingen è considerata una delle personalità più affascinanti e multisfaccettate del Medioevo europeo, e integra il gruppo di quattro donne Dottori della Chiesa universale, insieme a Santa Teresa d’Avila, Santa Caterina da Siena e Santa Teresina di Lisieux.

È morta a 81 anni lasciando conoscenze pioneristiche riscattate da autori moderni che le hanno trasformate in autentici trattati di Medicina. Per molto tempo dimenticata, questa dama talentuosa è oggi una fonte di ispirazione per una rinascita ecclesiale e culturale.

Immaginiamo Santa Ildegarda che scopre, con intelligenza e umiltà, l’ampia gamma di possibilità curative che Dio ha messo a nostra disposizione attraverso la natura. Possiamo supporre la sua perplessità quando constatava il sollievo dei malati quando applicava loro i trattamenti che stava sviluppando, e preferiamo non sospettare nemmeno il profondo dolore che avrà provato, sapendo come curare certe malattie con l’aiuto della natura, osservando come l’essere umano ha depredato l’ambiente e le risorse che l’ecosistema ha custodito e offerto per secoli a beneficio dell’umanità.

Un piede in Amazzonia

Se il Dottore della Chiesa mettesse ad esempio piede nell’Arco Minero dell’Orinoco, nella Guayana venezuelana, rimarrebbe senza parole.

Si tratta di una zona che ospita una ricchissima biodiversità che comprende grandi foreste e boschi protetti da decreti di riserva forestale, monumenti naturali e conche salvaguardate da leggi ambientali e convenzioni internazionali. Questa zona fa parte dell’Amazzonia, il bosco umido tropicale più grande del pianeta e sede della più ampia biodiversità del mondo, ospitando tra un terzo e la metà della vita conosciuta sul pianeta. È proprio in questa zona, però, che è in atto una catastrofe ecologica dalle conseguenze planetarie.

Tutti i decreti di protezione, le leggi e le convenzioni di salvaguardia sono rimasti lettera morta, e attualmente la distruzione minaccia etnie, flora e fauna in un’area di 11.000 chilometri quadrati.

Si va dietro l’oro, il rame, i diamanti, la bauxite… Ana Elisa Osorio, ex Ministro dell’Ambiente del Venezuela, ha avvertito della necessità di “dare priorità a ciò che è più importante: prendere l’oro o proteggere l’acqua che è indispensabile per la vita?” Gli effetti delle estrazioni minerarie illegali sono stati devastanti.

Il tesoro che vedeva Santa Ildegarda

L’Amazzonia ha un’infinità di specie di flora, il che ha spinto molti scienziati a studiarle. Immaginiamo quando rimarrebbe affascinata Santa Ildegarda se oggi disponesse anche solo della selezione che gli esperti hanno fatto delle piante medicinali più note che esistono in Amazzonia, visto che dicono che quello che è ancora da scoprire è molto più di ciò che già si sa.

Con il guaranà avrebbe potuto preparare un tè o un battuto per aiutare a rafforzare il cuore e i muscoli – niente di meglio che prenderlo dopo aver fatto esercizio –, perché è perfetto per le funzioni cerebrali e migliora la circolazione.

La copaiba possiede moltissime qualità, anche se la userebbe con moderazione perché si dice che il suo olio, se assunto in dosi notevoli, può provocare irritazione o problemi al fegato. Ha però poteri diuretici, espettoranti, disinfettanti e stimolanti. Serve anche per i trattamenti dermatologici e bronco-pneumologici. Viene usata anche dai pazienti affetti da sifilide ed herpes.

La pianta di andiroba sarebbe stata di grande aiuto alla santa per le sue proprietà antinfiammatorie, antianemiche, cicatrizzanti e stimolanti. Aiuta anche a risolvere i problemi dermatologici, le ulcere e le lesioni muscolari, e la sua buccia ha proprietà contro la febbre alta, i reumatismi e la polmonite.

La famosa Unghia di Gatto dell’Amazzonia ha proprietà varie e sorprendenti, soprattutto come antinfiammatorio e come aiuto per guarire malattie alla prostata, alle ovaie, reumatismi, alito cattivo, ulcere, diabete ed emorroidi.

Il “Sangue di Drago” è un albero che produce una resina capace di curare un’infinità di malattie interne ed esterne del corpo. Santa Ildegarda vi avrebbe trovato un aiuto impagabile come buon cicatrizzante di ferite cutanee e ulcere gastriche e come antinfiammatorio, antivirale, antibatterico, antisettico, antiemorragico e per alleviare le punture.

La “Chanca Piedra” è eccellente per combattere qualsiasi problema renale, specialmente per eliminare i calcoli alla vescica e ai reni. Aiuta anche a ridurre gli spasmi, le infiammazioni e la febbre, permettendo di espellere i batteri mediante l’urina, allevia i dolori, disintossica il fegato e favorisce una buona digestione.

La huacapurana è una corteccia che si trova nella foresta amazzonica del Perù. Santa Ildegarda vi avrebbe riconosciuto un’opzione eccellente per curare qualsiasi problema sanguigno e le cisti ovariche, e avrebbe riconosciuto la sua grande utilità per disintossicare il corpo. Calma il dolore alle ossa, combatte la diarrea, l’artrite, il cancro e la malaria, aiuta l’osteoporosi e l’ipertensione arteriosa, protegge il fegato e riduce il colesterolo.

Queste specie si trovano tutte nella foresta amazzonica, distribuite tra i Paesi che condividono questa meravigliosa estensione tropicale, oggi in pericolo.

Seduta al Sinodo

Santa Ildegarda sarebbe oggi a Roma, presente al Sinodo sull’Amazzonia per difendere questo patrimonio dell’umanità. Non dubitiamo del fatto che sia davvero presente a livello spirituale, come musa e guida degli sforzi che vi si effondono per salvare la “Casa Comune”.

Benedetto XVI l’ha nominata nel 2012 Dottore della Chiesa, e ha affermato che la sua figura santa e coraggiosa è motivo di ispirazione per le donne di oggi, che possono contribuire con la loro intelligenza e sensibilità alla crescita spirituale della Chiesa, e anche di Papa Francesco nel suo impegno per fermare la rovina e la desolazione provocate dall’avidità.

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