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La chiesa ottagonale costruita dentro una grotta calcarea in Italia

TEMPLE VALADIER

Alicudi | Wikipedia CC BY-SA 3.0

V. M. Traverso - pubblicato il 07/10/19

È stata costruita per ordine di Papa Leone XII come tributo alla resurrezione di Gesù l'ottavo giorno

Il numero otto ha molti significati simbolici nelle varie culture. Il suo significato più riconosciuto è quello dell’infinito, ma per i cattolici l’otto è associato alla resurrezione di Gesù, che ha avuto luogo l’ottavo giorno. È per questo che nel 1828 Papa Leon XII ha commissionato la costruzione di quella che era allora la più grande chiesa ottagonale. Leone XII, nato Annibale Sermattei della Genga, assoldò l’architetto romano Giuseppe Valadier, che progettò la struttura in base allo stile neoclassico, con un cupola rivestita di piombo e mura marmoree.

Per la sua collocazione, Papa Leone XII scelse una grotta calcarea vicina alla sua città natale di Genga, nell’Italia centrale. Parte di una serie di splendide formazioni geologiche provocate dall’erosione dell’acqua, la grotta ha giocato un ruolo fondamentale per i locali almeno dal X secolo. Era lì che le famiglie del luogo cercavano rifugio quando i villaggi vicini erano bersaglio delle scorrerie dei barbari. Per questo motivo, gli abitanti spesso si riferivano alla grotta come al “rifugio”. Il Papa decise di costruire un rifugio spirituale in un luogo che era stato un rifugio materiale per tanta gente nel corso dei secoli.


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Il risultato finale è il tempio del Valadier, una costruzione sorprendente che sembra emergere intatta dal terreno della grotta. Il contrasto tra le armoniose forme neoclassiche della chiesa e la superficie ruvida della grotta sembra suggerire quello tra spirito e materia. Per molto tempo i pellegrini di tutta Europa si sono recati in questa grotta a pregare la Madonna. In origine la chiesa ospitava una statua marmorea della Vergine Maria con il Cristo Bambino di Antonio Canova, oggi conservata nel vicino Museo d’Arte Sacra di Genga.

A sinistra della chiesa c’è un percorso naturale che porta al monastero abbandonato di Santa Maria Infra Saxa, una struttura dell’XI secolo fatta di calcare che era un convento di suore benedettine. Entrambe le strutture possono essere raggiunte dopo una ripida camminata di quasi un chilometro che inizia alla base del complesso di Frasassi. Per arrivare a Genga, si può prendere un treno regionale da Roma ad Ancona scendendo alla stazione di Genga-San Vittore Terme”.

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