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4 atteggiamenti cattolici nei confronti degli extraterrestri

Milky Way

Alex Mit | Shutterstock

Tom Hoopes - pubblicato il 07/10/19

Con l'aiuto di Sherlock Holmes e Amleto, San Francesco e L'Engle

E se non fossimo soli nell’universo? Se ci fossero altri esseri intelligenti dotati di corpo?

La domanda è stata sollevata spesso di recente, soprattutto di fronte ai resoconti di presunti avvistamenti di UFO in aumento a livello di frequenza e credibilità, ma i cristiani se la pongono da anni. Ecco quattro atteggiamenti cattolici (e quasi cattolici) dei pensatori.

Primo: l’atteggiamento alla Sherlock Holmes – chiedere molte prove

Il primo atteggiamento afferma che è possibile che i video declassificati di recente degli aerei da combattimento navale nel 2004 e quello del telefono cellulare di un tizio sul traghetto la scorsa settimana abbiano registrato visitatori extraterrestri, ma non dovrebbe essere la prima spiegazione.

Sherlock Holmes non era cattolico, ma il grande detective è stato creato da Arthur Conan Doyle, che era stato educato dai Gesuiti prima di abbandonare la fede, e Holmes ha un approccio decisamente cattolico ai problemi che affronta. Amo quello che dice ne Il Mastino di Baskerville di fronte al problema di un presunto segugio infernale nella brughiera.

Dice a Watson: “Se la congettura del dottor Mortimer dovesse essere corretta e ci trovassimo di fronte a forze che esulano dalle leggi ordinarie della natura, sarebbe la fine della nostra indagine. Ma siamo tenuti a esaurire tutte le altre ipotesi prima di ricadere su questa”.

Non crede né ordina di farlo; vuole delle prove.

È quello che i pensatori scolastici del XIII e XIV secolo hanno detto di altri mondi come il nostro. Sicuramente Dio avrebbe potuto crearli, hanno detto, ma probabilmente non lo ha fatto.


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Secondo: l’atteggiamento alla Amleto – essere disposti ad accettare l’inaspettato

Come dice l’Amleto di William Shakespeare a Orazio, “ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”.

È questo l’atteggiamento corretto nei confronti del mondo. Gesù dice che dovremmo diventare “come bambini”, e penso che parte di questo riguardi il fatto di avere la mente aperta su ciò che esiste – ed esserne anche felici.

I bambini fanno gridolini di gioia quando vedono un uccello o uno scoiattolo. Gli adulti dovrebbero fare lo stesso – allo zoo, per i principianti, ma anche quando scopriamo nuove creature, come queste, che sembrano alieni.

Dio ha creato tutto questo – “una meraviglia di idee infinite, e tutte per la nostra gioia”, come ha affermato Kathleen Hattrup, di Aleteia -, e quando moriremo incontreremo creature ancora più sorprendenti.

Perché dovrebbe sorprenderci se oltre a tutto questo ci fossero anche esseri intelligenti su altri pianeti?

Terzo: l’atteggiamento francescano – ospitalità intergalattica

Come ha affermato nel 2008 l’astronomo vaticano padre José Gabriel Funes, “visto che sulla Terra esiste una molteplicità di creature, potrebbero esserci anche altri esseri, anch’essi intelligenti, creati da Dio… Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come ‘fratello’ e ‘sorella’, perché non possiamo parlare anche di ‘fratello extraterrestre’?”

C.S. Lewis ha detto lo stesso: “Se ci sono altre specie, dovremmo accoglierle. La nostra lealtà non è verso la nostra specie, ma verso Dio. Coloro che sono, o possono diventare, suoi figli sono nostri veri fratelli anche con conchiglie o zanne”.

È un problema che i cristiani hanno affrontato nel corso della storia, e l’insegnamento della Chiesa ha visto la dignità in ogni nuovo popolo incontrato, dagli slavi ai mongoli, ai nativi del Nuovo Mondo. È iniziato tutto con il Libro degli Atti, quando i cristiani dubitavano che i gentili potessero essere battezzati, finché San Pietro non li ha accolti.

Commentando il passo in cui lo ha fatto, Papa Francesco ha detto: “Se domani venisse una spedizione di marziani, per esempio, e alcuni di loro venissero da noi, ecco… marziani, no? Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini … E uno dicesse: ‘Ma, io voglio il Battesimo!’. Cosa accadrebbe?”

Ha lasciato la domanda aperta, il che ci porta a un quarto atteggiamento.


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Quarto: l’atteggiamento L’Engle – non ne sappiamo nulla finché non li incontriamo

Dovremmo battezzare gli extraterrestri?

Sappiamo che gli angeli esistono, senza corpo, e che hanno affrontato una scelta per o contro Dio. Noi abbiamo affrontato la stessa scelta, siamo caduti attraverso Adamo ed Eva, e il loro peccato originale è passato per propagazione a ciascuno di noi, per cui tutti dobbiamo essere battezzati.

Ma possiamo solo immaginare come potrebbero essere gli extraterrestri. Verrebbero redenti da Cristo? Verrebbero redenti da qualche altra incarnazione – o ci sarebbe qualche altro mezzo oltre all’incarnazione? Sarebbero senza peccato?

L’autrice cristiana Madame L’Engle, che insieme a C.S. Lewis immaginava altri mondi di persone sia cadute che non cadute, rifiutava di rispondere alla domanda in quanto collegata al mondo reale.

“Credo che possiamo comprendere le questioni cosmiche solo attraverso i particolari. Posso comprendere Dio solo attraverso un particolare specifico, l’incarnazione di Gesù di Nazareth”.

Il grande teologo padre Reginald Garrigou-Lagrange ha detto lo stesso. Non sappiamo chi altro ci sia lì fuori, quindi “restringiamo le nostre domande al nostro pianeta”.

Gli alieni spaziali hanno bisogno di redenzione? Teniamo in caldo la domanda finché non ne incontreremo uno – dopo tutto, probabilmente non accadrà mai.

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